SI CHIUDE CON LE OPERE DI VINCENZO PIRROTTA IL FESTIVAL ARIE DI MARE

ARIE DI MARE
ARIE DI MARE  2006
  
  I cunti di Vincenzo Pirrotta ad Arie di Mare 
– martedì 22 agosto ore 21,30

  Porto S.Stefano – Arena del 64° Deposito Aeronautica Militare
– mercoledì 23 agosto ore 21,30
  Porto Ercole – Piazza S.Barbara

VINCENZO PIRROTTAI due spettacoli scelti da Arie di Mare per chiudere il festival, N’gnanzou’ : Storie di mare e di pescatori 
il 22 a Porto S. Stefano e La fuga di Enea il 23 a Porto Ercole, sono tratti dalla trilogia di Vincenzo Pirrotta I tesori della Zisa. Viaggi onorici nei cunti siciliani : un percorso nelle tradizioni epiche e poetiche siciliane nato da una ricerca che Pirrotta, giovane ma già affermato “cuntista”, ha svolto tra i tonnaroti e i ‘raisi’ di Favignana e di Trapani.  I suoni, i ritmi in scena producono una rielaborazione di questi materiali in partiture sceniche per voci e canti, in quella forma di narrazione orale unica e coinvolgente che è appunto il cunto. Il ‘cuntista’ con la sua spada e la sua camicia bianca, incomincia un viaggio nella più viva tradizione del racconto, incontrando personaggi che sono diventati, nel corso dei secoli, figure immancabili nella vita popolare siciliana, figure vive nella memoria della gente semplice che sognava, si emozionava e si divertiva con le loro storie.

I testi che saranno proposti durante le serate di Arie di Mare toccano momenti straordinari e di forte intensità sia nel mondo dei pescatori e del mare, raggiungendo l‘apice drammatico nella mattanza, che nell’epica virgiliana.

N’gnanzou’ : Storie di mare e di pescatori
E’ la storia di un “raisi”, (il capopesca della tonnara) che narra la sua vita al “muciariotu” (il tonnaroto che governa la “muciara”, ovvero l’imbarcazione del “Raisi”, durante la preparazione della “mattanza”), mentre aspettano il passaggio dei tonni che dall’oceano entrano nel Mediterraneo per la stagione degli amori e  per deporre le uova. E in quest’attesa, scandita dal faticoso lavoro: dalla preparazione delle camere, al tiro del “vasceddu di livanti”, dalla preparazione della “cammira di la morti”, all’isata du coppu”, si sgranano i racconti, le paure, le gioie, la comicità prorompente, le storie del mare e dei suoi “sacerdoti” lavoranti che si proclamano figli stessi di questo padre immenso, inquietante, affascinante. Nel finale arrivano i tonni, non c’è più tempo per raccontare bisogna prendere l’arpione, alzare la camera della morte, comincia la mattanza.

La fuga di Enea
Un poema  che è come uno splendido tessuto, un magico arazzo di vicende, eroi, amori e fughe che chiedono di tornare a vivere per mezzo di un corpo e di una voce nello spazio e nel tempo. Ma come? Recitare tutto questo è umanamente impossibile. E allora? Forse, può venirci in aiuto, solo, l’antica e magica fascinazione della parola. Ma per creare attenzione e guadagnare interesse non può bastare semplicemente narrare, occorre che il narrare diventi teatro attraverso una tecnica sapiente, una forte struttura, una partitura efficace. Tra le tante possibili strade, Pirrotta ha scelto il cunto siciliano, mirabile ed altissimo esempio di teatro epico. Suono, ritmo, corpo e voce che liberano nello spazio una giocosa e potente energia.

Vincenzo Pirrotta è stato allievo del maestro Mimmo Cuticchio, si è diplomato alla scuola di teatro dell’ I.N.D.A.(Istituto Nazionale del Dramma Antico).
Ha lavorato dal 1990 al 1996 al ciclo di spettacoli classici che si svolgono al teatro Greco di Siracusa, con i registi: Giancarlo Sbragia, Mimmo Cuticchio e Salvo LicataGiancarlo SepeMario Moretti, Pasquale De Cristofaro, Gabriele Lavia, Mario Martone, Roberto De Simone, e con attori come Anna Proclemer, Piera Degli Esposti, Renato De Carmine, Giulio Brogi, Toni Servillo, Gianni Agus, Mariano Rigillo.
Nel 1995 ha ricevuto il premio “Giusto Monaco”. Dal 1996 conduce una ricerca sulle tradizioni popolari innestando arcaiche pratiche al teatro di sperimentazione.
Ha diretto anche “La lupa” di Giovanni Verga per le Verghiane 2002;Il “Prometeo” di Eschilo per l’associazione Campania grandi classici; “Fondali riflessi” tratto da “Il vecchio e il mare” di Hemingway;
Ha curato la regia delle “Nozze di Figaro” per il teatro nazionale dell’opera di Malta. Ha diretto e tradotto le  “ Eumenidi” di Eschilo per la biennale di Venezia 2004.
Ha collaborato con la R.A.I. radiotelevisione italiana per la realizzazione della trasmissione il terzo anello ad alta voce ( I malavoglia di Giovanni Verga).
Ha diretto per l’ istituto nazionale del dramma antico “U Ciclopu” di Euripide nella traduzione di Pirandello per questa regia gli è stato assegnato il premio dell’associazione nazionale critici di teatro quale miglior spettacolo del 2005.
Ha diretto per il teatro di Roma “La sagra del signore della nave” di Pirandello rielaborando il testo innestando le arcaiche pratiche mediterranee che sono l’oggetto della sua ricerca, e per il quale ha ricevuto il premio Golden Graal come miglior regista della stagione 2005-2006 .

