In mostra a Tarquinia, in omaggio a Charlie Hebdo, le vignette originali del 1970 di Georges Wolinski
Per rendere omaggio alle vittime del barbaro attentato terroristico del 7 gennaio 2015 al giornale satirico “Charlie Hebdo”, tra le quali Georges Wolinski e Jean Cabut (Cabu), l’Assessorato alla Cultura del Comune di Tarquinia ha riproposto parte della “Mostra Internazionale dell’Umorismo” che si aprì nella città tirrenica il 1° ottobre 1970. Nel filmato realizzato da Videopensiero (OltrepensieroNews), l’Arch. Angelo Centini, presidente della commissione cultura ed il Prof. Maurizio Brunori (co-organizzatore delle due mostre) presentano l’iniziativa di oggi e ricordano anche con particolari inediti e aneddoti quella di allora. Nel video vengono mostrate anche alcune vignette originali d’epoca di Wolinski che soggiornò in quell’occasione a Tarquinia, insieme a quelle di Cabu e di altri disegnatori europei e statunitensi.
Ideata da Sebastian Matta, la mostra del 1970 fu patrocinata dal Comune di Tarquinia e allestita nella ex chiesa di San Pancrazio dall’architetto Massimiliano Fuksas. Vi esposero le loro graffianti vignette, create appositamente per l’esposizione, disegnatori francesi, belgi, statumitensi, e italiani, ma la parte del leone la fecero i collaboratori di “Charlie Hebdo”, che allora si chiamava “L’Hebdo hara-kiri”: Wolinski, Siné (venuti appositamente a Tarquinia), Cabu, Gebé, Reiser, Fournier, Effel ed altri. Garanti del livello artistico e dello spirito critico dell’esposizione furono lo stesso Matta, il direttore de “L’Hebdo hara-kiri” Francois Cavanna, l’editore parigino Jean-Jacques Pauvert, Adriano Spatola (presenti a Tarquinia), nonché Nikel di Francoforte e Fred Jordan di New York. La mostra ebbe un’eco nazionale e internazionale, anche per la circostanza che a pochi giorni dalla sua apertura l’autorità giudiziaria sequestrò alcuni disegni ed incriminò gli organizzatori, poi prosciolti.
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Georges Wolinski, che è stato uno degli animatori della contestazione studentesca del Sessantotto parigino, intervistato nel 1970 a Tarquinia diceva: «Mi sento come un vecchio anarchico, ma poi mi comporto come un normale professionista: ogni mattina alle otto mi metto al tavolino». Coi suoi schizzi fulminanti, spassosi e corrosivi, con la grazia del sorriso, Wolinski è stato un geniale dissacratore, un umoristico dinamitardo di ogni tipo di ipocrisia e di perbenismo.
Cabu ha condiviso per decenni con Wolinsky, di cinque anni più anziano, la collaborazione prima a “L’Hebdo hara-kiri” poi a “Charli Hebdo”, giornale béte et méchant (“supido e cattivo”), come si autodefiniva nel titolo. Con la sua satira irriverente, provocatoria, Cabu ha sempre suscitato un riso liberatore.
Fonti: Mostra “Omaggio a Charlie Hebdo” – OltrepensieroNews