PAOLO NESPOLI E’ STATO ASSEGNATO ALL’EQUIPAGGIO DEL VOLO SHUTTLE 2007

MISSIONE SPAZIALE DISCOVERY STS-121

RINETRO CON SUCCESSO DELLO SHUTTLE

di     A L E S S A N D R O    S A C R I P A N T I

Per la NASA la missione spaziale denominata STS-12, è stata un vero successo, in questo modo sono stati cancellati, i periodi neri che aleggiavano all’interno della dirigenza spaziale americana, all’indomani del disastro del Columbia avvenuta nel 2003.
Le informazioni riportate dalle agenzie spaziali, ci informano che gli astronauti dell’equipaggio Discovery, hanno effettuato tre importanti passeggiate nel cosmo, uscite che sono servite per sperimentare alcuni sistemi per le riparazioni di eventuali guasti al rivestimento termico.
Lo shutlle Discovery è atterrato in Florida, al Kennedy Space Center, negli Stati Uniti, dopo aver trascorso ben tredici giorni nello spazio, il team del Discovery era composto da sei astronauti, di cui due di sesso femminile.
Partito per il lancio il 4 luglio, è atterrato alle 9:14 del 17 luglio, senza problemi.  
Missione Discovery Missione Discovery E’ stato di fondamentale rilevanza rimanere alcuni giorni allacciato alla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, che aveva bisogno di smaltire i materiali di rifiuto, secondo le agenzie circa due tonnellate di avanzi spaziali, compressi nel modulo di fabbricazione italiana chiamato Leonardo.
Tra l’altro uno dei componenti del Discovery, l’astronauta tedesco Thomas Reiter, è rimasto all’interno della Stazione Spaziale Internazionale, e dovrà rimanerci per altri sei mesi ancora, per compiere degli esperimenti. 
La partenza dello Shuttle era cominciato con dei rinvii a causa del maltempo che si era brutalmente abbattuto sul Centro Spaziale, e anche con le opinioni discordanti dei funzionari della NASA sul fatto che la condizione della schiuma isolante del serbatoio esterno permettesse o meno un lancio in sicurezza.

                                                                                                                                                  segue…>>

MISSIONE SPAZIALE DISCOVERY STS-121

RINETRO CON SUCCESSO DELLO SHUTTLE

di     A L E S S A N D R O    S A C R I P A N T I

Per la NASA la missione spaziale denominata STS-12, è stata un vero successo, in questo modo sono stati cancellati, i periodi neri che aleggiavano all’interno della dirigenza spaziale americana, all’indomani del disastro del Columbia avvenuta nel 2003.
Le informazioni riportate dalle agenzie spaziali, ci informano che gli astronauti dell’equipaggio Discovery, hanno effettuato tre importanti passeggiate nel cosmo, uscite che sono servite per sperimentare alcuni sistemi per le riparazioni di eventuali guasti al rivestimento termico.
Lo shutlle Discovery è atterrato in Florida, al Kennedy Space Center, negli Stati Uniti, dopo aver trascorso ben tredici giorni nello spazio, il team del Discovery era composto da sei astronauti, di cui due di sesso femminile.
Partito per il lancio il 4 luglio, è atterrato alle 9:14 del 17 luglio, senza problemi.  
Missione Discovery Missione Discovery E’ stato di fondamentale rilevanza rimanere alcuni giorni allacciato alla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, che aveva bisogno di smaltire i materiali di rifiuto, secondo le agenzie circa due tonnellate di avanzi spaziali, compressi nel modulo di fabbricazione italiana chiamato Leonardo.
Tra l’altro uno dei componenti del Discovery, l’astronauta tedesco Thomas Reiter, è rimasto all’interno della Stazione Spaziale Internazionale, e dovrà rimanerci per altri sei mesi ancora, per compiere degli esperimenti. 
La partenza dello Shuttle era cominciato con dei rinvii a causa del maltempo che si era brutalmente abbattuto sul Centro Spaziale, e anche con le opinioni discordanti dei funzionari della NASA sul fatto che la condizione della schiuma isolante del serbatoio esterno permettesse o meno un lancio in sicurezza.