Ufficio Stampa Comune di Monte Argentario

ARIE DI MARE
ARIE DI MARE  2006
  
  I cunti di Vincenzo Pirrotta ad Arie di Mare 
– martedì 22 agosto ore 21,30

  Porto S.Stefano – Arena del 64° Deposito Aeronautica Militare
– mercoledì 23 agosto ore 21,30
  Porto Ercole – Piazza S.Barbara

VINCENZO PIRROTTAI due spettacoli scelti da Arie di Mare per chiudere il festival, N’gnanzou’ : Storie di mare e di pescatori 
il 22 a Porto S. Stefano e La fuga di Enea il 23 a Porto Ercole, sono tratti dalla trilogia di Vincenzo Pirrotta I tesori della Zisa. Viaggi onorici nei cunti siciliani : un percorso nelle tradizioni epiche e poetiche siciliane nato da una ricerca che Pirrotta, giovane ma già affermato “cuntista”, ha svolto tra i tonnaroti e i ‘raisi’ di Favignana e di Trapani.  I suoni, i ritmi in scena producono una rielaborazione di questi materiali in partiture sceniche per voci e canti, in quella forma di narrazione orale unica e coinvolgente che è appunto il cunto. Il ‘cuntista’ con la sua spada e la sua camicia bianca, incomincia un viaggio nella più viva tradizione del racconto, incontrando personaggi che sono diventati, nel corso dei secoli, figure immancabili nella vita popolare siciliana, figure vive nella memoria della gente semplice che sognava, si emozionava e si divertiva con le loro storie.

I testi che saranno proposti durante le serate di Arie di Mare toccano momenti straordinari e di forte intensità sia nel mondo dei pescatori e del mare, raggiungendo l‘apice drammatico nella mattanza, che nell’epica virgiliana.

N’gnanzou’ : Storie di mare e di pescatori
E’ la storia di un “raisi”, (il capopesca della tonnara) che narra la sua vita al “muciariotu” (il tonnaroto che governa la “muciara”, ovvero l’imbarcazione del “Raisi”, durante la preparazione della “mattanza”), mentre aspettano il passaggio dei tonni che dall’oceano entrano nel Mediterraneo per la stagione degli amori e  per deporre le uova. E in quest’attesa, scandita dal faticoso lavoro: dalla preparazione delle camere, al tiro del “vasceddu di livanti”, dalla preparazione della “cammira di la morti”, all’isata du coppu”, si sgranano i racconti, le paure, le gioie, la comicità prorompente, le storie del mare e dei suoi “sacerdoti” lavoranti che si proclamano figli stessi di questo padre immenso, inquietante, affascinante. Nel finale arrivano i tonni, non c’è più tempo per raccontare bisogna prendere l’arpione, alzare la camera della morte, comincia la mattanza.

La fuga di Enea
Un poema  che è come uno splendido tessuto, un magico arazzo di vicende, eroi, amori e fughe che chiedono di tornare a vivere per mezzo di un corpo e di una voce nello spazio e nel tempo. Ma come? Recitare tutto questo è umanamente impossibile. E allora? Forse, può venirci in aiuto, solo, l’antica e magica fascinazione della parola. Ma per creare attenzione e guadagnare interesse non può bastare semplicemente narrare, occorre che il narrare diventi teatro attraverso una tecnica sapiente, una forte struttura, una partitura efficace. Tra le tante possibili strade, Pirrotta ha scelto il cunto siciliano, mirabile ed altissimo esempio di teatro epico. Suono, ritmo, corpo e voce che liberano nello spazio una giocosa e potente energia.

Vincenzo Pirrotta è stato allievo del maestro Mimmo Cuticchio, si è diplomato alla scuola di teatro dell’ I.N.D.A.(Istituto Nazionale del Dramma Antico).
Ha lavorato dal 1990 al 1996 al ciclo di spettacoli classici che si svolgono al teatro Greco di Siracusa, con i registi: Giancarlo Sbragia, Mimmo Cuticchio e Salvo LicataGiancarlo SepeMario Moretti, Pasquale De Cristofaro, Gabriele Lavia, Mario Martone, Roberto De Simone, e con attori come Anna Proclemer, Piera Degli Esposti, Renato De Carmine, Giulio Brogi, Toni Servillo, Gianni Agus, Mariano Rigillo.
Nel 1995 ha ricevuto il premio “Giusto Monaco”. Dal 1996 conduce una ricerca sulle tradizioni popolari innestando arcaiche pratiche al teatro di sperimentazione.
Ha diretto anche “La lupa” di Giovanni Verga per le Verghiane 2002;Il “Prometeo” di Eschilo per l’associazione Campania grandi classici; “Fondali riflessi” tratto da “Il vecchio e il mare” di Hemingway;
Ha curato la regia delle “Nozze di Figaro” per il teatro nazionale dell’opera di Malta. Ha diretto e tradotto le  “ Eumenidi” di Eschilo per la biennale di Venezia 2004.
Ha collaborato con la R.A.I. radiotelevisione italiana per la realizzazione della trasmissione il terzo anello ad alta voce ( I malavoglia di Giovanni Verga).
Ha diretto per l’ istituto nazionale del dramma antico “U Ciclopu” di Euripide nella traduzione di Pirandello per questa regia gli è stato assegnato il premio dell’associazione nazionale critici di teatro quale miglior spettacolo del 2005.
Ha diretto per il teatro di Roma “La sagra del signore della nave” di Pirandello rielaborando il testo innestando le arcaiche pratiche mediterranee che sono l’oggetto della sua ricerca, e per il quale ha ricevuto il premio Golden Graal come miglior regista della stagione 2005-2006 .

Ufficio Stampa Comune di Monte Argentario

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