MULTIMEDIALITA' PER NON POSSO LASCIARTI ANDAR VIA
L’autrice ha spiegato che i libri che ha scritto fino ad ora sono
una sorta di medicina, una rappresentazione di un percorso
interiore che i suoi personaggi compiono all’interno di se stessi
fino alla comprensione di un senso che all’inizio non vedono
di A L E S S A N D R O C A R A M I S
La giovane scrittrice Ilaria Giovinazzo ha presentato alla libreria “L’eternauta” di Roma il suo romanzo Non posso lasciarti andar via (2005) edito da Prospettiva Editrice.
La presentazione del libro è avvenuta in una cornice di multi-medialità fatta da filmati, poesia e letture che accompagnate alla grazia dell’autrice hanno deliziato ed interessato i partecipanti all’evento accorsi in tanti da riempire la sala.
Ilaria ha combinato ed alternato con estrosa attitudine letture di brani del libro e commenti. Non posso lasciarti andar via è un romanzo che è sì una storia d’amore ma anche un racconto che trae linfa da una riflessione o weltanschaaung (“visione del mondo”) che si ispira e filosofie orientali rielaborate mediante un percorso del tutto personale arricchito da studi, incontri e “travagli” personali.
Questo aspetto “spirituale” del romanzo ha incuriosito il pubblico che ha domandato all’autrice il perché i suoi libri iniziano sempre con un personaggio “smarrito”. Alla risposta l’autrice ha spiegato che i libri che ha scritto fino ad ora sono una sorta di medicina, una rappresentazione di un percorso interiore che i suoi personaggi compiono all’interno di se stessi fino alla comprensione di un senso che all’inizio non vedono.
La serata si è conclusa con l’autrice che ha letto per ben due volte (è stato chiesto il bis!) la poesia del poeta irlandese W. B. Yeats da cui è tratta la frase all’inizio del libro, dal titolo Quando tu sarai vecchia.
Per il resto non posso che invitare, non solo a leggere il romanzo bensì, ad approfondire l’intero “mondo” di questa giovane scrittrice che fa dello studio, dell’impegno politico e della sua rubrica “Controvento” la “cartina da tornasole” per conoscere ed approfondire le sorgenti e le fonti delle sue opere letterarie.
L’autrice ha spiegato che i libri che ha scritto fino ad ora sono
una sorta di medicina, una rappresentazione di un percorso
interiore che i suoi personaggi compiono all’interno di se stessi
fino alla comprensione di un senso che all’inizio non vedono
di A L E S S A N D R O C A R A M I S
La giovane scrittrice Ilaria Giovinazzo ha presentato alla libreria “L’eternauta” di Roma il suo romanzo Non posso lasciarti andar via (2005) edito da Prospettiva Editrice.
La presentazione del libro è avvenuta in una cornice di multi-medialità fatta da filmati, poesia e letture che accompagnate alla grazia dell’autrice hanno deliziato ed interessato i partecipanti all’evento accorsi in tanti da riempire la sala.
Ilaria ha combinato ed alternato con estrosa attitudine letture di brani del libro e commenti. Non posso lasciarti andar via è un romanzo che è sì una storia d’amore ma anche un racconto che trae linfa da una riflessione o weltanschaaung (“visione del mondo”) che si ispira e filosofie orientali rielaborate mediante un percorso del tutto personale arricchito da studi, incontri e “travagli” personali.
Questo aspetto “spirituale” del romanzo ha incuriosito il pubblico che ha domandato all’autrice il perché i suoi libri iniziano sempre con un personaggio “smarrito”. Alla risposta l’autrice ha spiegato che i libri che ha scritto fino ad ora sono una sorta di medicina, una rappresentazione di un percorso interiore che i suoi personaggi compiono all’interno di se stessi fino alla comprensione di un senso che all’inizio non vedono.
