L’Otello per la regia di Arturo Cirillo è un vaccino contro la gratuita infelicità di vivere

L’Otello per la regia di Arturo Cirillo è un vaccino contro la gratuita infelicità di vivere

(Mariangiola Castrovilli) – Un mondo abitato dalla gelosia. Feroce. Violenta. Senza possibilità di remissione. Inazione. Aspettativa continua di qualcosa che non succede in una calma piatta da deserto dei tartari. Si parla di battaglie che però non avvengono, se si escludono quelle senza quartiere all’interno dell’essere umano tra una Venezia corrotta e superficiale che mostra tutta la pochezza dell’esistenza  e Cipro luogo del nulla dove nulla avviene.

Otello regia di Arturo CirilloStiamo parlando dell’Otello che Arturo Cirillo nella doppia veste di attore (Iago) e regista ha adattato da Shakespeare, nella dura e affilata traduzione di Patrizia Cavalli  al Teatro Eliseo di Roma fino al 24 gennaio.
Una scena deserta, ad eccezione di due pareti mobili che gli stessi attori spostano aprendole o chiudendole a seconda delle esigenze.
Ed un letto sfatto con rotelle che appare e scompare perché come spiega il regista «l’Otello è un letto disfatto e spesso deserto. Luogo del tradimento, palcoscenico immaginario ma non per questo meno reale della gelosia, della brama, dell’atto animale».

Già  la gelosia. Questo mostro dagli occhi verdi che, come dice Shakespeare  dileggia il cibo di cui si nutre e che esiste da che mondo è mondo. Gli  antichi romani pontificavano est modus in rebus, ma quando questo sentimento gioca un ruolo insensato  ed esasperato  oggi come allora, per amore si può ancora morire.

Danilo NigrelliCome la gelosia malata, ossessiva e paranoica che in questo particolare Otello di Cirillo alberga nel cuore di Iago che traduce ombre, tradimenti e possibili amanti della moglie Emilia (Sabrina Scuccimarra) in un lento e continuo distillato d’odio che goccia a goccia trasferisce nell’animo e nel cervello di Otello (Danilo Nigrelli), uomo rude più atto alle battaglie che alla speculazione filosofica o al semplice ragionamento. Facile preda del malsano stillicidio di Iago che geloso di Cassio e Desdemona mira alla sua distruzione mentale.

Arturo CirilloL’ossessione del ‘fazzoletto’ che il tredicenne Cirillo sperimenta a teatro a Napoli con l’allestimento di Mario Martone per il Falso Movimento era destinato a radicarsi profondamente nel suo cuore come il coup de foudre  per Otello. «Anche le altre edizioni viste nel corso degli anni mi hanno convinto che si trattasse di una ‘storiona’» riflette il regista, «tra la sceneggiata e la tragedia greca, dove non esiste pudore dei sentimenti  che arrivano invece a volte ad essere grotteschi».

In sintesi Cirillo, cos’è per lei questa storiona? «Un dramma da camera al centro del deserto perché Otello ha un aspetto visionario e claustrofobico. Nei rapporti tra i personaggi poi è dato grande spazio ai due primi attori Jago e Otello con accanto un’eterea ed Monica Pisedduimmacolata Desdemona (che qui veste i panni di Monica Piseddu). Io invece voglio lavorare sulla coralità cercando di far capire ed emergere l’intera struttura del testo. Una vicenda narrata, pur con funzioni diverse, da tutti i personaggi». Ed infatti ecco Bianca, la prostituta di Cassio (nell’interpretazione di Salvatore Caruso che fa anche il Doge e Montano) e Brabanzio, Aroldo e Lodovico impersonati da Rosario Giglio.

Un lavoro che fa pensare quest’Otello così moderno e antico al tempo stesso, che riassume e interpreta alla perfezione l’odierno malessere di vivere, l’incomunicabilità di certi sentimenti perché se ci fosse da parte di Otello dialogo vero ed onesta attitudine ad ascoltare la ragione degli altri e non solo le perfidie di Iago, non si Otello - regia di Arturo Cirilloarriverebbe alla tragedia. Dove  i rapporti interpersonali sono dei semplici optional che non meritano nemmeno la più piccola fatica di un aggiustamento, di un po’ di pazienza al servizio della comprensione ma che invece il più delle volte fa accettare situazioni parossistiche e dolorose senza nemmeno verificare la possibilità di un confronto razionale.
 
Un lavoro che va visto per vaccinarsi contro la gratuita infelicità di vivere o almeno per spronarci ad usare quel poco o tanto di materia grigia che possediamo.

TEATRO ELISEO – ROMA
Teatro Eliseo - Roma

mikronet

Lascia un commento