IL COMMENTO DI GICAR

“LE CONVERGENZE PARALLELE”

 

Dopo il salomonico esito dei risultati elettorali per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato, sicuramente il nuovo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rappresenta senza colpo ferire almeno metà degli italiani. Risultato non di poco conto se si pensa che vi sono stati, in passato, Presidenti che hanno trattegiato più che gli umori del popolo italico, quello esclusivo dei partiti e del solo parlamento che li aveva espressi.

Aldo Moro

Che ci sia, oggi, un post-comunista al Quirinale a qualcuno non sembra vero e per altri, in fondo, è quasi un controsenso in un paese occidentale e filo-americano. Chissà come il democristiano delle “convergenze parallele”, Aldo Moro, avrebbe commentato questo avvenimento. Sottovoce c’è chi sussurra che, in ultima analisi, questa dell’undicesima Presidenza della Repubblica Italiana, è una vittoria postuma dello statista scomparso per mano delle Brigate Rosse. In ultima analisi, la logica evoluzione di quella strategia politica che portò sulla battigia dello sfiancamento e del revisionismo, prima ancora del crollo del Muro di Berlino, il Partito Comunista Italiano degli anni settanta, i cui eredi, oggi, portano almeno ben tre nomi distinti (Democratici di Sinistra, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani), sembra aver avuto i suoi frutti. Aldo Moro auspicava un Partito Comunista più moderato, più vicino all’allora DC, affinché potesse avere anche responsabilità di Governo. Ora, agli albori del terzo millennio, tutto si è verificato e su tutti i fronti. Anche gli americani, d’altro canto, di questa situazione italiana, non sembrerebbero per nulla preoccupati, se si pensa ai complimenti fatti a Prodi da Bush, con una telefonata dall’Air One, quasi a voler troncare, come poi, di fatto, è accaduto, tutte le polemiche e le diatribe sul conteggio dei voti ed i riscontri delle schede elettorali.

                                                                                                                                                 segue…>>  


“LE CONVERGENZE PARALLELE”

 

Dopo il salomonico esito dei risultati elettorali per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato, sicuramente il nuovo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rappresenta senza colpo ferire almeno metà degli italiani. Risultato non di poco conto se si pensa che vi sono stati, in passato, Presidenti che hanno trattegiato più che gli umori del popolo italico, quello esclusivo dei partiti e del solo parlamento che li aveva espressi.

Aldo Moro

Che ci sia, oggi, un post-comunista al Quirinale a qualcuno non sembra vero e per altri, in fondo, è quasi un controsenso in un paese occidentale e filo-americano. Chissà come il democristiano delle “convergenze parallele”, Aldo Moro, avrebbe commentato questo avvenimento. Sottovoce c’è chi sussurra che, in ultima analisi, questa dell’undicesima Presidenza della Repubblica Italiana, è una vittoria postuma dello statista scomparso per mano delle Brigate Rosse. In ultima analisi, la logica evoluzione di quella strategia politica che portò sulla battigia dello sfiancamento e del revisionismo, prima ancora del crollo del Muro di Berlino, il Partito Comunista Italiano degli anni settanta, i cui eredi, oggi, portano almeno ben tre nomi distinti (Democratici di Sinistra, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani), sembra aver avuto i suoi frutti. Aldo Moro auspicava un Partito Comunista più moderato, più vicino all’allora DC, affinché potesse avere anche responsabilità di Governo. Ora, agli albori del terzo millennio, tutto si è verificato e su tutti i fronti. Anche gli americani, d’altro canto, di questa situazione italiana, non sembrerebbero per nulla preoccupati, se si pensa ai complimenti fatti a Prodi da Bush, con una telefonata dall’Air One, quasi a voler troncare, come poi, di fatto, è accaduto, tutte le polemiche e le diatribe sul conteggio dei voti ed i riscontri delle schede elettorali.

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Ha ragione Berlusconi, però, ad affermare che, se fosse stata la Casa delle Libertà ad aver occupato le quattro poltrone istituzionalmente più importanti della nazione (Quirinale, Palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama), così com’è accaduto al centro sinistra, in molti, ed in più di molti, avrebbero gridato al “Colpo di Stato” .

Ma le dietrologie, in questo momento, sarebbe opportuno lasciarle da parte per non andare a dissotterrare odi ed antichi rancori che non hanno più ragion d’essere in un mondo dove le ideologie estreme (sia di destra, sia di sinistra) non hanno più bandiere od un semplice vessillo, ma soltanto isolati riflussi. E’ senza dubbio più consono indirizzare gli sforzi comuni per evitare le striscianti guerre di religione in atto e combattere il neo-imperialismo che si cela (e tutto vorrebbe manovrare) dietro le quinte del terrorismo internazionale.

Giorgio Napolitano (foto adnkronos)Sono sicuro che gli italiani siano divisi fra loro meno di quanto la logica dei risultati elettorali lascerebbe o vorrebbe far apparire. Piuttosto emerge che le divisioni siano molto più profonde tra coloro che li rappresentano in parlamento e all’interno di ogni singola coalizione. Per non essere travolti dalle logiche di potere e nel “bailamme” di quel pareggio elettorale, tutti gli italiani finiranno con il riconoscersi nel Presidente della Repubblica Napolitano, perché da lui si aspettano quell’imparzialità che le forze politiche, fino ad oggi, non sono state capaci di perseguire. E Napolitano lo sa che dovrà conquistare, in termini di fiducia, quella meta della nazione che non la pensa come lui ha pensato con dignità per tutta una vita. Ora, sarà proprio  quella “dignità”, da tutti riconosciuta, che farà, certamente, di Giorgio Napolitano il Presidente di tutti gli Italiani.

Buon lavoro,  Presidente !
Se pur con diversa personale opinione politica,
Lei, da oggi, è il “mio” Presidente della Repubblica.
Il Presidente della “mia” Nazione. 

GICAR

mikronet

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