La serata si è conclusa con l’autrice che ha letto per ben due volte (è stato chiesto il bis!) la poesia del poeta irlandese W. B. Yeats da cui è tratta la frase all’inizio del libro, dal titolo Quando tu sarai vecchia.
Per il resto non posso che invitare, non solo a leggere il romanzo bensì, ad approfondire l’intero “mondo” di questa giovane scrittrice che fa dello studio, dell’impegno politico e della sua rubrica “Controvento” la “cartina da tornasole” per conoscere ed approfondire le sorgenti e le fonti delle sue opere letterarie.
Per gentile concessione ad Oltrepensiero l’autrice ha risposto a due domande da me poste che prendono spunto dal suo libro per muoversi verso il panorama editoriale-culturale in Italia e politico-sociale nel medioriente (di cui dedica molto attenzione nella sua rubrica “Controvento”). Porterò qui l’interlocutorio:
“Ciao Ilaria, la prima domanda che volevo farti consiste in questo: il tuo racconto è una storia d’amore. Credi che oggi abbiano ancora futuro i racconti sulle storie d’amore in un panorama editoriale in cui rischiano di rimanere strozzati tra la tenaglia dei romanzi alla Melissa P. da un lato e tra i mille blog che circolano su internet in cui si raccontano le proprie esperienze amorose
dall’altro?”
dall’altro?”
”Prima di tutto Melissa P. ha scritto un romanzo che parla di sesso. Il sesso è una cosa interessante e importante se inserito in un contesto affettivo, almeno a mio parere. In questo caso si voleva fotografare una realtà oltre il limite che conosciamo abitualmente e si voleva provocare un pubblico che ha reagito accettando la provocazione. Naturalmente libri di questo tipo vengono scritti anche e soprattutto perché si sa che lo scandalo vende. Per quanto riguarda i blog c’è una differenza fondamentale tra questi e i libri che contengono introspezione psicologica, analizzano sentimento, raccontano passioni… i blog sono diari on line e un diario non è un romanzo o almeno non necessariamente. Un conto è sfogarsi su internet, un conto è creare qualcosa di letterariamente valido. Anche il blog ha una sua qualità autonoma ma non è necessariamente quella letteraria.
Il valore di un libro che racconta una storia d’amore non può essere strozzato né dallo scandalo fine a se stesso né dagli sfoghi amorosi nel web.”
Il valore di un libro che racconta una storia d’amore non può essere strozzato né dallo scandalo fine a se stesso né dagli sfoghi amorosi nel web.”
”La seconda domanda nasce proprio dai blog e dalla tua rubrica sulla rivista “Oltrepensiero”, che si occupa moto di medioriente. Vorrei sapere cosa ne pensi del fenomeno dei blog clandestini che “impazzano” nel mondo arabo-musulmano ed in paesi diversi come l’Arabia Saudita o l’Iran, nei quali i giovani raccontano le proprie esperienze amorose e sessuali aggirando sia i controlli dell’autorità che una certa cultura sessuofoba, proibizionista e sostanzialmente tradizionalista?”
“Penso che siano una benedizione, almeno per il momento. La repressione non riesce a contenere la vita e i giovani sono vita pulsante. Che rompano dunque i muri di silenzio e vadano contro la volontà ipocrita dei governanti di mettere a tacere i bisogni del cuore e del corpo dei membri più vitali della società. In medioriente c’è ancora tanta strada da fare riguardo ai diritti umani e alla libertà di pensiero, c’è ancora da lavorare anche per quanto riguarda la condizione e il ruolo della donna. Ma credo che i passi avanti, le rivoluzioni debbano sorgere dal di dentro, debbano nascere dal tessuto stesso che compone la società islamica. Nessuna vera trasformazione può avvenire se un popolo non è maturo per accettarla e sostenerla. Credo molto nell’autodeterminazione dei popoli. I blog clandestini ed eventi come la manifestazione delle donne iraniane per rivendicare i loro diritti sono spie che una coscienza diversa sta sorgendo nel cuore della civiltà islamica.
Alessandro Caramis