Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman, regia di Andrei Koncialovsky, al Teatro Eliseo di Roma
(Mariangiola Castrovilli) – «Non siamo che analfabeti dal punto di vista sentimentale. Ci hanno insegnato tutto ma non ci hanno insegnato una sola parola sulla nostra anima. L’ignoranza su noi stessi, è praticamente totale». Parola di Ingmar Bergman, uno degli autori più versatili ed interessanti degli ultimi decenni, profondo conoscitore della psiche umana e delle pulsioni che ci agitano da sempre. E mai, come in Scene da un matrimonio, nata nel 1973, Bergman ha saputo descrivere sussurri e grida all’interno di una coppia unita da una fede matrimoniale, situazione che poi, potrebbe essere quella dell’universo mondo.
Noi questo lavoro, che da subito divenne un grande successo, l’abbiamo visto al suo esordio a New York e poi a Londra. Anche perché, nel secolo scorso Bergman – appunto nel 1973 – metteva in piazza il difficile mestiere dell’essere sposati, dove le pulsioni sessuali, preferibilmente, dovevano essere circoscritte al talamo nuziale e, separarsi per un amore vissuto al di fuori del matrimonio, a qualunque latitudine, non era poi così in voga.
La trama come ricorderete, è quella che vede Milenka (Julia Vysotskaya) e Giovanni (Federico Vanni), una coppia che sembra essere felice e che, nella versione di Koncialosky, vive nella Roma degli anni Sessanta. Ma l’apparente quiete viene rotta dal marito che s’innamora di Paola, una studentessa, per cui vuole divorziare. Niente di così eclatante oggi, ma questa decisione, quarantasei anni fa, non era poi così facile.
Perché, come quasi tutti sanno, il dolce sapore dell’amore dopo un po’, diventando usuale, non interessa poi più che tanto e si va alla ricerca di qualcos’altro. E Giovanni, appunto, innamorandosi di una studentessa, dopo un po’ si rende conto che il matrimonio è arrivato alla stazione, ed è tempo di divorzio… solo che i documenti non sono ancora stati firmati…
Di più non vi diciamo, su questo dramma eminentemente di parola, per non togliere ai nostri lettori che non conoscono il lavoro di Bergman nella versione di Andrei Koncialovsky. Una produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, di andare a vederlo in questi giorni, fino al 17 di novembre, all’Eliseo di Roma.