“I MISTERI DEL SAIO” di Adriano Nicosia
Preti e mafiosi. Due ruoli che di natura dovrebbero essere irriducibili ed inconciliabili. Non è stato così nella Sicilia degli anni ’50-’60. “I misteri del saio” è un romanzo dossier che ricollega le verità sul convento di Mazzarino (Caltanisetta) e fa rivivere i terribili giorni delle vittime con comportamenti e dialoghi originali. Lo studio dei fascicoli processuali ha portato alla luce queste verità, romanzate da Adriano Nicosia, e rimaste molto a lungo nascoste. Ricco di spunti e provocazioni morali è un racconto da conservare per la memoria dei posteri.
Mazzarino era ed è un piccolo comune del nisseno, reso celebre per il suo convento, per il suo priore e per i fraticelli che invece di contrapporsi al potere delinquenziale denunciando le richieste ed i misfatti, piegarono molte vittime alla volontà dei malfattori.
«Pagate e nulla vi accadrà»: era questo lo slogan dei conventuali.
La loro prima vittima fu padre Costantino, il giorno del suo compleanno che, per sua sfortuna, aveva proprio deciso di festeggiarlo al convento di Mazzarino. A questi seguì il ricco possidente Angelo Cannada, freddato da colpi di fucile, proprio a due passi dalla sua residenza di campagna.
Il malcapitato, nonostante numerose sollecitazioni, si era rifiutato di pagare. In seguito fu la volta del farmacista insieme ad altri notabili.
I fraticelli pagarono il conto con la giustizia terrena (con quella ultraterrena non è dato saperlo!).
Il processo iniziò nel 1962 e, tra mille coinvolgimenti, si allungò fino al 1964. In un primo momento furono assolti per lo “stato di necessità”, erano costretti, per arrecare minor danno alle vittime, a convincerli a pagare. La tesi processuale che voleva i monaci di Mazzarino a capo di un’associazione mafiosa dedita all’estorsione divise l’Italia tra innocentisti e colpevolisti. Per i difensori i frati non potevano sottrarsi allo spiacevole ruolo di emissari dei misteriosi criminali che imperversavano nel paese, anzi tennero un comportamento lodevole, quasi da eroi cristiani. Per l’accusa i francescani erano stati gli ideatori dei delitti, mossi da impulsi di avidità terreni.
Alla fine, la Cassazione condannò Padre Venanzio, Padre Agrippino e Fra’ Carmelo a 13 anni di carcere.
Adriano Nicosia
è nato a San Cataldo (Caltanisetta) il 29 ottobre 1970 dove attualmente risiede. Imprenditore e docente nella formazione professionale ha operato anche nel campo della politica dove ha ricoperto importanti ruoli istituzionali. “I misteri del saio” Ed. A & B Editrice 2009 è il suo secondo lavoro, nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo “Cogli la rosa evita le spine” (edizioni Il Filo) sempre ispirato da una storia vera del quale prossimamente è prevista la ripubblicazione. Su “Cogli la rosa evita le spine” è in programma la lavorazione del lungometraggio cinematografico “Un uomo nuovo”. Film che avrà le sue prime riprese nel corso della prossima primavera in Sicilia.
“Cogli la rosa, evita le spine”
Leo Roccese decide di allontanarsi dalla sua Sicilia per costruirsi un nuovo futuro. Lo accoglie Roma, così diversa dal suo paese natio e così ricca di lusinghe a lui sconosciute. Risoluto a cambiar vita, con le buone o con le cattive, in breve tempo diventa il capo di un’organizzazione criminale, e grazie alle proprie scelte, e soprattutto al fermo divieto di spargere inutilmente sangue, assume un ruolo centrale nella vita economica, sociale e politica della capitale. “Cogli la rosa, evita le spine” è il consiglio che l’anziano padre gli offre spontaneamente, ammirando di quel figlio l’onestà e la tenacia. Un invito a prendere ciò che di buono presenta ogni situazione e ad abbandonare la negatività, a lasciarsi alle spalle la violenza e l’arrivismo senza freni. Sullo sfondo dell’Italia degli anni Settanta e Ottanta, tra terrorismo e cinismo, e la tempesta di Mani Pulite, la parabola sociale di un uomo e della sua famiglia tra povertà, emarginazione, ignoranza e malavita.