FATTI E POESIA a cura di Reno Bromuro

– FATTI DAL 10 AL 16 APRILE TRA IL 1901 ED IL 1922

– PARLIAMONE: ANCORA CONTRO IL RACKET DELL’ARTE (3)

– LA POESIA DELLA SETTIMANA: CONOSCIAMO MARGHERITA RIMI
IL BARICENTRO 

FATTI:

10 aprile 1922: si apre a Genova la conferenza internazionale, destinata a esaminare i problemi della ricostruzione delle economie russa e tedesca. Per la prima volta, dopo la fine della guerra mondiale, si trovano di fronte in un vertice internazionale, in condizioni di parità, nazioni vinte e vincitrici: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Austria, Unione Sovietica. I lavori della conferenza si protraggono fino al 19 maggio.

11 aprile 1927: il processo contro Tito Zaniboni e il generale Luigi Capello per l’attentato a Mussolini del novembre 1925 si apre di fronte al Tribunale speciale. Il giorno 21 sarà letta la sentenza, che prevede per i due maggiori imputati una pena di trent’anni di reclusione.

12 aprile 1923: si apre a Torino, il Quarto Congresso del Partito Popolare. Al centro della discussione è la partecipazione dei cattolici al governo Mussolini. Il segretario del partito, don Luigi Sturzo, pur ammettendo che il governo possa portare del bene alla patria, nega la possibilità di una stabile convergenza tra i presupposti programmatici dei popolari e degli altri partiti, primo tra tutti il Partito Fascista. Emerge una forte diversificazione delle posizioni sul problema dei rapporti con il fascismo. Il congresso si pronuncia a favore di una collaborazione condizionata, tattica e non ideologica.

13 aprile 1917: in un incontro fra i ministri degli esteri francese, inglese e italiano per discutere le questioni relative all’Asia Minore e alla Grecia il governo francese avanza una proposta tramite il nuovo presidente del consiglio Alexandre Ribot in accordo con il primo ministro britannico David Lloyd George. Essa mira a dissipare i malumori suscitati in Italia dagli accordi per la spartizione della Turchia conclusi dagli anglo-francesi fra il marzo 1915 e il maggio 1916 all’insaputa del governo italiano e resi noti solo nell’ottobre 1916. Ribot è interessato inoltre a sondare le reazioni di Sonnino riguardo ai passi per una pace separata intrapresi dall’Austria verso la Francia in marzo, anch’essi all’insaputa dell’Italia.

14 aprile 1901: nasce a Paduli in provincia di Benevento Enzo V. Mormorale, filologo e latinista, autore de «La storia della Letteratura Latina», del Cato Major, del Petronio Arbiter ed altri duecento trattati e saggi su autori latini.


14 aprile 1915
: a Milano uno sciopero generale cittadino si svolge per protestare contro l’uccisione da parte della forza pubblica di un operaio durante una manifestazione socialista contro la guerra, svoltasi l’undici aprile.

15 aprile 1919: gruppi fascisti incendiano la sede dell’ Avanti! durante uno sciopero generale a Milano. Nel corso dell’anno si costituiranno le prime squadre d’azione fasciste che si scateneranno violentemente soprattutto contro le sedi socialiste.

16 aprile 1915: l’Austria respinge le richieste italiane, ribadendo di essere disposta a cedere soltanto una parte del Trentino. Le trattative fra i due Stati sono così interrotte.

                                                                                                                                                   segue…>>

– FATTI DAL 10 AL 16 APRILE TRA IL 1901 ED IL 1922

– PARLIAMONE: ANCORA CONTRO IL RACKET DELL’ARTE (3)

– LA POESIA DELLA SETTIMANA: CONOSCIAMO MARGHERITA RIMI
IL BARICENTRO 

FATTI:

10 aprile 1922: si apre a Genova la conferenza internazionale, destinata a esaminare i problemi della ricostruzione delle economie russa e tedesca. Per la prima volta, dopo la fine della guerra mondiale, si trovano di fronte in un vertice internazionale, in condizioni di parità, nazioni vinte e vincitrici: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Austria, Unione Sovietica. I lavori della conferenza si protraggono fino al 19 maggio.

