BUON ANNO !

Si fa per dire, perché quel secondo che se ne va, quell’attimo perduto che più non tornerà e che un altro uguale non ritroveremo mai e che fa da spartiacque tra un anno e l’altro, non reciderà mai, in fondo, il cordone ombellicale con il nostro passato in continuo divenire.

Con le coscienze turbate da Welby e Saddam Hussein, da Berlusconi e Prodi, varchiamo il “Rubicone” con il più fatidico “Alea iacta est”! (Il dado è tratto) per immergerci nel nostro futuro che si trascinerà dietro i problemi di ieri con quelli che verranno.

Ma la provocatoria cartolina di auguri che “Oltrepensiero.it”  ha inviato a quanti conosce “personalmente” e che propone a tutti i lettori, con quell’inquietante canna di fucile che esplode un colpo virtuale su una bottiglia di champagne che esplode in tutta la sua gassosa gioia, non vuole altro che interpretare il senso di un passato che ci insegue con tutta la sua virulenza, ma che inevitabilmente non può impedirci di sognare, di sperare e di prorompere e tuonare nel porre le fondamenta ad un domani migliore dove i primi a perfezionarsi dobbiamo essere proprio noi stessi come individui: negli affetti più intimi, nei confronti delle amicizie, nei luoghi di lavoro e nell’impegno sociale.

Si fa per dire, perché quel secondo che se ne va, quell’attimo perduto che più non tornerà e che un altro uguale non ritroveremo mai e che fa da spartiacque tra un anno e l’altro, non reciderà mai, in fondo, il cordone ombellicale con il nostro passato in continuo divenire.

Con le coscienze turbate da Welby e Saddam Hussein, da Berlusconi e Prodi, varchiamo il “Rubicone” con il più fatidico “Alea iacta est”! (Il dado è tratto) per immergerci nel nostro futuro che si trascinerà dietro i problemi di ieri con quelli che verranno.

Ma la provocatoria cartolina di auguri che “Oltrepensiero.it”  ha inviato a quanti conosce “personalmente” e che propone a tutti i lettori, con quell’inquietante canna di fucile che esplode un colpo virtuale su una bottiglia di champagne che esplode in tutta la sua gassosa gioia, non vuole altro che interpretare il senso di un passato che ci insegue con tutta la sua virulenza, ma che inevitabilmente non può impedirci di sognare, di sperare e di prorompere e tuonare nel porre le fondamenta ad un domani migliore dove i primi a perfezionarsi dobbiamo essere proprio noi stessi come individui: negli affetti più intimi, nei confronti delle amicizie, nei luoghi di lavoro e nell’impegno sociale.