28 MAGGIO, ASCENSIONE – GIORNO 'SOSPESO TRA CIELO E TERRA'

Secondo una leggenda, l’acqua del mare questa notte da salata diventa dolce

Si celebra la salita al Cielo del Cristo.
Anticamente era considerato un momento magico,
in cui la natura per ventiquatt’ore fermava il suo ciclo

Spiaggia di Sicilia

Roma, 28 mag. (Ign) – Si celebra, oggi, la salita al Cielo del Cristo. Anticamente questo dell’Ascensione era considerato un giorno magico, in cui la natura viveva una condizione sospesa appunto tra cielo e terra e fermava il suo ciclo per ventiquattr’ore, come racconta il Protovangelo apocrifo di Giacomo. Per questo motivo si pensava fosse opportuno lasciar perdere incombenze o lavori ed era considerato di malaugurio dare il via a qualsivoglia attività, pur minima.

Usanze e credenze variavano tuttavia da regione a regione. In Sicilia, in particolare, si credeva che l’Ascensione fosse un momento propizio alla guarigione dalle malattie croniche. Ad esempio, a chi soffriva di gozzo si consigliava di mettersi accanto a un albero di pesco e, la sera dell’Ascensione, a mezzanotte in punto, prendere a morsi con forza la corteccia, in modo da ‘trasferire’ gli umori maligni dal proprio corpo a quello della pianta (che però, in seguito, doveva deperire e morire: se fosse rimasta vigorosa e in salute, infatti, il malato non avrebbe avuto alcuna speranza di guarigione).

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Secondo una leggenda, l’acqua del mare questa notte da salata diventa dolce

Si celebra la salita al Cielo del Cristo.
Anticamente era considerato un momento magico,
in cui la natura per ventiquatt’ore fermava il suo ciclo

Spiaggia di Sicilia

Roma, 28 mag. (Ign) – Si celebra, oggi, la salita al Cielo del Cristo. Anticamente questo dell’Ascensione era considerato un giorno magico, in cui la natura viveva una condizione sospesa appunto tra cielo e terra e fermava il suo ciclo per ventiquattr’ore, come racconta il Protovangelo apocrifo di Giacomo. Per questo motivo si pensava fosse opportuno lasciar perdere incombenze o lavori ed era considerato di malaugurio dare il via a qualsivoglia attività, pur minima.

Usanze e credenze variavano tuttavia da regione a regione. In Sicilia, in particolare, si credeva che l’Ascensione fosse un momento propizio alla guarigione dalle malattie croniche. Ad esempio, a chi soffriva di gozzo si consigliava di mettersi accanto a un albero di pesco e, la sera dell’Ascensione, a mezzanotte in punto, prendere a morsi con forza la corteccia, in modo da ‘trasferire’ gli umori maligni dal proprio corpo a quello della pianta (che però, in seguito, doveva deperire e morire: se fosse rimasta vigorosa e in salute, infatti, il malato non avrebbe avuto alcuna speranza di guarigione).

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Sempre in Sicilia in questo giorno si fabbricavano delle piccole croci da appendere sulla porta di casa in modo che l’angelo, passando, le benedicesse, trasformandole così in talismani. Molto diffusi erano poi i bagni di mare, dal momento che nella notte dell’Ascensione si riteneva che l’acqua salmastra avesse virtù miracolose: tra l’altro, secondo una leggenda questa notte il mare da salato diventa dolce. E diffusa era anche l’usanza di mangiare per devozione le gelse bianche, al punto che nell’isola l’Ascensione era detta la ‘Sceusa’, cioè la gelsa in dialetto.

Un po’ ovunque in Italia si considerava inoltre praticamente miracoloso l’uovo deposto in questo giorno da una gallina nera, al quale si attribuivano poteri d’ogni sorta. Sotterrato in casa, ad esempio, avrebbe procurato fortuna e prosperità, difendendo gli abitanti da malattie e disgrazie (nonché dalla grandine). Esposto al calore, invece, avrebbe emanato un’essenza dalle virtù terapeutiche, mentre posto ai piedi di un albero infestato dalle formiche le avrebbe attirate a sé, liberandone la pianta per sempre.

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