“Le dodici stelle di Shakespeare”, originale rilettura di Enrico Petronio, attraverso i segni zodiacali, dei personaggi del più importante drammaturgo della cultura occidentale

“Le dodici stelle di Shakespeare”, originale rilettura di Enrico Petronio, attraverso i segni zodiacali, dei personaggi del più importante drammaturgo della cultura occidentale

Le dodici stelle di Shakespeare
L’epoca di William Shakespeare è segnata dalla frattura definitiva fra mondo antico e moderno. Così le sue opere “specchiano” (Amleto) il tormento dell’Uomo. Per l’astrologia naturalis del ‘500 esiste un intenso rapporto fra universo ed esseri viventi. Inserito come tutte le creature nell’ordine della Natura sulla ruota del Tempo, l’Uomo si evolve attraverso dodici tappe: i dodici segni zodiacali.

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Intervista di Giovanni Paolo Fontana

Esploratore shakespeariano pop, il regista e studioso culturale Enrico Petronio ha puntato, in questo saggio, Le dodici stelle di Shakespeare, la sua ricerca sui collegamenti tra il Bardo e gli astri a partire dai suoi testi e dall’ambiente storico in cui visse e scrisse.

ShakespeareL’epoca di Shakespeare fu infatti segnata dalla frattura definitiva fra mondo antico e moderno, un segnale di tormento umano ed esistenziale su cui si riflettono i suoi lavori, spesso condizionati dal contesto sociale, ma ancor più spesso da… “altro”. La complessità dei sentimenti e delle azioni nei personaggi da lui ritratti, secondo uno studiato allineamento astrologico naturalis che ipotizzava nel Cinquecento proprio uno stretto e intenso rapporto fra universo ed esseri viventi, è alla base del suo lavoro, pubblicato da “Emersioni” (Lit Edizioni).

Costruito come un diario di bordo, esattamente come tutto il senso della ricerca che da anni compie col suo blog Lo Zio Willy”, Petronio parte proprio dalla sua autobiografia esplorativa per analizzare le tappe di un processo che vede collimare le dodici tappe connesse ai segni zodiacali, con i caratteri psicologici di alcuni dei personaggi shakespeariani più significativi, secondo l’ordine della Natura sulla ruota del Tempo.

Lo zio Willy Enrico Petronio«Da sempre considero William Shakespeare come uno straniero sconosciuto, a cui ho raccontato la vita – afferma Petronioma gradualmente è diventato il mio confidente più vicino nel raccontarmi, attraverso le sue opere, un mondo pervaso di uomini e donne con i loro inespugnabili misteri. Si è sempre detto che il nostro autore si sia occupato di tutta la gamma dell’umanità ed è sempre passato come un genio illuminato, ma nessuno si è mai chiesto come abbia fatto a padroneggiare una così vasta area di psicologie umane. Studiando quella che era l’astrologia ai suoi tempi, che poi è la stessa trattata da molti astrologi contemporanei, ho ipotizzato che Shakespeare abbia costruito i suoi personaggi più famosi assegnando ad ognuno, prima di descriverli, il segno zodiacale più consono. Romeo doveva quindi essere dell’Ariete perché, a mio avviso, possiede le specifiche caratteristiche di quel segno, così come Amleto non può che essere dei Pesci, il segno più complesso e tormentato che corrisponde al dodicesimo stadio dell’evoluzione umana, quella che alcuni definiscono dell’ “ultraumano”. Secondo questo concetto, quindi, lo scrittore – sottolinea Enrico Petroniosarebbe stato un vero e proprio artigiano, concependo per ogni opera una struttura chiara e razionale, assolutamente premeditata e in linea con gli schemi dell’astrologia».

Dal Sonetto 14 attraverso il mistero di “Tutto è bene”, fino all’analisi approfondita di “Romeo e Giulietta”, il racconto offre spunti per una teoria nuova e rivoluzionaria nella comprensione del pensiero shakespeariano. Un saggio decisamente originale che vuole essere anche uno specchio riflesso tra l’analisi testuale delle opere del Bardo e le continue ricerche che Petronio compie da anni sull’argomento e che sono sfociate in alcuni casi in vere e proprie conferenze-spettacolo su varie e molteplici tematiche connesse.

Le dodici stelle di Shakespeare Enrico Petronio

ENRICO PETRONIO

Si diploma attore prima nel Regno Unito alla Richmond Drama School, poi alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler. Successivamente si diploma in regia con Luca Ronconi per il quale lavora come assistente. È assistente alla regia anche per Cesare Lievi e Laura Pasetti. Debutta come regista con I due gentiluomini di Verona di Shakespeare al Teatro Vittoriale (Gardone Riviera). Di Shakespeare dirige ancora Tutto è bene quel che finisce bene e Romeo e Giulietta. Crea il festival Scene dal parco della luna a Villa Nicolaj (in provincia di Bologna) dove, oltre a testi originali propri, dirige grandi classici (Cechov, Pirandello e Garcia Lorca) e ancora Shakespeare con Nudo, ovvero Sogno di una notte di mezza estate. Nel 2016 crea Lo zio Willy, portale sul web di cultura shakespeariana pop. – (www.loziowilly.com)

FONTE: Elisabetta Castiglioni – Press Office & Public Relations

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