PARIGI: RITORNO AL FUTURO di Alessandro Rizzo
Migliaia di giovani protestano
contro la legge sul primo impiego
Migliaia di giovani protestano
contro la legge sul primo impiego
La Francia si mobilita e con essa si apre una stagione europea che indica come la tensione sociale, in qualsiasi parte del continente, sia giunta all’apice della propria curva crescente: flessibilità e precarietà, mancanza di tutele sociali, diminuzione dei poteri contrattuali delle rappresentanze sindacali, liberismo che significa libera circolazione delle merci e chiusura delle frontiere per la libera circolazione delle lavoratrici e dei lavoratori, cittadine e cittadini, destrutturazione dello stato sociale, aumento dei costi della vita, diminuzione del reddito e dei salari.
A Parigi il vento della contestazione è ritornato a spirare con forza e determinazione: sono gli stessi sindacati studenteschi che registrano il compito nuovo di rappresentare una nuova precarietà, fatta di persone giovani che si imbattono in lavori atipici delle società di servizi attuali, post fordiste, che, sotto la falsa etichetta del garantire maggiore tempo libero per l’occupato a tempo determinato, prevede un sistema che aliena il soggetto dei propri diritti, mantenendo un’incertezza di fondo e una ricattabilità maggiore.
Prima i san papiers, dopo le lavoratrici e i lavoratori del settore culturale, poi gli abitanti delle banlieurs, oggi le studentesse e gli studenti alle prese con il primo impiego all’insegna dell’usa e getta, del cosiddetto “rapporto clinex”, che si alleano con le lavoratrici e i lavoratori precari delle periferie parigine, dove il tasso di disoccupazione sale al 26%, 50% in più rispetto alla quota media nazionale. La battaglia continuerà? Fino a quando la nuova contestazione durerà?
Non ci rimane che sperare in un atto di presa di coscienza collettiva che possa, in forma organizzata, dare sbocco positivo a questa legittima mobilitazione contro una diminuzione delle garanzie e una lesione di quelle stesse conquiste per cui, nel 1968, le madri e i padri di queste studentesse e di questi studenti sfilavano in piazza e gridavano con forza e vigore la loro rabbia contro un conformismo asfissiante e illiberale, liberticida e oscurantista.
La democrazia non è un dono inalienabile, ma viene posto in pericolo ogni giorno da qualsiasi potere forte: per questo occorre combattere e mobilitare le proprie forze e le proprie energie per difendere ciò che qualcuno ha a noi garantito con la propria volontaria mobilitazione.