11 aprile 1927: il processo contro Tito Zaniboni e il generale Luigi Capello per l’attentato a Mussolini del novembre 1925 si apre di fronte al Tribunale speciale. Il giorno 21 sarà letta la sentenza, che prevede per i due maggiori imputati una pena di trent’anni di reclusione.

12 aprile 1923: si apre a Torino, il Quarto Congresso del Partito Popolare. Al centro della discussione è la partecipazione dei cattolici al governo Mussolini. Il segretario del partito, don Luigi Sturzo, pur ammettendo che il governo possa portare del bene alla patria, nega la possibilità di una stabile convergenza tra i presupposti programmatici dei popolari e degli altri partiti, primo tra tutti il Partito Fascista. Emerge una forte diversificazione delle posizioni sul problema dei rapporti con il fascismo. Il congresso si pronuncia a favore di una collaborazione condizionata, tattica e non ideologica.

13 aprile 1917: in un incontro fra i ministri degli esteri francese, inglese e italiano per discutere le questioni relative all’Asia Minore e alla Grecia il governo francese avanza una proposta tramite il nuovo presidente del consiglio Alexandre Ribot in accordo con il primo ministro britannico David Lloyd George. Essa mira a dissipare i malumori suscitati in Italia dagli accordi per la spartizione della Turchia conclusi dagli anglo-francesi fra il marzo 1915 e il maggio 1916 all’insaputa del governo italiano e resi noti solo nell’ottobre 1916. Ribot è interessato inoltre a sondare le reazioni di Sonnino riguardo ai passi per una pace separata intrapresi dall’Austria verso la Francia in marzo, anch’essi all’insaputa dell’Italia.

14 aprile 1901: nasce a Paduli in provincia di Benevento Enzo V. Mormorale, filologo e latinista, autore de «La storia della Letteratura Latina», del Cato Major, del Petronio Arbiter ed altri duecento trattati e saggi su autori latini.


14 aprile 1915
: a Milano uno sciopero generale cittadino si svolge per protestare contro l’uccisione da parte della forza pubblica di un operaio durante una manifestazione socialista contro la guerra, svoltasi l’undici aprile.

15 aprile 1919: gruppi fascisti incendiano la sede dell’ Avanti! durante uno sciopero generale a Milano. Nel corso dell’anno si costituiranno le prime squadre d’azione fasciste che si scateneranno violentemente soprattutto contro le sedi socialiste.

16 aprile 1915: l’Austria respinge le richieste italiane, ribadendo di essere disposta a cedere soltanto una parte del Trentino. Le trattative fra i due Stati sono così interrotte.

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PARLIAMONE:

ANCORA CONTRO IL “RACKET DELL’ARTE”  (3)

