Ute Lemper al Teatro Traiano di Civitavecchia con “Last Tango in Berlin”
Un viaggio da Berlino a Buenos aires, da Brecht a Piazzolla. accompagnata da pianoforte e bandoneon, Ute Lemper presenta una straordinaria serata di tanghi da tutto il mondo in spagnolo, portoghese, francese, tedesco e inglese.
La Lemper canta il suo omaggio al tango, ai suoi racconti d’amore, di vita, di morte, di fatalità e passione. il destino di queste canzoni ci porta in un viaggio nei i vicoli segreti di Berlino, new York, Parigi e Buenos aires. Internazionale davvero, Ute Lemper (www.utelemper.com) canta in inglese, parla in francese, flirta in tedesco e in spagnolo con la musica. e al pubblico, italiano, ancora incantato dal concerto dello scorso decennio, regala un amarcord felliniano.
Quarantasei anni, sottili, sinuosi, biondi, cresciuti nel clima della nuova Germania, Lemper è esattamente ciò che Dietrich seppe essere in un’altra Germania, apoteosi e tragedia d’europa. A Marlene infatti non si può non pensare, quando all’inizio dello spettacolo, questa Lemper felpata, diafana, sbuca in scena.
L’abito nero si amalgama con lo sfondo, e il gioco discreto delle luci lascia comparire il volto, i fotografatissimi spigoli biondi. tre musicisti fanno corona a Ute, diva e antidiva da tre lettere: vana Gierig è già seduto al piano, il talentuoso tito Castro impugna il bandoneon.
Poche note di introduzione e la platea capisce che sarà un “ich” alla Marlene, arrochito, caramelloso, caldo, ad introdurci stasera nei mondi della Lemper. Lemper però comincia a darci dentro, ed è un jazz d’oltreoceano, un sicopato forte, uno swing metropoli che trasforma in america quel sentimentale pezzo.
«Come volete che parli con voi stasera? inglese? francese? Scegliete, non ha importanza. Perché il viaggio che faremo assieme ci porterà lontano. nella Berlino dei cabaret, nelle strade di una struggente Parigi, nelle illusioni disilluse del tango».
Le piace conversare. Le piace intrattenere. Le piace viaggiare col carburante potente della voce, e tenerle dentro, lavorarsele, certe canzoni, per dare loro un nuovo splendore, ambiguo, rifratto in tante faccette. Se ha reinventato Marlene può reiventare anche la Piaf nel travolgente valzer di L’accordéoniste, o accompagnarci nei “salon” da ballo di Buenos aires, perché conosce perfettamente i languori e le impennate di astor Piazzola, come in Balada para mi muerte. Ma è attrice, oltre che cantante, Ute Lemper. educata al musical dai più grandi (da Cats a Chicago), diretta al cinema da mani magiche (di Greenaway come di altman), sa tenere la scena anche semplicemente, con un boa di struzzo, rosso, e ne segue la storia lasciandoci immaginare che dalla Berlino di Brecht, di kurt Weill, di Lotte Lenya, dalle coltellate mortali di Mackie Messer. C’è grinta, umorismo e carisma. C’è anche un po’ di timore, quando prova le note di Amarcord di nino Rota. e ci sono profondità e dramma, quando seduta sullo sgabello ci consegna, asciutta asciutta, la più famosa disperazione di Jacques Brel, Ne me quitte pas. tanto è chiaro che nessuno, né lei né il pubblico, vuole più andare via, quando l’ora sembrerebbe giunta. (da www.teatrotraianocivitavecchia.it)
Info:
Teatro Comunale Traiano
Corso Centocelle, 1 – 00053 Civitavecchia
Tel. 0766.370011
info@teatrotraianocivitavecchia.it
Pagina a cura di Tiziana Tiselli