Dietro il Festival do Rio: Le manifestazioni pacifiche degli insegnanti e le violenze dei teppisti
Ancora manifestazioni di protesta a Rio. Ecco le testimonianze di Mariangiola Castrovilli nel video e nei reportage che seguono.
Rio de Janeiro, 8 ott (Mariangiola Castrovilli) – Ancora manifestazioni a Rio da parte degli insegnanti a causa del mancato adeguamento degli stipendi. La loro e quella dei simpatizzanti, in più di 10.000 secondo le autorità 50.000 secondo fonti di agenzia, è una protesta pacifica tra le vie e le piazze della capitale brasiliana, ma infiltrati, anarchici, “black bloc” e contestazioni pilotate al grido “Questo governo cadrà! Fuori Cabral e Paes!” (il governatore di Rio e il sindaco della città), mischiano le carte in tavola con esplosioni di violenza inaudita e inusitati atti vandalici con danni ovunque a non finire come nelle immagini che abbiamo registrato nel servizio video che vi proponiamo. Sfondati i cancelli del municipio, irruzioni nelle banche, casse bancomat divelte, incendi, automobili distrutte, lanci di sassi contro palazzi e barricate costruite con i mobili degli uffici pubblici e le forze dell’ordine ad usare gas lacrimogeni contro la folla.
Non è certo facile lavorare in queste condizioni con i lunghi spostamenti da affrontare per raggiungere le varie location del festival disseminate in una città sconfinata. Questa volta non ci sono stati, a differenza del 2 ottobre, rinvii o spostamenti di presentazioni o proiezioni di film. La festa continua, quindi, mentre gli insegnanti dopo aver rifiutato un aumento del 15% ritenuto insufficiente reclamano anche una revisione dell’intero sistema scolastico. Pertanto ancora tutti sul piede di guerra e sembra orami certa un’altra grande mobilitazione per il 15 ottobre.
Rio de Janeiro, 2 ott (Mariangiola Castrovilli) – Siamo venuti al Festival di Rio curiosi di vedere questa rassegna giunta alla sua 15° edizione ospitata in una delle città più fascinose del mondo, quando si dice Rio infatti si evocano spiagge di sabbia bianche, un mare fantastico, Oltrepensiero Redazionel’infinita passeggiata di Copacabana tutta un mosaico elicoidale e soprattutto l’atmosfera carioca così unica al mondo.
La gioia di vivere, l’allegria, la musica indimenticabile dal sound melodioso che ti accompagna passo passo, firmato Toquinio, Vinicius de Moraes, Maria Bethania, Rita Lee, Gilberto Gil, Cauby Pixoto e tanti altri che hanno scandito i nostri momenti romantici. Il fatto che sia una città pericolosa e che si debba stare attenti come d’altronde in ogni altra città del mondo, non ci turba minimamente, solo che quando si è qui per lavoro e la violenza della polizia ti insegue fin nei cinema, la storia cambia registro.
Come è successo ieri ed il giorno prima. In questo momento a Rio stanno scioperando gli insegnanti che protestano contro l’inadeguatezza dei loro stipendi e la manifestazione gira intorno a Cinelandia, il quartiere del centro dove c’è il cinema Odeon scelto per la maggior parte delle serate di Gala, il Teatro Municipal e dove c’è anche la Camera dei Deputati dove si svolge la manifestazione.
Manifestazione per la verità non violenta a cui invece la polizia ha risposto con una violenza incredibile a suon di fragorosissime bombe tirate per seminare il panico e gas lacrimogeni che hanno veramente generato lo scompiglio. L’altro ieri sera infatti i manifestanti per sfuggire ai gas lacrimogeni sono corsi a rifugiarsi all’Odeon dove si stava proiettando il gala di “Jogo de decapitacoes” di Sergio Bianchi ma la polizia li aveva preceduti chiudendo le porte.
Così ieri sono state cancellate tre proiezioni, “The Canyons” di Paul Schrader, “Tatuagem” del regista brasilano Hilton Lacerda e l’interessante documentario di Cavi Borges “Cidade de Deus – 10 anos despois” che è stato annullato dieci minuti prima della programmazione delle 17.
Solidali con i professori i dirigenti del festival che non hanno voluto rischiare coinvolgendo l’incolumità degli spettatori perché ‘the show must go on’. Infatti il direttore del festival di Rio ha trovato giusto cancellare le proiezioni è stata una saggia idea perché è stato accertato che sarebbe stato molto pericoloso andare avanti. Che sarebbe successo se la polizia avesse tirato una bomba nell’Odeon? La cosa più importante non è certo la proiezione ma la sicurezza del pubblico.
Se andate a vedere il comento di Paul Shrader sulla pagina di The Canyons su Facebook potrete leggere il suo pensiero su quello che è successo «sto assistendo alla protesta in televisione. Il dramma sembra accompagnare il mio film dovunque vada».