CON IL FILM DI ISABEL COIXET IL FESTIVAL DI CANNES SI AVVIA VERSO LA CONCLUSIONE

 
\"FESTIVAL(M.C.) – Abbasso  i falsi geni che si credono degli dei. In realtà spacciano, per nuovi, lavori che sono solo “rimasticamenti” di una creatività in crisi… risparmiando, poi, sulla psicanalisi con l’uso indiscriminato del cinema come terapia. E poco importa se il pubblico non apprezza i loro film. Infischiandosene della platea, questi falsi profeti, confessano spudoratamente di non aver in nessun cale l’altrui giudizio… l’importante è che piacciano a loro. Viva allora l’intelligenza ed il saper raccontare storie che piacciono come quelle di Terry Gillian in The Immaginarium of Doctor Parnassus o in Map of the sounds of Tokyo di Isabel Coixet, ultimi due film di questa lunga competizione ufficiale di Cannes 62°.
 
 
 

M A P  of  the  S O U N D S  of  T O K Y O

di  Mariangiola Castrovilli
 
 
 
\"MapLa Tokyo della Coixet è veramente splendida, solare e piena di luci naturali di giorno e fascinosa di notte che ti mette voglia di chiamare l’agenzia, prenotare subito un biglietto, e andare a conoscerla meglio, a differenza della Tokyo opprimentemente psichedelica di Noé, che solo a vederla ti da il mal di mare. E differente è anche la storia, che parla ancora di solitudini, di amore negato e mal riposto, di sterile vendetta, di potere e di voglia di cambiare.
 
\"PHOTOLa solitaria Ryu (Rinko Kikuchi) è una bella ragazza che nasconde una doppia vita, di notte lavora al mercato del pesce e, occasionalmente uccide su commissione.  C‘è poi un padre (Takeo Nakahara), un tycun della finanza che ritiene responsabile del suicidio della figlia David, il marito spagnolo che invece non riesce a dimenticarla (un’umanissimo Sergi Lopes), Ishida (Hideo Sakaki) impiegato del padre che contatta Ryu per farlo uccidere, ed un tecnico del suono ossessionato dai rumori assordanti della città.  Ma il destino a volte prende strade diverse, Ryu che come assassina è metodica e precisa, quando va in sopralluogo nel negozio di vini di David, scatta qualcosa tra loro per cui non potrà più ucciderlo anche se la fine non sarà certo un happy-end.
 

segue … >>>

 

 
\"FESTIVAL(M.C.) – Abbasso  i falsi geni che si credono degli dei. In realtà spacciano, per nuovi, lavori che sono solo “rimasticamenti” di una creatività in crisi… risparmiando, poi, sulla psicanalisi con l’uso indiscriminato del cinema come terapia. E poco importa se il pubblico non apprezza i loro film. Infischiandosene della platea, questi falsi profeti, confessano spudoratamente di non aver in nessun cale l’altrui giudizio… l’importante è che piacciano a loro. Viva allora l’intelligenza ed il saper raccontare storie che piacciono come quelle di Terry Gillian in The Immaginarium of Doctor Parnassus o in Map of the sounds of Tokyo di Isabel Coixet, ultimi due film di questa lunga competizione ufficiale di Cannes 62°.
 
 
 

M A P  of  the  S O U N D S  of  T O K Y O

di  Mariangiola Castrovilli
 
 
 
\"MapLa Tokyo della Coixet è veramente splendida, solare e piena di luci naturali di giorno e fascinosa di notte che ti mette voglia di chiamare l’agenzia, prenotare subito un biglietto, e andare a conoscerla meglio, a differenza della Tokyo opprimentemente psichedelica di Noé, che solo a vederla ti da il mal di mare. E differente è anche la storia, che parla ancora di solitudini, di amore negato e mal riposto, di sterile vendetta, di potere e di voglia di cambiare.
 
\"PHOTOLa solitaria Ryu (Rinko Kikuchi) è una bella ragazza che nasconde una doppia vita, di notte lavora al mercato del pesce e, occasionalmente uccide su commissione.  C‘è poi un padre (Takeo Nakahara), un tycun della finanza che ritiene responsabile del suicidio della figlia David, il marito spagnolo che invece non riesce a dimenticarla (un’umanissimo Sergi Lopes), Ishida (Hideo Sakaki) impiegato del padre che contatta Ryu per farlo uccidere, ed un tecnico del suono ossessionato dai rumori assordanti della città.  Ma il destino a volte prende strade diverse, Ryu che come assassina è metodica e precisa, quando va in sopralluogo nel negozio di vini di David, scatta qualcosa tra loro per cui non potrà più ucciderlo anche se la fine non sarà certo un happy-end.
 

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\"La«I film, come la musica e la poesia, nascono da strani incontri, da casi fortuiti, ma sempre magici» dichiara la regista spagnola Isabel Coixet alla sua prima esperienza in competizione a Cannes, eccettuata la partecipazione al famoso lavoro corale su Parigi del 2006. «Nel caso di Map of the sounds of Tokyo ho cominciato ad intravedere la storia al mercato del pesce di Tsukiji a Tokyo alle quattro del mattino. L’odore del tonno fresco, delle alghe, delle ostriche, le grida dei venditori, l’andirivieni rumoroso di migliaia di casse e la luce particolare delle lampade fluorescenti hanno giocato un ruolo importante nell’idea che stava prendendo forma nella mia testa. Come anche il viso chiuso di una ragazza che ha rifiutato energicamente che le scattassi una foto mentre armata di una pompa ripuliva con perizia il banco su cui fino a poco prima aveva tagliato tranci di pesce».
 

\"PHOTOE … ? 
«Mi è subito stato chiaro che avrei raccontato una donna dura, solitaria, misteriosa, ferita, che lavora appunto in questo mercato del pesce dalle sette di sera alle cinque della mattina facendo un lavoro pesante e che occasionalmente viene recrutata come killer. E quella di un uomo ossessionato dai suoni, segretamente innamorato di lei, e che sa perfettamente che da lei non potrà avere altro che il rumore del suo respiro, quello dei suoi tacchi su una strada solitaria e le conversazioni durante gli incontri con un uomo spagnolo che le fa considerare la vita in modo diverso. Su questo s’innesta quella di un uomo che non potendo sopportare la perdita della figlia sarà il mandante di una tragica vendetta».

 

\"IsabelIsabel,  la sua Tokyo, coprotagonista del film ha qualcosa di particolare…  
«Il mio amore per la cultura giapponese, la loro letteratura moderna, l’atmosfera dei romanzi di Murakami e Banana Yoshimoto, la mia nota dipendenza dal wasabi e le vibrazioni che Tokio emette la notte, un miscuglio d’impazienza, mistero, ombre e tenerezza che lascia una traccia indelebile».

 

mikronet

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