                                                                                                                                                  segue…>>

La missione del Discovery chiamata STS-121, ha migliorato la stazione spaziale effettuando una riparazione chiave, consegnando più di 12.700 chili di attrezzature e di provviste e portando a destinazione un terzo membro dell’equipaggio, e comprendendo la consegna di attrezzature e di provviste e il trasporto di un membro aggiuntivo dell’equipaggio sulla stazione. Mentre il modulo era all’attracco, l’equipaggio ha collaudato le nuove attrezzature e alcune innovative procedure per migliorare la sicurezza dello shuttle.
Missione Discovery Il Discovery tornato sulla Stazione Spaziale Internazionale con molti miglioramenti, tra cui la riprogettazione della schiuma isolante del serbatoio esterno dello shuttle, l’ispezione in volo dello scudo termico della navicella, immagini migliori durante il lancio, e la capacità di lanciare, se necessario, una missione di salvataggio dello shuttle utilizzando space shuttle Atlantis.
Durante le passeggiate nello spazio, gli astronauti hanno collaudato l’estensione di un metro e mezzo del braccio robotico come piattaforma di lavoro, e hanno rimosso e sostituito un cavo che fornisce energia, istruzioni, dati e connessioni video alla rotaia del trasportatore mobile della stazione. Il trasportatore è usato per spostare una piattaforma che contiene il braccio robotico della stazione lungo la trozza del complesso.
La missione STS-121 sarà per la NASA quella più fotografata nella storia dello shuttle. Più di 100 videocamere e macchine fotografiche digitali ad alta definizione aiuteranno i dirigenti e gli ingegneri a stabilire se durante il lancio si staccano frammenti dal serbatoio esterno, in più quattro nuove videocamere sono state aggiunte ai razzi vettori.
La Nasa progetta una nuova missione nello spazio già alla fine di agosto e conta di eseguirne almeno altre sei entro la fine del 2007, per riprendere a pieno ritmo la costruzione della Stazione spaziale.
Nelle prossime missioni spaziali sarà di scena ancora il tricolore, non solo con i moduli di costruzione italiana, ma è stato prospettato il reclutamento dell’astronauta italiano Paolo Nespoli dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, che prenderà parte dell’equipaggio dello shuttle per il lancio del 2007.

Dalle Agenzie Spaziali, gli obbiettivi futuri:

La missione STS-120, destinata a portare in orbita il Nodo 2 che l’Italia ha realizzato per la Stazione Spaziale Internazionale, segnerà la ripresa dei lavori per l’ampliamento della ISS-

E.S.A. L’italiano Paolo Nespoli, astronauta dell’ Agenzia Spaziale Europea, è stato ufficialmente assegnato all’equipaggio del volo    shuttle Atlantis che nel corso dell’estate 2007 porterà in orbita il Nodo 2, un modulo americano di connessione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) costruito dall’Italia.
Nel suo primo volo spaziale, Nespoli coprirà il ruolo di specialista di missione, aggregandosi a cinque astronauti della NASA il colonnello dell’Air Force Pamela A. Melroy, comandante della missione STS-120 dello shuttle (seconda donna a ricevere la nomina di comandante di missione); il colonnello della Marina George D. Zamka, pilota e specialista di missione, al suo primo volo; e gli specialisti di missione Scott E. Parazynski, il colonnello dell’esercito Douglas H. Wheelock e il capitano della marina Michael J. Foreman, anche lui al suo primo volo spaziale.
La missione di Nespoli rientra nel contesto dell’accordo tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la NASA, che prevede la fornitura all’ente spaziale americano di tre moduli logistici pressurizzati multifunzionali (Multipurpose Logistic Pressurised Modules – MPLM) in cambio dell’assegnazione all’Italia di un numero di missioni di volo a bordo dello shuttle e di utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale.
Il Nodo 2 è un modulo pressurizzato che, come i Nodi 1 e 3, connette fra loro i moduli di ricerca, abitativi, di controllo e di attracco della Stazione Spaziale. I Nodi sono usati per controllare e distribuire le risorse tra gli elementi connessi. Il Nodo 1, Unity, è stato sviluppato dalla NASA ed è stato il secondo elemento della Stazione Spaziale a essere messo in orbita, nel dicembre 1998. I Nodi 2 e 3 sono stati sviluppati per la NASA da industrie europee grazie a un contratto con l’ESA, sotto la responsabilità industriale di  Alcatel- Alenia Spazio.
L’ESA ha assegnato la responsabilità della costruzione dei Nodi 2 and 3 all’ASI, in modo da sfruttare la medesima struttura concettuale utilizzata per il Columbus e per i tre Moduli Logistici Pressurizzati Multifunzionali (Multipurpose Pressurised Logistics Module, MPLM) trasportabili nella stiva dello Shuttle.

