” Un sogno di famiglia “
(Mariangiola Castrovilli) – Castigat ridendo mores dicevano i latini che se ne intendevano quando con la scusa dello spettacolo divertente stigmatizzavano i cattivi costumi sia dei greci che dei romani loro contemporanei. Una lezione che Enrico Montesano ha perfettamente recepito e prontamente adottato adesso che, uscito dai suoi One man show, si ripresenta al pubblico del Sistina di Roma fino al 21 di marzo con la sua prima ‘commedia con musiche’, che ha scritto con Anna Maria Carli e Francesco Asioli. E dove spiritosamente canta, balla, recita firmandone anche la regia.
Due ore continuamente in scena in cui Montesano insieme ad un cast di nove attori perfettamente coordinati e 12 ballerini offre il meglio di se in una girandola pirotecnica di battute, trovate, calambours che ti assicurano un divertimento continuo facendoti ridere dal principio alla fine. Ridere certo ma con l’amaro in bocca soprattutto perché ti fa riflettere sui valori che oggi vanno per la maggiore.
E se prima ragazzi e ragazze sognavano di diventare avvocati, ingegneri, magari fisici nucleari, attori o giornalisti, la moda del momento è quella di improvvisarsi veline o tronisti, abbasso lo studio e viva il successo possibilmente da ieri, tv docet… Perché affaticarsi pensando a soluzioni più articolate quando i desideri possono essere esauditi da un reality. L’importante come scrive Montesano nelle sue note di regia è «diventare attori di se stessi in una realtà televisiva dove non basta più apparire per essere…»
Ma come nasce quest’amara, divertente commedia sui valori del terzo millennio? L’autore spiega ancora che l’ispirazione gli è venuta osservando la televisione di oggi e riflettendo sui toni accesi dei dibattiti dove ognuno da sulla voce all’altro parlandosi addosso e la pletora di analisi critiche per stabilire la genesi del successo e/o la presunta crisi dei reality show di casa nostra.
Ecco dipanarsi così sotto l’occhio implacabile di Montesano il «doppio gioco di chi sacrifica parte della propria riservatezza a favore di scopi personali e di chi si appropria delle esperienze e delle emozioni altrui girandole e orientandole più o meno palesemente». Questo il nocciolo della commedia, che non vede nella televisione in se il mezzo da combattere ma ravvisa gli avversari da contrastare nel suo strapotere, nell’obbedienza supina alla pubblicità, insomma nella telecrazia a tutto campo.
Il sogno del giornalaio Nino Torelli (Montesano) e di sua moglie Miuccia (Sandra Collodel) che hanno due figlie ed un nipotino è una villa superacessoriata con piscina coperta e scoperta, sauna parco e tutto quello che si può desiderare, peccato solo il prezzo, decisamente inaccessibile. E allora perché non partecipare ad un reality che in caso di successo potrebbe essere il loro ‘apriti Sesamo’. Una famiglia normale pronta a mettersi sotto le impietose luci dei riflettori della diretta 24 ore al giorno nella loro casa diventata un set televisivo e a farsi manipolare dal media per eccellenza snaturando i loro buoni sentimenti, dove tutto è permesso ed i valori che contano sono decisamente capovolti come visti con un binocolo da marina prolungato…
Tutte le situazioni più scabrose affrontate e vissute pur di ottenere i famosi ‘picchi d’ascolto’ e allora via con il peggio del peggio, moglie e figlie che posano per calendari in pose… lascive, il pater familias ripreso in condizioni adamitiche e su su per li rami in un’escalation continua di situazioni nemmeno immaginabili prima, tutto pur di coinvolgere e scioccare il pubblico a casa.
All’ultima esosa richiesta dell’emittente televisiva che lascerà loro il premio solo se avrà in cambio il permesso di mandare in onda integralmente tutte le immagini anche quelle riprese da una telecamera segreta quando gli occupanti della casa pensavano di essere protetti nel buio dello sgabuzzino. Questa la goccia che fa traboccare il vaso ed ecco allora che la famiglia all’improvviso si ricorda che i principi morali non sono ulteriormente sacrificabili e dice finalmente di no su tutta la linea.
Una commedia che vi suggeriamo di andare a vedere proprio per non perdere di vista la parte migliore del nostro ‘io’ spesso dimenticato proprio dalle troppe sollecitazioni così ben messe in risalto e sottolineate da un autore come Enrico Montesano.