Vi prego di scusarmi se rimando questo colloquio a sabato prossimo sperando di essere più in forza. Oggi vorrei, innanzitutto ringraziare le 659 persone che mi hanno inviato gli auguri di pronta guarigione e raccontarvi, se ci riesco, di due incidenti di distrazioni sanitarie e d’ineguaglianze ospedaliere, in parole povere di Malasanità. In un Paese che ha la forma di una scarpa allungata, accadono ancora e forse sarà peggio domani, cose dell’altro mondo. In una cameretta d’ospedale, un uomo, campione ciclista, racconta al suo compagno di dolore, essere stato amico del Campione del Mondo Ercole Baldini; e proprio nell’anno in cui vinse il campionato, gli stava alle costole da perfetto gregario; gli offrì la borraccia con l’acqua perché aveva sete; questi dopo aver bevuto, come di solito si usa fare, quando si corre, Baldini butta alla sua destra la borraccia, non accorgendosi che il suo gregario marcia proprio in quella scia, colpendolo in pieno viso, perde il secondo posto al campionato del mondo. Tra compagni di dolore si parla e si considera la fermezza del destino, quando entra un’infermiera e gli dice: «Stiamo per portare la cena, bisogna fare l’insulina»; l’ex campione ciclista, che oramai dimentica le cose dopo mezzo secondo, ma non il ricordo delle imprese ciclistiche, obbediente si fa iniettare il medicinale e continua il racconto. Dopo cena, si presenta un’altra infermiera che, perentoria, gli somministra altra insulina. L’ex campione preso dai ricordi non dice che ha già fatto l’insulina prima di cenare; non si rende conto di ciò che sta accadendo e tace. L’altro ospite che aveva subito lo stesso intervento il mattino, è assalito da mille punti interrogativi. Non passano cinque minuti che l’ex campione comincia a sentirsi male, viene suonato il campanello d’allarme, ma le infermiere che pure sono solerti e attive, non giungono in camera e lui, poveretto, continua a dire: «O Dio, me moro! O Dio, me moro!» L’altro paziente insiste col campanello e finalmente giunge la più amorevole delle infermiere che subito gli fa la prova glicemica, risultato? 45 mg. Accorrono altre infermiere ed una inietta due siringhe da 10 cc. di acqua zuccherata, direttamente in vena e, tra un elettrocardiogramma e una iniezione c’è la cantilena dell’ex campione: «O Dio, me moro! O Dio, me moro!». Il compagno di stanza è assalito dall’agitazione e dalla preoccupazione che l’ex campione gli morisse sotto gli occhi, facendogli salire il tasso glicemico a 265 mg. Accorre una dottoressa e gli impone di fare l’insulina rapida, si rifiuta energicamente, ricordando quanto era accaduto, e grida: “Vuole che glielo metta per iscritto?” ed Ella scompare.
Arriva il cardiochirurgo responsabile del buon andamento del reparto, che aveva operato sia l’uno sia l’altro e gli spiega che nelle sue condizione non si può permettere il lusso di avere, nemmeno per un minuto, la glicemia alta.
Gli risponde di aver capito, lo ringrazia per la spiegazione data, ma tace l’accaduto all’ex campione. “E’ possibile parlare da soli, gli chiede, non mi va di mettere le cose in piazza?”
”So già tutto.” Afferma il clinico allontanandosi in fretta. Il mattino dopo il paziente è dimesso con l’asserzione che è inutile lasciarlo ricoverato, visto che gli altri due interventi sono stati pianificati, uno per la fine d’aprile e l’altro per gli inizi di maggio. L’ex campione va via e dopo circa mezz’ora, arriva in camera un infartuato.  L’altro degente, oramai libero di potersi muovere avrebbe voluto aiutarlo, ma lui appena sistemato sul lettino sottolinea alle infermiere: «Fino a lunedì sono stato il più grande campione di tennis ed ora eccomi qui…Mi mettete una tenda che faccia da separé, desidero la mia privacy». La tenda fa sentire l’altro paziente, come un cane al guinzaglio, anche perché gli è accorciata la prolunga della flebo, ma tace. Non sa ancora, ma sente che lo avrebbero dimesso… per insubordinazione.
Si affaccia prepotente il favoritismo ospedaliero. Quando il paziente relegato in un piccolo antro come un “cane vicinissimo alla cuccia”, salì dalla sala operatoria, c’erano i familiari che aspettavano per aiutarlo a sistemare le prime cose, ma non essendo l’ora d’entrata non li fanno passare. Quando è salito dalla sala operatoria “Il più grande campione di tennis”, lo dice lui, gli fanno stare accanto, la moglie i figli ed anche gli amici. Il paziente contestatore è dimesso e gli viene assegnata una terapia che la ASL non riconosce, eppure è un medicinale salvavita, che costa una tombola, il medico di famiglia, ovviamente non può fare altro che emettere una ricetta per acquistarla. Allora questi si ripete, come un pappagallo, le parole di Giancarlo Funari: «Se non avessi avuto un miliardo sarei morto!» Come vedete la sanità esiste per i ricchi, i pensionati e i poveri sono destinati alla «decimazione». Sembra essere ritornati al periodo nazista! Che Vergogna!

