Melissa George e Hunted in anteprima internazionale al Roma Fiction Fest
(Mariangiola Castrovilli) – Melissa George l’avevamo incontrata tre anni fa a Toronto venuta ad applaudire la protagonista de Elle veux le caos Eva Duranceau presentato al Festival Cinefranco, mentre stava girando il suo ultimo film A powerhouse of a Woman di Mimi Leder prima di tornare a Los Angeles. Da allora sono passati 36 mesi pieni di tanti successi fino ad Hunted questa fantastica serie in onda in Italia a dicembre su Sky Uno HD e tra pochi giorni in Inghilterra ed in America, creata da Frank Spotnitz (tra gli sceneggiatori di X-Files), che ha dato un brivido senza fine a questa complessa serie di spionaggio ancorata alla vita di oggi che mette in vetrina Sam Hunter, la sua protagonista femminile, un’agente sotto copertura dell’MI6. Per quanto brava Sam diventa il bersaglio di un attentato mortale… o per lo meno tutti credono che questa sia la verità…
Sopravvissuta Sam, scoprirà che il vero mandante si nasconde in realtà tra i suoi colleghi, ed eccola così trasformarsi da cacciatrice in preda che dopo un anno però torna in scena più attenta e aggressiva che mai col valore aggiunto di una voglia di vendetta devastante.
Melissa come vede la sua Sam? «Questo che ho recitato in Hunted posso affermare che sia il ruolo della vita, sette mesi di duro addestramento fisico e studio intensivo di una particolare tecnica di combattimento».
Quale? «Si chiama Kasi, ed in cinema la usano generalmente James Bond o Batman. Sono stata la prima donna a servirsene e questo mi ha permesso di affrontare tutti i combattimenti, veramente pesantissimi, di cui è piena la serie. Sono molto orgogliosa del mio lavoro, ho girato tutto in prima persona senza controfigure, trovandomi poi alla fine, piena di lividi e con tutte le ossa peste…».
Non solo combattimenti però… «Certo che no, sono stata immediatamente colpita da questo personaggio e volevo questo ruolo ad ogni costo. Subito dopo il provino infatti ero così convinta di averlo ottenuto, che già prima dell’annuncio che mi avevano presa, a parenti e amici che mi chiedevano cosa avrei fatto rispondevo che sarei andata in Europa e poi in Marocco… cominciavo insomma a comportarmi come Sam e, siccome vivo a New York, iniziai a pensare al mio trasferimento a Londra, dove si doveva girare la serie».
Melissa, già protagonista di molte serie tv di successo come In Treatment, Gray’s Anatomy, e Streghe, pur essendo un’attrice arrivata non si nasconde dietro fatui snobismi e confessa di non vedere oggi una grande differenza tra le produzioni televisive e quelle cinematografiche, perché «le sale cinematografiche si stanno sempre di più rimpicciolendo e gli schermi delle tv al plasma ingrandendo. In America inoltre gli artisti hanno capito e soprattutto imparato ad apprezzare il fatto che è bello far vedere al pubblico il proprio lavoro ogni settimana piuttosto che comparire ogni due anni».
Melissa ma non ha avuto mai un attimo di… perplessità a prendersi tutti quei colpi? «Diciamo che ero preoccupata della quantità di botte che dovevo incassare anche perché come sapete il fisico non può andare oltre un certo limite di stress. Certo tutti gli addestramenti sono stati rigorosi scontri fisici quotidiani. Nel secondo episodio vedrete un combattimento con una specie di armadio a tre ante, un mercenario così imponente da farti tremare. E’ stato uno scontro dolorosissimo. Mi fa ancora male tutto».
E…?
«Ero talmente concentrata nella mia parte che gli ho mollato un cazzottone che gli ha fatto gonfiare un occhio. Man mano che lo picchiavo vedevo il suo occhio farsi sempre più blu. E qui i produttori hanno detto che solo per la scena in cui lui avrebbe dovuto sollevarmi e gettarmi poi sull’asfalto avrei dovuto avere la controfigura. Solo che lui se lo dimenticò e mi scagliò a rotolare sul cemento. Quando mi sono tirata su ero piena di lividi». Anche in Alien lei però lei si dà molto da fare… «Si ma Alien era più classy, una lotta diciamo più… composta, qui no, i colpi sono assolutamente reali».
Melissa non si sente a disagio a mostrare il lato più oscuro e selvaggio delle donne? «Un ruolo da Cenerentola magari me lo sogno pure, ma nessuno me lo darebbe. La mia sfida come attrice è mostrare cos’è che fa muovere in quel senso un personaggio. Sam è una donna che ha sofferto molto, venuta su con molti abusi, la madre uccisa ed il padre che non si sa dov’è per cui la molla che la spinge è quella della vendetta. Nella mia vita reale sono una donna tranquilla, serena ed interpretare il mio opposto è un’ottima palestra. Certo in In treatment la protagonista è così sensuale, così dolce ma pazza completa. Queste sono le donne che amo e che mi piacerebbe conoscere. Assolutamente perfette e, per conoscerle, l’unica maniera è interpretarle».
Melissa è entusiasta dell’Italia e si augura che la serie piaccia anche qui, «così potrò tornare molte altre volte a Roma per mangiare le fettuccine da Alfredo, che fa la pasta migliore del mondo perché, dopo averle mangiate ero così felice e soddisfatta che ho detto al cameriere che dopo avrei anche potuto… morire…».