Quel modello di grazia atemporale che incarna il sogno del cinema e che il Festival di Cannes desidera evocare
(Mariangiola Castrovilli) – Eccoci finalmente a Cannes accolti ad ogni angolo di strada dagli splendidi manifesti di una Faye Dunaway fascinosa e affascinante disinvoltamente accoccolata su un paio di gambe di rara bellezza che vengono fuori ancora più meravigliose con il magico obiettivo di Jerry Shatzberg che quarantanni fa deve aver pensato alla frase di Francois Truffaut ‘le gambe delle donne sono compassi che vagano in su e in giù per il mondo conferendogli equilibrio ed armonia’. Perfettamente in linea, dunque, con chi ha scelto il manifesto, un “sofisticato modello di grazia atemporale che incarna il sogno del cinema che il Festival di Cannes desidera evocare”.
E allora tutto è quasi pronto per l’inizio della rassegna più glamour del mondo dall’11 al 22 maggio che vede 49 lungometraggi selezionati su 1.715 film ricevuti.
Ad aprire le danze sarà l’attesissimo Midnight in Paris fuori competizione di Woody Allen che dopodomani salirà i famosi ambitissimi gradini dimostrando con il suo 41° lavoro che l’ispirazione per lui non è un’optional.
Nella stessa serata anche Bernardo Bertolucci salirà i fatidici gradini sotto gli occhi del presidente della giuria Robert De Niro, uno degli interpreti di Novecento, per ricevere la Palme d’or d’honneur premio attribuito a registi importanti che non hanno mai avuto una Palma d’oro e che da quest’anno diventerà annuale. Dopo Woody Allen che la ricevette nel 2002 e Clint Eastwood nel 2009.
Martedì 17 maggio invece sotto i riflettori ci sarà Jean Paul Belmondo affettuosamente Bebel per dedicargli una serata speciale che ne celebri il talento ed il percorso artistico.
Assieme ai suoi amici e a tutto il pubblico Bebel assisterà alla prima del documentario Belmondo itinéraire di Vincent Perrot e Jeff Domenech.
Come ha detto il presidente del festival Gilles Jacob durante la conferenza stampa del mese scorso a Parigi, questa 64° edizione rivolgerà ‘un pensiero speciale’ a Giappone, Tunisia ed Egitto, ‘paese ospite’ della rassegna cannense.
I magnifici 19 della competizione quest’anno puntano alla diversità generazionale, geografica e stilistica e, per la prima volta, spazio alle donne, ben quattro registe in concorso mentre saranno 2 i film in 3D (da vedere con relativi occhialini) Il Pirata dei Caraibi 4, ed il film di samurai del giapponese Takashi Miike (Ishimei).
Partendo a bandiera ecco Nanni Moretti e Paolo Sorrentino rispettivamente con Habemus Papam, con Michel Piccoli, Moretti e Margherita Buy ‘un film molto atteso’ come ha fatto oservare Thierry Fremaux – tanto da metterlo in concorso anche se non è una prima mondiale – e This must be the place, con Sean Penn e Frances McDormand.
Pedro Almodovar anche lui molto amato sulla Croisette arriva con La piel que abito, un’incursione nell’horror che il maestro spagnolo qui compie con Antonio Banderas, Terrence Malick con The tree of life (32 anni dopo la sua prima presenza a Cannes), i fratelli Jean-Pierre et Luc Dardenne con Le Gamin au Vélo, i francesi Alain Cavalier con Pater e Bertrand Bonello con L’Apollonide, il finlandese Aki Kaurismaki con Le Havre, Radu Mihaileanu e la sua La Source des Femmes, il giapponese Takashi Miike presenta Ichimei (Hara-Kiri: Death of a Samurai) mentre il danese Lars Von Trier arriva con Melancholia ed il maestro turco Nuri Bylge Ceylan con Once Upon a Time in Anatolia.
A portare un soffio d’aria nuova nel panorama dei soliti noti ci sono parecchi nomi nuovi in corsa per la Palma, la francese Maïwenn con Polisse (storia di una casa chiusa e di una prostituta sfregiata da un uomo), l’inglese Lynne Ramsay con We have to talk about Kevin, lo statunitense Nicolas Winding Refn con Drive, l’israelinao Joseph Cedar con Footnote, l’austriaco Marcus Schleinzer con Michael e l’australiana Julie Leigh con Sleeping Beauty (questi ultimi due al loro primo lungometraggio).
Fuori concorso 5 film tra cui quello d’apertura Midnight in Paris, e due francesi La conquete di Xavier Durringer molto atteso anche perché ripercorre la campagna elettorale di Nicolas Sarkozy per le ultime presidenziali e The Artist di Michael Hazanavicious, un omaggio al cinema in bianco e nero e due americani Judy Foster con The Beaver ed il quarto film della fortunata serie Pirates of the Caribbean: on stranger Tides di Rob Marshall con Johnny Depp e Penelope Cruz.
Bella ed importante anche la selezione di Un Certain Regard, il cui presidente sarà quest’anno il regista serbo Emir Kustarica con 19 titoli, film inaugurale Restless di Gus Van Sant.
In gara Bakur Bakuradze con The Hunter, Andreas Dresen con Halt auf Freier Strecke, Bruno Dumont con Hors Satan, il debuttante al suo primo film Sean Durkin con Martha Marcy May Marlene, Robert Guediguian con Les Neiges du Kilimandjaro, Oliver Hermanus con Skoonheid, Hong Sangsoo con The Day He Arrives, Cristian Jimenez con Bonsai, Eric Khoo con Tatsumi, Kim Ki-duk con Arirang, Nadine Labaki con Et maintenant on va ou?, Catalin Mitulescu con Loverboy.
Poi, Na Hong-jin con Yellow sea. Gerardo Naranjo con Miss Bala, Juliana Rojas e Marco Dutra al loro primo lavoro con Trabalhar Cansa (lavorare stanca), Pierre Schoeller con L’ Exercise de l’Etat, Ivan Sen con Toomelah e, non ultimo, Joachim Trier con Oslo, August 31st.
Per le seguitissime proiezioni di mezzanotte ecco poi Wu Xia del cinese Chan Peter e Jours de Grace del messicano Everardo Gout. Proiezioni speciali Labrador di Frederikke Aspock, Le maitre des forges de l’enfer di Rithy Panh, Michael Petrucciani di Michael Radford e Tours au Larzac di Christian Rouaud.
Che la festa cominci!