IL FESTIVAL DI CANNES CHIUDE CON IL FUORI CONCORSO DI JAN KOUMEN
CHANEL
COCO & IGOR
STRAVINSKI
di Mariangiola Castrovilli


«Credo proprio di si. Basta guardare Scarpette rosse di Pressburger o 2001 Odissea dello spazio per rendersene conto, salvo i terribili divani rossi della stazione orbitale».
Stravinski invece affermava “Abbiamo un dovere verso la musica quella dell’inventarla”. E’ una regola che si applica anche ai film ?
«Il dovere che abbiamo nei confronti del cinema è di non rifare qualcosa che esiste già, senza però dimenticare chi ci ha preceduto. In quanto all’ispirazione bè dobbiamo accettare quello che arriva senza la pretesa di poterla dominare».
segue … >>>
CHANEL
COCO & IGOR
STRAVINSKI
di Mariangiola Castrovilli


«Credo proprio di si. Basta guardare Scarpette rosse di Pressburger o 2001 Odissea dello spazio per rendersene conto, salvo i terribili divani rossi della stazione orbitale».
Stravinski invece affermava “Abbiamo un dovere verso la musica quella dell’inventarla”. E’ una regola che si applica anche ai film ?
«Il dovere che abbiamo nei confronti del cinema è di non rifare qualcosa che esiste già, senza però dimenticare chi ci ha preceduto. In quanto all’ispirazione bè dobbiamo accettare quello che arriva senza la pretesa di poterla dominare».
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«In effetti non ho nemmeno avuto bisogno di domandare. Quando Karl Lagerfield mi ha chiesto d’incarnare lo spirito di Chanel, partivo già avvantaggiata. Ho avuto a disposizione veramente tutto, dalla collezione personale di vestiti di Karl, all’archivio ai documenti. Per cui mi preparavo, senza neanche rendermene conto alla parte fin dal 2002… ».
Coco Chanel, adorata dalle donne di tre generazioni, cosa rappresenta per lei ?
«La trasgressione e la modernità» risponde Anne, con una voce così roca e profonda alla Jeanne Moreau, senza nemmeno pensarci. «Trovo che Coco fosse una punk ante litteram. Paul Morand che era suo amico l’aveva soprannominata ‘l’angelo sterminatore del XX° secolo’. Il simbolo di Chanel potrebbe essere il bianco e nero, ovvero l’antagonismo di una donna capace di essere allo stesso momento imperativa e dolce, esasperante e generosa».
Kounen, cosa ha voluto dire per lei fare un film come questo ?
«Intanto affrontare un argomento biografico su due grandi personalità che non conoscevo affatto. Vuol dire partire per un viaggio con un’epoca, dei personaggi, un soggetto ed una storia per almeno uno o due anni. Uno splendido viaggio, perché gli anni 20 sono affascinanti con una moda semplicemente divina sia da uomo che da donna ed avere a che fare con personaggi come questi e’ stata una sfida esaltante».