Una Isabelle Huppert effervescente si intrattiene con i giornalisti del Karlovy Vary IFF
Prendendo l’aereo come molti salgono su un autobus, Isabelle Huppert è da poco tornata dalla Cina dove ha inaugurato una mostra di fotografie che la ritraggono. A Karlovy Vary dove oltre a presentare Villa Amalia ha ricevuto il Globo di Cristallo per “Outstanding Artistic Contribution to World Cinema”, era di ottimo umore, disponibile a rispondere alle domande dei giornalisti. All’interrogativo se avendo fatto moltissimi film con i registi più prestigiosi del cinema mondiale, è stata mai sfiorata dal desiderio di firmarne uno anche lei risponde «Oddio no…» ma… « Sono convinta però che se dovessi lasciarmi tentare lo farei solo per vedere cosa è capace di tirar fuori il mio cervello».
(Mariangiola Castrovilli) – E’ appena tornata da Pechino dove ha inaugurato “Isabelle Huppert:Woman of Many Faces” la mostra itinerante in cui 120 fotografi l’hanno ritratta ognuno a suo modo. La mostra, nata mesi fa nel prestigioso Museum of Modeern Art di New York, ha poi proseguito il suo cammino in città come Torino, Madrid, Berlino, Mosca e Parigi.
Stiamo parlando di Isabelle Huppert che quest’anno abbiamo incontrato parecchie volte, da Cannes dove con mano di ferro in un guanto non così di velluto ha presieduto la giuria internazionale, all’ambasciata francese di Roma dove, i primi di giugno ha ricevuto alla presenza dell’ambasciatore Jean- Marc de la Sablière il Nastro d’argento Europeo sia per l’interpretazione de “L’amore nascosto” di Alessandro Caponi, che quello ventennale del Premio che il SNGCI assegna ogni anno ad una personalità di spicco del cinema europeo, per “la sua lunga storia d’amore con il cinema, anche italiano”, passando poi per numerose altre manifestazioni un po’ dovunque del pianeta cinema perché Isabelle prende l’aereo come molti salgono sull’autobus, sempre in giro per il mondo con una forza ed un’energia invidiabili per i suoi cinquantasei anni distribuiti su cinquanta chili scarsi.
E ogni volta l’abbiamo vista con un mood diverso, a seconda del momento, qui a Karlovy Vary dove oltre a presentare Villa Amalia ha ricevuto il Globo di Cristallo per “Outstanding Artistic Contribution to World Cinema”, era di ottimo umore, disponibile a rispondere alle domande che a tutte le latitudini, tolta qualche eccezione, sono alla fine più o meno sempre le stesse, ed è comprensibile quindi con quanta passione madame Huppert incontri i giornalisti.
120 fotografie firmate da altrettanti fotografi famosi che la ritraggono in momenti diversi. C’è qualche foto in particolare che le sembra più vicina al suo modo di essere? «Vorrei sottolineare che nessuna di queste foto» esordisce Isabelle con la sua voce flautata ricca di r, «mi ritrae meglio di un’altra. L’idea era di presentare 120 fotografie di una stessa persona scattate da 120 differenti fotografi con un diverso modo di vedere, sentire e…scattare, insomma un biglietto da visita individuale della loro personalità».
Lei ha fatto molte cose dal teatro al cinema, privilegiando però i ruoli di donne… disturbate. Non la snerva questa scelta di personaggi sempre così particolari? «Forse sono gli altri ad esserne snervati, io no di certo. E poi non è vero che interpreti solo drammi, faccio anche commedie ogni tanto, magari con minore frequenza anche perché a volte non ci vedo spunti così interessanti. Adesso per esempio ho appena terminato Copacabana, un lavoro leggero per la regia di Marc Fitoussi, dove sono in scena con mia figlia Lolita Chammah, che ha dimostrato di essere una brava attirce».
Ricalcando le orme materne… una scelta che approva? «Certo, e mi rende felice perché Lolita è molto dotata ed ha tutta la vita davanti. Comunque, vivendomi accanto ha imparato presto l’ABC del mestiere con tutto il bello e le difficoltà che un’attrice deve affrontare senza scoraggiarsi».
Avendo fatto moltissimi film con i registi più prestigiosi del cinema mondiale, è stata mai sfiorata dal desiderio di firmarne uno anche lei? «Oddio no, non ci ho mai fatto un pensiero diciamo serio, anche perché ho avuto tali e tanti ruoli da attrice da sentirmi perfettamente appagata. Ma, e dico ma, se volessi fare una prova sarebbe più per curiosità che per ambizione, magari forse perché ormai sono in molti a chiedermelo… Sono convinta però che se dovessi lasciarmi tentare lo farei solo per vedere cosa è capace di tirar fuori il mio cervello».