N.A.S.A. Il Nodo 2 è il primo Nodo europeo a essere lanciato.
Servirà come elemento di connessione tra il laboratorio europeo Columbus, il laboratorio statunitense Destiny e quello giapponese Kibo. Sarà anche punto d’attracco del veicolo di trasferimento HII costruito dal Giappone. Sarà dotato di un adattatore per l’attracco dello Space Shuttle e sarà utilizzato anche come punto d’attracco degli MPLM.

Il Nodo 2 è progettato anche per essere una base di lavoro del Canadarm 2 (Space Station Remote Manipulator System), il braccio robotico canadese.

Il Nodo 3 ospiterà l’equipaggiamento di supporto necessario per l’equipaggio permanente dei sei astronauti ed ospiterà anche il modulo di Osservazione Cupola dell’ESA, una cupola da cui verrà operato il braccio robotico Canadarm 2 e dal quale l’equipaggio avrà una vista panoramica dello spazio. Il Nodo 3 sarà consegnato dall’ESA alla NASA all’inizio del 2007.
Il lancio del Nodo 2 precederà di pochi mesi quello del laboratorio europeo Columbus, previsto per la fine del 2007, e quindi del laboratorio giapponese. Riprenderà così finalmente la realizzazione del più grande progetto mai realizzato nello spazio, dopo una lunga pausa: ”La Stazione Spaziale è in orbita da sette anni – ha detto il responsabile dell’ESA per le missioni umane, la microgravità e l’esplorazione, Daniel Sacottema il suo sviluppo è stato bloccato dopo la tragedia del Columbia.
Il primo passo della ripresa darà il lancio della prossima missione dello Shuttle, il 1 luglio, nella quale l’astronauta europeo Thomas Reiter raggiungerà la Stazione Spaziale per una missione di sei mesi. ”La collaborazione con l’ASI – ha aggiunto Sacotte – è molto importante anche per i possibili sviluppi delle attività scientifiche e tecnologiche. Moltissimi esperimenti possono essere condotti dallo spazio, adesso sceglieremo quelli che Nespoli porterà avantì’. Psicologia umana, neuroscienze e studio degli effetti delle radiazioni sono, ha concluso, i temi dei quali si sta discutendo.
”Mi sembra di essere un atleta che si è addestrato per correre una maratona e adesso finalmente sono al blocco di partenza: sorride l’astronauta Paolo Nespoli nel giorno dell’annuncio ufficiale della sua missione sullo shuttle. Nespoli sarà così il quinto italiano ad andare nello spazio, dopo Franco Malerba, Maurizio Cheli, Umberto Guidoni e Roberto Vittori.
Quella che si prepara ad affrontare è considerata una delle più complesse missioni dello Shuttle, nella quale dovrà essere posizionato il Nodo 2 e sistemati nella posizione definitiva i pannelli solari. Per eseguire queste operazioni i sette membri dell’equipaggio dovranno affrontare ben tre passeggiate spaziali (ognuna della durata di 6 ore e mezza) previste nei 12 giorni della missione.

