PORSENNA PER LA REGIA DI MARCO PAOLI A TARQUINIA

Il 9 agosto 2006 a Tarquinia
nel fantastico scenario di Villa Falgari alle ore 21,30
la compagnia teatrale del S. Leonardo, per la regia
di Marco Paoli, rappresenterà l’opera scritta da Romolo Rossi

COMPAGNIA TEATRALE S.LEONARDO VITERBO

L’opera si inserisce nel periodo storico del 500, quando la città Etrusca Roma, ribelle e prepotente, minacciava gli equilibri politici e di stabilità della lega dei Tirreni. Fu organizzato un esercito al comando del lucumone Porsenna per calmare le ambizioni di conquista di Roma e riportarla all’interno della lega, e rimettere sul trono Tarquinio il Superbo, che era stato cacciato dai romani.
Roma fu conquistata e pare anche saccheggiata e Porsenna governò Roma per 3 anni. Non mancarono azioni di eroismi vari tra cui quella famosa di Caius Mucius Corpus il quale andò nel campo nemico per uccidere Porsenna
Ma fu preso e si lasciò bruciare la mano destra per aver sbagliato il colpo, ricevette perciò il soprannome di Scevola (mancino).
Porsenna in quest’opera viene rappresentato come il mito della leggenda, figlio della Dea Voltumna, la quale è presente nell’opera in più occasioni ed interviene in aiuto dei Raseni.

                                                                                                                                                 segue …>>

Il 9 agosto 2006 a Tarquinia
nel fantastico scenario di Villa Falgari alle ore 21,30
la compagnia teatrale del S. Leonardo, per la regia
di Marco Paoli, rappresenterà l’opera scritta da Romolo Rossi

COMPAGNIA TEATRALE S.LEONARDO VITERBO

L’opera si inserisce nel periodo storico del 500, quando la città Etrusca Roma, ribelle e prepotente, minacciava gli equilibri politici e di stabilità della lega dei Tirreni. Fu organizzato un esercito al comando del lucumone Porsenna per calmare le ambizioni di conquista di Roma e riportarla all’interno della lega, e rimettere sul trono Tarquinio il Superbo, che era stato cacciato dai romani.
Roma fu conquistata e pare anche saccheggiata e Porsenna governò Roma per 3 anni. Non mancarono azioni di eroismi vari tra cui quella famosa di Caius Mucius Corpus il quale andò nel campo nemico per uccidere Porsenna
Ma fu preso e si lasciò bruciare la mano destra per aver sbagliato il colpo, ricevette perciò il soprannome di Scevola (mancino).
Porsenna in quest’opera viene rappresentato come il mito della leggenda, figlio della Dea Voltumna, la quale è presente nell’opera in più occasioni ed interviene in aiuto dei Raseni.

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L’opera inizia con l’investitura di Porsenna, da parte della Dea, come capo e condottiero d’Etruria. Segue poi al tempio della Dea Voltumna in una delle riunioni annuali che si svolgevano in Etruria, un momento della vita tranquilla di tutti i giorni, dove non mancano però paure e presentimenti che possa esserci la guerra. Guerra che viene a cambiare la vita di tutti, con le incertezze per il futuro che rappresenta e quindi la necessità della vittoria. Prima la paura, poi il furore e l’esaltazione della battaglia, quindi la festa della vittoria.
Due danze etrusche, ricostruite con attenzione, osservando le figure di danza delle pitture e dei vasi, accompagnano il momento divinatorio della cerimonia religiosa prima della battaglia e per le feste della vittoria.
I vari personaggi: Porsenna la Sacerdotessa, la Sibilla, i Ragazzi, il Comandante, le donne, Muzio Scevola, ognuno ha la propria motivazione per la guerra e la pace ma su tutti regna l’incertezza degli eventi e dei fati che sembrano incontrollabili e seguono una loro logica incomprensibile all’uomo. Porsenna in uno degli ultimi dialoghi dice: “ il coro delle speranze corre limpido in mezzo ai veli, fra l’ombre canta silenzioso il sogno, ma vita si ridesta prigioniera del fato, in silenzio con unica veglia guarda e sospira….io inerme ai piedi del tempio a rimirar…
Il Narratore presente in tutta l’opera racconta lo svolgimento degli eventi con commenti sull’esistenza. Conclude dicendo di Porsenna “figlio della diva Voltumna le tue gesta nessuno potrà mai eguagliare…. Cedi il passo non lo scettro. Condottiero del giusto nei clamori e nei fremiti della trama del destino…… lo potete scorgere ancora, in sella ai destrieri del tempo, nella furia del vento, nel pensiero vagabondo delle notti di luna…PROSTRATEVI se la sua voce udite…. Ammirate il vincitor che la guerra non lo vinse”.

da http://www.canino.info/

mikronet

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