“Inti-Illimani” donde las nubes cantan: un viaggio nella musica e nella storia che al Festival di Mar del Plata ha commosso ed emozionato
(Mariangiola Castrovilli) – Se avete più di… 18 anni ricorderete di certo un famosissimo gruppo cileno che con la sua maniera di far musica tutta particolare ha accompagnato, aiutato e sostenuto due generazioni non solo di oppressi in tutto il mondo, ma anche di gente che ama la poesia delle sue canzoni e odia le ingiustizie, aiutandoli a non abbandonare la speranza, a lottare per non perdere il bene più prezioso e inalienabile, quello della libertà. Stiamo parlando del bel documentario di Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli “Inti-Illimani” donde las nubes cantan presentato con molto successo qui al Festival di Mar del Plata nella sezione Panorama. Presente il Console Italiano Fausto Panebianco in un super affollato Teatro Ambassador. Il film, già uscito in Italia, sarà replicato sabato 14 novembre.
Un viaggio nella musica e nella storia quarantennale di questo gruppo di musicisti che ha commosso ed emozionato sia per la loro storia personale di rifugiati politici che per la maniera di reagire quando nel ’73 mentre sono in tour europeo apprendono che nel loro paese il capo della giunta militare Augusto Pinochet con un golpe è diventato padrone incontrastato del Cile, trasformando quella democrazia conquistata a poco a poco in una dittatura e facendo fallire tragicamente l’esperimento socialista.
Il gruppo si rifugia in Italia, dove hanno un’accoglienza calorosa e i loro concerti fanno il tutto esaurito. Il film girato con maestria e grande passione da Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli è un mosaico lungo quarant’anni di successi, dolori, sofferenze, cadute e risalite di questo straordinario gruppo che non si perde mai d’animo, continuando a lavorare e ad incitare gli animi a non arrendersi perché se no la vita non vale la pena di essere vissuta.
E questo viene fuori da ogni singola sequenza, perché valori come integrità, dignità, coraggio e speranza per andare avanti sono insopprimibili. Arriva finalmente l’86 quando gli Inti-Illimani possono tornare al loro paese, ricevuti da una folla oceanica… Belle le immagini e belle le parole con cui il gruppo originario oggi ridotto si esprime. Chi come Jorge Coulon perfettamente in italiano, chi in spagnolo ma quello che dicono ti tocca il cuore commuovendoti profondamente.
E le immagini scorrono tra materiali di repertorio e interviste dal vivo tra Italia e Cile, con testimonianze toccanti come quella del sindaco di Hualpen, a cui hanno tagliato un dito e rovinato una gamba che con fierezza dice che tornerebbe a lottare come ha fatto perché oggi i suoi figli possono vivere a testa alta.
Abbiamo chiesto agli autori Cordio e Pagnoncelli come nasce l’idea di questo film. Ed i due registi che sono grandi amici rispondono quasi all’unisono:
«Diciamo che questa musica l’abbiamo ‘subita’ fin da bambini, quando i nostri genitori, che possedevano tutte le loro cassette, ci portavano sulle spalle alle varie manifestazioni intonando ‘el pueblo, unito jamas sera vencido’ e poi più tardi al tempo della scuola superiore negli anni 80 quando il loro canti, specialmente El pueblo unido tornavano ad essere brillanti e magnifici slogan. Passa il tempo e nel 2005 conosciamo il loro manager che ci conferma che sono ancora attivi, addirittura con nuova linfa vitale per l’integrazione di alcuni giovani musicisti di talento. Di lì ad incontrare Jorge Coulon, una delle loro pietre miliari e renderci conto che la loro era una storia bellissima da girare è stato un attimo, l’avventura filmica poteva cominciare».
Cordio con questo vostro lavoro facciamo una full immersion in un momento storico e politico di un paese…
«Una delle cose belle di questo film è che durante il viaggio vero e proprio attraverso il Cile nell’autunno del 2005 al seguito del gruppo viene fuori oltre alla storia degli Inti-Illimani anche quella del loro paese. Percorriamo dal sud al nord quella lunga e stretta lingua di terra e incontriamo tra un concerto e l’altro i loro parenti, gli amici di una vita, i compagni di battaglie e di musica. E siamo anche testimoni del loro appoggio per la candidata alla presidenza Michelle Bachelet. E ancora grazie alle loro parole e alla loro musica impariamo a conoscere anche i nuovi componenti del gruppo».
Molto emozionante poi l’incontro con Daniele Silvestri e le immagini di un concerto straordinario…
«Sapevo di trovare in Daniele Silvestri un altro fan della musica degli Inti così, ho organizzato e filmato il loro primo incontro sulla spiaggia di Fregene, la cittadina dove Daniele vive. Da qui sono nate diverse collaborazioni ed il bellissimo concerto a Roma nel 2006 davanti a diecimila persone che si vede appunto nel film e la canzone “Ancora importante” uscita nel disco di Daniele ‘Il Latitante’».
Cordio il vostro film è stato invitato a quasi tutti i Festival più importanti…
«Per essere il mio esordio da regista cinematografico dopo tanti anni di teatro e tv, non posso che essere soddisfatto. Siamo stati invitati infatti a Viña del mar (Cile), L’Avana (Cuba) e poi Toronto, Rio de Janeiro, Istanbul… un altro motivo di grande soddisfazione è stato realizzare un film con la colonna sonora degli Inti-Illimani, una fortuna che non capita tutti i giorni».
La tua emozione più grande mentre giravate?
«quando stavo riprendendo dal palco la canzone ‘El pueblo unito’ all’improvviso sono scoppiato a piangere con le lacrime che mi appannavano la camera per cui abbiamo dovuto interrompere le riprese, mentre anch’io cantavo con loro».
Ci piace ricordare, in chiusura le parole di una spettatrice cilena che alla fine del film dice che del gruppo «apprezza lo sguardo al presente ed al futuro con un occhio al passato».
“INTI-ILLIMANI” DONDE LAS NUBES CANTAN