RICORDANDO IL PROF. MICHELE SERNINI
E S T E N S I O N I E S C L U S I O N I C O N N E S S I O N I
Entrando nel sobrio, ma ricchissimo, sito del professore Sernini (www.sernini.net), insieme ai libri, ai numerosi articoli, ai saggi, agli atti dei convegni, troverete la foto di un uomo che con occhi criticamente perplessi tiene una macchina fotografica in mano… Un modo particolare di presentarsi; facendoci distogliere per un attimo lo sguardo dal pc e come se ci dicesse: Non guardare me, ma cogli ciò che ti sta intorno….
Ma chi era? Cosa Insegnava? Cosa scriveva?
Nato a Firenze nel 1936, si era laureato in giurisprudenza a Padova nel 1960. Intorno alla metà di questi anni studiando per un grande comune i problemi inerenti la città, la pianificazione, le infrastrutture di trasporto, l’area metropolitana, si appassionò di tutte le problematiche della vita urbana e metropolitana, diventando uno dei più illustri “urbanisti” e teorici della tecnica e della pianificazione urbanistica. Ha insegnato in diverse Università, sia come professore ordinario che a contratto: Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, Facoltà di Giurisprudenza Milano-Bicocca e di Padova, Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Ha pubblicato diversi libri: ”Il governo del territorio” (1973, Franco Angeli editore), ”La citta’ disfatta” (1988, Franco Angeli), ”Terre sconfinate” (1996, Franco Angeli) , ”Milano. Una forma di citta” (1998, Rubettino).
Ha scritto per molti periodici e riviste: Archivio di studi urbani e regionali, Controspazio, Cru-Critica della razionalità urbanistica, Amministrare, Urbanistica, Urbanistica Informazioni, Futuribili, Parametro, Icaro, L’Indice dei libri del mese, Iride.
È stato membro del comitato scientifico di Archivio di studi urbani e regionali. E’ stato socio corrispondente dell’Accademia Etrusca di Cortona. Ha fondato e diretto il Centro per lo Studio delle Logiche Sociali.
E S T E N S I O N I E S C L U S I O N I C O N N E S S I O N I
Entrando nel sobrio, ma ricchissimo, sito del professore Sernini (www.sernini.net), insieme ai libri, ai numerosi articoli, ai saggi, agli atti dei convegni, troverete la foto di un uomo che con occhi criticamente perplessi tiene una macchina fotografica in mano… Un modo particolare di presentarsi; facendoci distogliere per un attimo lo sguardo dal pc e come se ci dicesse: Non guardare me, ma cogli ciò che ti sta intorno….
Ma chi era? Cosa Insegnava? Cosa scriveva?
Nato a Firenze nel 1936, si era laureato in giurisprudenza a Padova nel 1960. Intorno alla metà di questi anni studiando per un grande comune i problemi inerenti la città, la pianificazione, le infrastrutture di trasporto, l’area metropolitana, si appassionò di tutte le problematiche della vita urbana e metropolitana, diventando uno dei più illustri “urbanisti” e teorici della tecnica e della pianificazione urbanistica. Ha insegnato in diverse Università, sia come professore ordinario che a contratto: Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, Facoltà di Giurisprudenza Milano-Bicocca e di Padova, Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Ha pubblicato diversi libri: ”Il governo del territorio” (1973, Franco Angeli editore), ”La citta’ disfatta” (1988, Franco Angeli), ”Terre sconfinate” (1996, Franco Angeli) , ”Milano. Una forma di citta” (1998, Rubettino).
Ha scritto per molti periodici e riviste: Archivio di studi urbani e regionali, Controspazio, Cru-Critica della razionalità urbanistica, Amministrare, Urbanistica, Urbanistica Informazioni, Futuribili, Parametro, Icaro, L’Indice dei libri del mese, Iride.
È stato membro del comitato scientifico di Archivio di studi urbani e regionali. E’ stato socio corrispondente dell’Accademia Etrusca di Cortona. Ha fondato e diretto il Centro per lo Studio delle Logiche Sociali.
Estensioni Esclusioni Connessioni che ho cercato di sintetizzare faticosamente nel tentativo di tracciare, in questa sede, un ritratto più immediato e quindi un rapporto più diretto con il lettore. Consiglio e sottolineo, comunque, vivamente e non solo agli addetti ai lavori una lettura integrale per una migliore e più completa comprensione ( è pubblicato sul suo sito internet insieme a tanti altri testi ). Penso che tutti ci siamo chiesti almeno una volta: Occupiamo uno spazio? Abitiamo in un “luogo”? Siamo sempre contenti del posto in cui ci troviamo? E come ci muoviamo? Che libertà abbiamo dell’uso dello spazio? Com’è fatta la città in cui “viviamo”?
Anche in un’epoca come quella attuale dove le categorie di spazio e di tempo sono in discussione, sono appiattite e quasi annullate dalla mondializzazione e dalle telecomunicazioni, e dove alcuni filosofi e studiosi parteggiano per l’avvenuta scomparsa e l’irrilevanza dello spazio, altri per analogo trattamento subito invece dal tempo, non si può non rilevare, (…)una simultanea importanza, ancora e comunque, degli aspetti della vita fisica quotidiana che nello spazio in ogni modo si svolge, e che ha ancora bisogno di una residua incomprimibilità del tempo e di una non totale acquiescenza alle forme ossessive di controllo del tempo. Spazio e tempo sono ancora insieme, anche se maltrattati e in dissolvimento, e anche se le preferenze circa l’importanza possono andare più all’uno o all’altro nella generale incertezza di oggi come è del resto avvenuto nel pensiero filosofico per millenni. (…). Lo spazio occupato dai corpi – muoversi nello spazio, avere spazio a disposizione, aggregarsi nello spazio nel modo sapiente che millenni di civiltà hanno inventato e perfezionato col tipo di organizzazione spaziale chiamato città – ci interessa in sè, come garanzia per l’esistenza, ma anche nel suo aspetto di distanza. (…) Intendiamo proprio la distanza fisica, la misura dello spazio tra persone o tra edifici. Evitando la città costretta, oppure gli individui troppo ridotti in pochissimo spazio individuale; o al contrario la città rarefatta, la densità molto bassa, gli insediamenti o gli edifici troppo distanti tra loro per quello che può essere un uso normale corrente quotidiano(…) Un assunto alla moda è oggi che la città sia del tutto superata dal post-urbano, che l’autogrill e la pompa di benzina la vincano sulla città, che l’insediamento diffuso sia più importante della città, anche intesa come città estesa e allargata a metropoli e quindi ovviamente meno compatta. Non si tratta certo di smentire l’importanza di questi fatti. Ma è esagerato assumerli come l’unico dato territoriale della contemporaneità (…) al di là delle suggestioni alla moda e dell’affetto per forme passate o per vecchi obiettivi di governo della società, una urbanistica attenta a costruire connessioni più che a segmentare gli insediamenti sul territorio potrebbe contribuire in maniera generale ad aumentare per tutti la libertà nell’uso dello spazio. (Professore Michele Sernini)
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Maria Stella Ivana Riggi (Maggio 1972), architetto vive e lavora in Sicilia precisamente a Caltanissetta dove attualmente risiede.
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