L’Ucraina … “La roba” e il giocattolo
• “… Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: – Roba mia, vientene con me! -” (Giovanni Verga) •
(Gicar) – In questi giorni di guerra, lontana e assai vicina allo stesso tempo, di infinite analisi geopolitiche dagli incerti scenari, di sanzioni economiche e conseguenze boomerang, di morti ammazzati innocenti immolati alla libertà e alle ideologie, al potere e alle spartizioni territoriali e conteninentali, la distruzione di una nazione quasi completamente rasa al suolo dalle bombe e dai missili mi ha fatto tornare in mente una novella di fine ottocento del nostro Giovanni Verga: ‘La roba’.
Le situazioni drammaticamente vere narrate in questo racconto sicuramente solo per analogie forzate possono avvicinarsi a quanto stiamo vivendo e sta accadendo in questa porzione di terzo millennio, ma quel ‘Mazzarò’ , al quale tanti di noi somigliano, finisce virtualmente con l’identificarsi, mutatis mutandis, ad un personaggio dalla sorpassata memoria storica promotore dell’attuale scellerata guerra, soprattutto nell’amaro epilogo della vicenda narrata dal Verga.
Vi lascio alla lettura de ‘La roba’ e mi scuso per aver tirato in ballo uno dei maggiori scrittori e drammaturghi della storia, nonché Senatore del Regno d’Italia, in questa invettiva nella sconsolata constatazione di come l’Ucraina possa rappresentare un bel giocattolo impossibile da possedere e allora qualcuno che oggi lo brama, nel tentativo di rinverdire trascorsi non più percorribili, lo ruba per romperlo nell’aberrazione di restituirlo poi, tutto distrutto, al legittimo proprietario, il popolo ucraino … >>>
http://digilander.libero.it/dlpasquale/roba.pdf