L’Autre Maison di Mathieu Roy apre il 37° Festival des Film du Monde di Montreal

L’Autre  Maison di Mathieu Roy apre il 37° Festival des Film du Monde di Montreal

(Mariangiola Castrovilli) – Bellissimo e intimista “L’Autre Maison”, il film d’inaugurazione del 37° Festival des Film du Monde di Montreal firmato dal
regista quebecchese Mathieu Roy che racconta con pudore e tenerezza il difficile cammino di un padre di famiglia affetto da una malattia degenerativa, superbamente interpretato da Marcel Sabourin che ne fa un ritratto di una finezza eccezionale.

Mathieu Roy réalisateurIspirato un po’ alla sua storia di famiglia da cui però il regista prende le distanze, perché, come confessa, «non ho voluto imitare la realtà e la quotidianità della malattia ma piuttosto sparger qua e là dei toni impressionisti. A ben guardare questo lavoro si concentra di più sulle reazioni dei due figli di fronte alla malattia del padre, che affrontano ciascuno a suo modo».

Ed infatti, il primo, Gabriele (Roy Dupuis) affermato reporter sempre in giro sulle scene di guerra è arrogante quanto basta per poter dire ad Eric, il fratello che ha accantonato per il momento il suo brevetto di pilota per stare vicino al padre
Roy Dupuis e Marcel Sabourinnella casa di campagna in riva al lago dove vivono, che lui ha da fare e che può pagare una persona per stare accanto al padre, a cui, peraltro, in una sua velocissima visita ha fatto visitare una casa di riposo, kafkiana quanto basta. Veemente la reazione di Eric che difende la sua convinzione che il padre debba essere assistito dai due fratelli perché loro sono la sua famiglia…

Perfette le immagini che esprimono più di tante parole sentimenti ed emozioni percepiti attraverso lunghi silenzi che ti coinvolgono rubandoti il cuore. Come non partecipare a questa sofferenza di qualcuno che va in un luogo di non ritorno anche se con sprazzi velocissimi di ricordi che durano però troppo poco.

Bella la musica, accuratamente scelta e giusta per sottolineare le differenti emozioni di quest’uomo di lettere i cui sensi possono essere più stimolati dalla potenza evocativa dei suoni, fosse anche solo qualche nota accennata al piano. Bravissimo in questa difficile parte MARCEL SABOURINdell’uomo un po’ perduto dentro un suo mondo, Marcel Sabourin ha confessato, dopo la proiezione con una naiveté impressionante, di essere anche lui da sempre «un po’ perso nella mia vita quotidiana. Mi lascio infatti guidare sempre verso i posti dove devo andare. Questo personaggio sembra interessarsi a tutto, malgrado la sua malattia. E questo è il mio scopo nella vita. Mi auguro di meravigliarmi sempre per tutto, purtroppo però non succede perché sono perennemente troppo… distratto».

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