Andrzej Sapkowski, il creatore della saga fantasy da cui è tratto il videogioco The Witcher
Lo scrittore polacco Andrzej Sapkowski a Lucca Comic & Games 2013. Il creatore della saga fantasy da cui è tratto il videogioco The Witcher (Wiedzmina) e autore dei libri dal successo internazionale “Il Tempo della Guerra”, “Il Sangue degli Elfi”, “La Spada del Destino”, “Il Guardiano degli Innocenti” è stato intervistato da Manila Manzo nel corso di uno degli appuntamenti del Festival internazionale dedicato al fumetto, al gioco, all’illustrazione e al cinema d’animazione.
Manila Manzo (Oltrepensiero.it): Qual è il suo rapporto con i suoi fan? Normalmente uno scrittore difficilmente ha a che fare con fan che vestono i panni dei suoi personaggi, qual è la sua opinione in merito?
Andrzej Sapkowski: «Ho frequentato molte convention e suppongo di conoscere la fandom (gruppo di appassionati che condividono uno stesso interesse n.d.r.) polacca molto bene e quella europea e mondiale non male, quindi posso considerarmi uno specialista in questo business. C’è un detto latino a proposito riguardo i senatori: “Senatores boni viri, senatus mala bestia.” (“I senatori sono dei bravi uomini, il Senato è una bestia cattiva.” n.d.r.). Si può dire lo stesso della fandom: i fan di solito sono bravi ragazzi, la fandom è una bestia cattiva. In ogni caso so che sono abbastanza potenti ed è saggio trattarli bene, quindi per favore non riportate i miei commenti su di loro…
Con scarsa modestia posso dire di aver venduto trentamila copie in Polonia, ma so anche che non ci sono trentamila fan polacchi.»
– Ha mai giocato a The Witcher?
«No, sono un fiero possessore di un squisita edizione esclusiva ma non sono un appassionato di giochi per il computer, preferisco usare il mio tempo in altro modo, ad esempio giocando a poker»
– Da dove trae ispirazione?
«Ho iniziato a scrivere quasi per caso. Un giorno mio figlio tornò a casa con una rivista che trattava di fantasy e di sci-fi (Science Fiction n.d.r.) su cui c’era un bando di concorso per scrittori. Fu lui a suggerirmi di provarci, così lo feci. Dovevo scrivere una storia di trentamila caratteri e non avevo idea di come fare, visto che perfino le mie lettere d’amore sono più lunghe, però mi dissi che se avessi mandato qualcosa di mio ad una casa editrice sarebbe stato più facile che lo accantonassero, mentre inviandolo ad un concorso avrebbero dovuto leggerlo per forza. Scelsi quindi di ispirarmi ad una fiaba polacca e fu così che nacque Wiedzmin.»
– Qualcuno dei suoi personaggi è ispirato a persone reali?
«Mi fanno spesso questa domanda. “Geralt esiste davvero?” No. “Geralt è il tuo alter ego?” No. “Vorresti essere Geralt?” No. Tutti i miei personaggi sono frutto di fantasia, non sono ispirati a nessuno in particolare.»
– Le piacciono le copertine dei suoi libri dell’edizione italiana?
«Molto. Quelle polacche non sono altrettanto belle, quando ho visto quelle italiane mi sono complimentato per la scelta.»
– Qual è il futuro della letteratura fantasy secondo lei?
«Domanda complessa. Ultimamente mi sembra abbia preso molto piede il cosiddetto “Urban Fantasy” (fantasy ambientato in epoca contemporanea e nel mondo reale n.d.r.) con storie come quelle di Neil Gaiman o Harry Potter. Trovo che anche il fantasy classico, quello con draghi e cavalieri, continui a mantenere il suo fascino.»
– Come si vede da qui a dieci anni?
«Vediamo, tra dieci anni dovrei avere 75 anni, direi che sarebbe già una bella conquista essere ancora vivo! Seriamente, ho appena finito di scrivere un libro, credo di essermi meritato una vacanza. Ho alcuni progetti in corso, ma per ora sono segreti.»
Andrzej Sapkowski (Lodz, Polonia, 1948)
E’ il creatore di un personaggio di nome Geralt di Rivia. Il nome di quest’impavido eroe è ormai noto ai lettori di ben 75 paesi del mondo (in Italia è pubblicato da Editrice Nord), quelli che hanno visto la traduzione della pluripremiata saga fantasy ideata dallo scrittore polacco. Il Tempo della Guerra, Il Sangue degli Elfi, La Spada del Destino, Il Guardiano degli Innocenti: i titoli della serie The Witcher (Wiedzmina) risuonano oggi sia sugli scaffali di tutte le librerie che su quelli dei più aggiornati gamestore, dove la trilogia dell’omonimo videogioco (CD Project Red) regna sovrana tra i prodotti di punta delle vendite degli ultimi anni. Il successo internazionale di The Witcher, inoltre, ha dato vita ad adattamenti per il grande e il piccolo schermo, oltre che a una serie a fumetti e a un gioco di ruolo cartaceo. La chiave di una eco di tale portata risiede nello stile unico e peculiare dello scrittore di Lodz, che attinge sapientemente alla simbologia classica della letteratura fantasy e la rinnova con elementi personali, caratterizzati da marcate tinte noir, un humor molto sagace, e forti contenuti sociali come l’ecologia e lo scontro razziale.