LA POESIA DELLA SETTIMANA:

CONNUBIO TRA VITA E DISSACRAZIONE POETICA   di Margherita Rimi

Margherita Rimi, è nata a Prizzi (Palermo) nel dicembre del 1957. E’ laureata in medicina presso l’Università di Palermo, svolge l’attività di neuropsichiatria infantile. Il suo nome lo trovi in oltre quindici siti web ed in tutti leggi la sua poesia accomunata alla Dickinson.
Quando ho ricevuto «Per non inventarmi», un libretto che raccoglie settantadue poesie ed è maneggevole, si può portare in tasca comodamente, edito dalla Edizioni Kepos nel 2002, che ringrazio perché mi permette di leggere poesie fresche e riposanti, comodamente seduto all’ombra di un albero gustando appieno la ricchezza d’immagini, che le parole ricercate volutamente evocano, lasciandomi spesso con lo sguardo nel vuoto e il cuore gonfio di gioia.
Margherita Rimi, non è il primo né sarà l’ultimo Medico che coltiva la poesia, nell’era contemporanea. Ha pubblicato la prima raccolta di versi nel 1990 dal titolo «Traccia d’interiorità», Cultura Duemila, Ragusa. Alcune poesie sono state inserite in Petali di sole, Mazzotta, Castelvetrano, mentre la silloge Righe mancanti è inserita in Il volto dell’altro. Itinerari tra alterità e scrittura, Kepos, Castelvetrano-Palermo.
Afferma Marilena Renda nella prefazione che Margherita Rimi: «è sempre alla ricerca dell’unità perduta, di un’impossibile ricomposizione, di risposte non più transitorie, come nel mito dell’origine riferito a Platone, la Rimi si serve, con il massimo ludibrio, della possibilità delle parole…»
In generale è stata usata l’immagine di «una perlustrazione inesausta, per ricostruire la mappatura dell’essere e dei suoi confini» come simbolo dello Spirito e la sua visualizzazione è molto suggestiva ed evocatrice. Ma ancora più efficace e suscitatore di energie e di processi psico-spirituali è l’uso del simbolo, cioè la visualizzazione del passaggio, dello sviluppo, della mappatura dalla nascita al suo sviluppo verbale e poetico, come un fiore che si apre lentamente al sole per bere la verginità della rugiada.
Lo sviluppo corrisponde ad una realtà profonda, si apre per capire e, indubbiamente, obbedire alla legge fondamentale della vita, che l’autrice manifesta con vigore lirico tanto nei processi della natura, quanto in quelli umani. Il nostro Essere spirituale, il «sé», che è la parte essenziale e più reale di noi, è, di solito, avviluppato dalle  sensazioni, prima; poi dalle molteplici emozioni ed impulsi, quali le paure, i desideri, le attrazioni e le repulsioni; e, dall’attività mentale inquieta e tumultuosa. Quindi è necessario togliere o allargare questi viluppi, affinché si palesi il Centro Spirituale.
Questo avviene, tanto nella natura quanto nell’animo umano, in virtù dell’azione mirabile e misteriosa della vitalità lirica, poetica e psicologica, che urge dentro ed opera in modo irresistibile e inarrestabile come un fiume in piena. Perciò il simbolo, anzi il principio della crescita, dello sviluppo, della evoluzione, è spesso utilizzato (non dimentichiamo che l’autrice è psichiatra), nella psicologia e nell’educazione e su di lui si basano la concezione e la pratica della psicosintesi. L’autrice sa che la sua applicazione è l’esercizio che darà forza e vigore lirico alla sua poesia.
La poesia della Rimi nasce come un boccio di rosa; poi verso dopo verso, si visualizzano lo stelo, le foglie e, alla sommità dello stelo, il boccio, che bevendo l’intimo sole sboccia per essere accolto dal lettore, che ne rimane incantato, perché mentre legge ed  osserva, vede che a poco a poco il verso si materializza, lasciando scorgere le immagini più poetiche che abbia potuto leggere fino a quel giorno.
A questo punto, il lettore sente il profumo delle parole, ne inala l’odore e si rende conto che questa poesia ha un suo profumo caratteristico: tenue, dolce, gradevole, come una sinfonia di Beethoven. Anche se nel linguaggio è spesso usato il simbolismo.


DELLE COSE CHE CAMBIANO

Adesso mi accarezzano
le carezze mai fatte
mi guardano presenti
Mi abbraccio alle cose
che non rimangono
che non ingannano

Mi volevi
quello
che non potevo
essere.

mikronet

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