A coordinare le attività extraveicolari, come un regista, sarà molto probabilmente Nespoli. Si prevede inoltre che l’astronauta (l’unico europeo dell’equipaggio) debba azionare il braccio meccanico dello shuttle per le operazioni di manutenzione delle piastrelle dello scudo termico della navetta.
Appassionato di informatica, immersioni subacquee e volo (ha il brevetto per pilotare aerei da turismo), Nespoli è nato a Milano 49 anni fa. Laureato a Firenze in ingegneria meccanica e poi in ingegneria aerospaziale a New York, è stato istruttore alla Scuola militare di paracadutismo di Pisa e poi incursore del battaglione d’assalto Col Moschin; dal 1991 ha lavorato all’addestramento degli astronauti europei al centro dell’ESA a Colonia e poi alla preparazione dei computer di bordo della vecchia stazione spaziale russa MIR. Gli ultimi otto anni li ha trascorsi negli Stati Uniti, ad addestrarsi nello Johnson Space Center della NASA in vista di un volo sullo shuttle.
”Nei primi due anni di addestramento ho acquisito le qualifiche di base per volare sullo shuttle e sulla Stazione Spaziale Internazionale – ha detto Nespoli – e in teoria sarebbe stato possibile volare già nel 2000, ma ho dovuto aspettare per altri sei anni per una serie di problemi, non ultimo l’incidente del Columbia.
C’è voluto un po’ di tempo in più rispetto allo standard di due-quattro anni, ma non è stato tempo perso: mi è servito per acquisire capacità addizionali.
Fiducioso di volare un giorno nello spazio Nespoli lo è sempre stato, e recentemente aveva anche iniziato un addestramento nel centro russo di Città delle Stelle, dove si preparano i cosmonauti, nell’eventualità di una missione a bordo della Soyuz (con qualche difficoltà tecnica per la statura di Nespoli, troppo elevata per il piccolo abitacolo della navetta russa).
”Ma alla fine – dice con ironia – gli astronauti sono risorse e vengono utilizzati come tutte le altre risorse, come l’energia elettrica a bordo. (Fonte Newton RCS)http://www.md80.it/article.php/20060703082441241

Paolo Nespoli, il nostro Astronauta:

L’astronauta dell’ESA Paolo Nespoli membro dell’equipaggio del volo Shuttle STS-120

Paolo Nespoli  Il 19 Giugno 2006 l’astronauta dell’ESA Paolo Nespoli è stato ufficialmente assegnato all’equipaggio del volo Shuttle che nel corso dell’estate 2007 porterà in orbita il Nodo 2, un modulo americano di connessione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) costruito dall’Italia.
Nel suo primo volo spaziale, Nespoli coprirà il ruolo di specialista di missione, aggregandosi a cinque astronauti della NASA: il colonnello dell’Air Force Pamela A. Melroy, comandante della missione STS-120 dello Shuttle (seconda donna a ricevere la nomina di capitano di missione, oltre che esperto pilota dello Shuttle); il colonnello della Marina George D. Zamka, pilota e specialista di missione, al suo primo volo; e gli specialisti di missione Scott E. Parazynski, il colonnello dell’esercito Douglas H. Wheelock e il Capitano della Marina Michael J. Foreman, anch’egli al suo primo volo spaziale. La missione di Nespoli rientra nel contesto del Memorandum of Understanding tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la NASA, che prevede la fornitura alla NASA di tre Moduli Logistici Pressurizzati Multifunzionali (Multipurpose Logistic Pressurised Modules – MPLM) in cambio dell’assegnazione all’Italia di un numero definito di missioni di volo a bordo dello Shuttle e di utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale.

