“Assicutannu u ventu”: l’adattamento teatrale di una storia realmente accaduta portata in scena dalla “Compagnia delle voci erranti”

“Assicutannu u ventu”: l’adattamento teatrale di una storia realmente accaduta portata in scena dalla “Compagnia delle voci erranti”

L'Arena Montemerlo a Cervarese Santa Croce  (Padova)Domenica 29 agosto 2010 alle ore 20.30 presso l’Arena di Montemerlo a Cervarese Santa Croce (Padova) la Compagnia delle voci erranti presenta lo spettacolo di teatro, danza, eno-gastronomico, unico nel suo genere, “Assicutannu u ventu” (Inseguendo il vento) di Max Ferrara, liberamente tratto da una vicenda realmente accaduta, con adattamento teatrale simile a quello che veniva utilizzato dalle compagnie di musicanti  ad inizio ‘900 in Italia, sopratutto nelle società contadine, per allietare i matrimoni con narrazione e musiche. Per il suo interesse culturale e civile lo spettacolo è stato patrocinato dalle sezioni padovane dell’Associazione nazionale Carabinieri e dall’Associazione Polizia di Stato.

“Assicutannu u ventu” (Inseguendo il vento) di Max FerraraLo spettacolo, della durata di 90 minuti, narra la vicenda di Rosa, una ragazza vissuta in Sicilia nel  1940 che si innamora un giovane carabiniere romano, Giovanni.

A quei tempi i carabinieri si potevano fidanzare solo dopo aver compiuto i 30 anni: quindi le famiglie decidono per un fidanzamento in casa. Tutti in segreto preparano il fidanzamento.

Qualche anno dopo un delinquente locale si invaghì di Rosa e la rapì. Questo atto, per le modalità in cui avvenne fu interpretato dalla comunità come una “fuitina” e siccome il fidanzamento non fu mai ufficializzato Rosa fu costretta a sposare suo rapitore, in quanto era in vigore l’art. 544 del codice penale il cosiddetto “matrimonio riparatore”. Per la morale dell’epoca, la donna che non avesse sposato il suo rapitore sarebbe stata considerata dalla famiglia e dalla società: “disonorata”.

Nei pensieri di Rosa, un solo uomo: Giovanni. Qualche anno dopo rimasta vedova ritorna Giovanni e le chiede di seguirlo lontano dalla Sicilia. Lei rinuncia per la seconda volta. Rosa rimane prigioniera di quella morale che le aveva condizionato da sempre la vita. Quando si renderà conto di quello che aveva perso, in lei entrerà la follia. Difatti andrà per le vie di Palermo con un cappello da carabiniere in testa a cercare il suo Giovanni. In ogni carabiniere che incontra vede il suo Giovanni.
Caduta in disgrazia e in povertà, per un caso del destino, aiutata da volontari, andò ad abitare in una Via D'Amelio - Palermocasa ricovero in via D’Amelio a Palermo, dirimpetto alla casa della mamma del giudice Paolo Borsellino. Il palazzo era piantonato da giovani carabinieri. Quindi, nella follia di Rosa, quei ragazzi erano il suo Giovanni. Li adottò, portando loro ogni bene di Dio (caffè, cornetti, cannoli, granite, arancine, schiacce, etc). La storia venne alta ribatta poiché un ufficiale dei carabinieri  (era il 1990) indagò sulla donna per capire meglio il suo strano comportamento. Sicché sapendo la sua storia concluse dicendogli: «Lei da oggi in poi sarà la mamma. La mamma dei carabinieri». Così da quel giorno i carabinieri che si congedavano gli regalavano una fede nuziale, quella che non aveva potuto darle il suo Giovanni. Alla fine si conteranno più di cento fedi nuziali.

Lo spettacolo finisce rievocando il 19 luglio, quando perirono il giudice Borsellino e la sua scorta.
 

Compagnia delle voci erranti

Lo spettacolo è così diviso:

I^ parte: 
narrazione del periodo storico e l’incontro tra Rosa e Giovanni.

II^  parte:

cerimonia di fidanzamento con ingresso dei fidanzati con abiti tradizionali e
banchetto culinario in cui si invita il pubblico al convivium ed ai balli tradizionali.

III^  parte:
rapimento, processo e comunicato ANSA della strage di via D’Amelio.
Con coreografie originali di tango argentino e flamenco.

Scritto e diretto da Ferrara Antonio detto Max

Alla sua terza sceneggiatura teatrale “Assicutannu u vento” (Inseguendo il vento) è un invito al viaggio. Un mondo perso quello della società rurale dove la famiglia e le alleanze tra famiglie erano il nucleo centrale. Il matrimonio, quindi, era anche l’unione tra famiglie. Questa “arcaica usanza” iniziò a sgretolarsi quando fu introdotto il codice Zanardelli, poiché, l’art. 544 meglio conosciuto come “Matrimonio riparatore” pose le basi per uno sconvolgimento degli usi convenzionali sociali. Di fatto permettendo impunibilità a chi marcasse del reato di rapimento, violenza, sequestro con la promessa di riparare col matrimonio, determinava quel disagio sociale che permise la penetrazione coloniale dei Savoia negli stati annessi al nuovo Regno d’Italia.

{morfeo 53}

LA COMPAGNIA DELLE VOCI ERRANTI:

Max Ferrara
mentore

Cosimo Gallotta e Andrea Dalla Zuanna:
chitarra

Fulvia Lopes
voce

Roberto Scatolini:
Fisarmonica

Manuela Carretta e Elisabetta Mascitelli:
Flamenco

Francesca Dal Porto e Matteo Pillon:
tango argentino

Annarosa Valenti e Gianfranco Prete
tarantelle e balli tradizionali (associazione El Filo)

Filippo Vitali e Paolo Francioso
voce fuori campo

Candice Bonaparte:
attrice

“Assicutannu u ventu” (Inseguendo il vento) di Max Ferrara

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