Il Nodo 2 è un modulo pressurizzato che, come i Nodi 1 e 3, connette fra loro i moduli di ricerca, abitativi, di controllo e di attracco della Stazione Spaziale. I Nodi sono usati per controllare e distribuire le risorse tra gli elementi connessi. Questo volo del Nodo 2 precede il lancio e l’integrazione alla ISS del laboratorio Columbus dell’ESA.
Paolo Nespoli è nato il 6 aprile 1957 a Milano. Presso la Polytechnic University di New York ha conseguito nel 1988 il Bachelor of Science in ingegneria aerospaziale e l’anno successivo il Master of Science in aeronautica e astronautica. Nel 1990 ha conseguito la Laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi di Firenze.
Nespoli è abilitato alla professione di ingegnere ed ha conseguito il brevetto di pilota privato con la qualifica per il volo strumentale. Inoltre, è in possesso del brevetto avanzato d’immersione subacquea e all’immersione NitrOx.
Nel corso del servizio militare nell’esercito italiano, tra il 1977 e il 1984, ha ottenuto la qualifica di paracadutista, istruttore di paracadutismo, direttore di lancio, abilitazione al lancio con la tecnica della caduta libera, abilitazione al lancio d’alta quota, incursore.
Nespoli ha ripreso gli studi universitari nel 1985, lasciando l’esercito nel 1987. Due anni più tardi, dopo aver completato il Master of Science, ha fatto ritorno in Italia per lavorare come ingegnere progettista a Firenze, dove ha eseguito analisi meccaniche e fornito il supporto per la qualifica delle unità di volo dell’Electron Gun Assembly, uno dei principali componenti del sistema del “satellite al guinzaglio” (Tethered Satellite System, TSS) dell’Agenzia Spaziale Italiana.  
Nel 1991, è entrato a far parte del corpo astronautico europeo dell’ESA, a Colonia, Germania. In qualità di ingegnere per la formazione degli astronauti ha contribuito alla preparazione e allo sviluppo della formazione di base degli astronauti europei ed è stato responsabile della preparazione e della gestione del mantenimento delle competenze degli astronauti. È stato responsabile anche del Astronaut Training Database, un software utilizzato per la preparazione e la gestione della formazione degli astronauti.
Nel 1995 è stato assegnato al progetto EuroMir presso lo stabilimento ESTEC dell’ESA, a Noordwijk nei Paesi Bassi, dove ha assunto la responsabilità del team che ha preparato, integrato e supportato il Payload and Crew Support Computer utilizzato a bordo della stazione spaziale russa Mir.
In 1996, è stato assegnato al Johnson Space Center della NASA, a Houston, in Texas, dove ha lavorato nella Spaceflight Training Division per la formazione per il personale di terra e per gli equipaggi in orbita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Nel luglio 1998, è stato selezionato come astronauta dall’Agenzia Spaziale Italiana e un mese dopo si è aggregato al Corpo Astronautico Europeo dell’ESA, nella base del Centro Astronautico Europeo (European Astronaut Centre, EAC) di Colonia, in Germania.
Nell’agosto 1998, è stato trasferito presso lo Johnson Space Center della NASA e assegnato alla classe di astronauti XVII della NASA. Nel 2000 ha conseguito le qualificazioni di base per essere assegnato a una missione a bordo di uno Shuttle e alla Stazione Spaziale Internazionale. Nel luglio 2001 ha completato con successo il corso di allenamento per comandare il braccio robotico dello Shuttle. Nel settembre 2003 ha completato il corso avanzato per le attività extraveicolari (Extra Vehicular Activities).

Nodi Spaziali:

Elemento stStazione SpazialeLa Stazione Spaziale Internazionale avrà tre nodi forniti della NASA. Il Nodo 1, Unity, è stato sviluppato dalla NASA ed è stato il secondo elemento della Stazione Spaziale a essere messo in orbita, nel dicembre 1998. I Nodi 2 e 3 sono stati sviluppati per la NASA da industrie europee grazie a un contratto con l’ESA, sotto la responsabilità industriale di Alcatel-Alenia Space. L’ESA ha assegnato la responsabilità della costruzione dei Nodi 2 and 3 all’ASI, in modo da sfruttare la medesima struttura concettuale utilizzata per il Columbus e per i tre Moduli Logistici Pressurizzati Multifunzionali (Multipurpose Pressurised Logistics Module, MPLM) trasportabili nella stiva dello Shuttle.

Il Nodo 2 è il primo Nodo europeo a essere lanciato. Servirà come elemento di connessione tra il laboratorio europeo Columbus, il laboratorio statunitense Destiny e quello giapponese Kibo. Sarà anche punto d’attacco del veicolo di trasferimento HII costruito dal Giappone.
Sarà dotato di un adattatore per l’attracco dello Space Shuttle e sarà utilizzato anche come punto d’attacco degli MPLM. Il Nodo 2 è progettato anche per essere una base di lavoro del Canadarm 2 (Space Station Remote Manipulator System), il braccio robotico canadese.
Il Nodo 3 ospiterà l’equipaggiamento di supporto necessario per l’equipaggio permanente dei sei astronauti ed ospiterà anche il modulo di Osservazione Cupola dell’ESA, una cupola con sette fruste da cui verrà operato il braccio robotico Canadarm 2 e dal quale l’equipaggio avrà una vista panoramica dello spazio.
Il Nodo 3 sarà attaccato al porto del Nodo 1 e sarà consegnato da ESA alla NASA all’inizio del 2007.

Per ulteriori informazioni:

Agenzia Spaziale Italiana

Agenzia Spaziale Europea

in collaborazione con United States Diplomatic Mission to Italy

ITALY

ALESSANDRO SACRIPANTI

mikronet

Lascia un commento