DIALOGANDO CON… FRANCESCO DI GIACOMO DE IL BANCO DEL MUTUO SOCCORSO&quot

UN TUFFO NEL PASSATO-PRESENTE
CON LA VOCE DI UN  ANGELO ROCK

a cura di    M A R T I N A   C A M P O L O N G O

Tuscia Rock - Il Banco in concerto a Tarquinia (VT)Domenica 20 agosto la Città di Tarquinia ha ospitato uno dei gruppi musicali più amati del panoramo italiano degli anni ‘70: Il Banco del Mutuo Soccorso.
Piazza Matteotti è stata letteralmente invasa da fans provenienti da tutta Italia per assistere al concerto di Francesco di Giacomo (voce), Vittorio Nocenzi (tastiere), Rodolfo Maltese (chitarra) e Tiziano Ricci (basso), conosciuti ormai da più di 30 anni sia in Italia che all’estero come i componenti di una delle maggiori band del rock progressive internazionale.
Il Banco, infatti, ha ottenuto negli anni un enorme successo di pubblico e di critica in paesi stranieri quali Giappone, Messico e Argentina presentando alcuni precedenti album adattati in lingua inglese: “Banco”, “As in a last supper”, “Da qui messere si domina la valle”… E proprio dal concerto di maggior successo svolto in Giappone nel 1997, il gruppo trasse una compilation live intitolata “Nudo” contenente i brani “Il ragno”, “E mi viene da pensare”, “L’evoluzione”

Ho raggiunto Francesco di Giacomo, cantante del Banco, nello stand montato dietro l’enorme palco. Lui, figura alquanto imponente e dall’aria sostenuta, mi aspettava seduto su una piccola sedia bianca di plastica. Appena sono entrata mi ha invitato a prenderne un’altra per sedermi accanto a lui, rivelandomi in un confidenziale dialetto romanesco: “Nun me fido mai de ‘ste sedie, pare sempre che caschi pe’ terra…”. Ha chiesto a degli assistenti che erano fuori di portargli una bottiglia di acqua fresca “perché qui se more” e poi ha potuto cominciare la breve intervista, pochissimo prima di dar via al concerto.

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UN TUFFO NEL PASSATO-PRESENTE
CON LA VOCE DI UN  ANGELO ROCK

a cura di    M A R T I N A   C A M P O L O N G O

Tuscia Rock - Il Banco in concerto a Tarquinia (VT)Domenica 20 agosto la Città di Tarquinia ha ospitato uno dei gruppi musicali più amati del panoramo italiano degli anni ‘70: Il Banco del Mutuo Soccorso.
Piazza Matteotti è stata letteralmente invasa da fans provenienti da tutta Italia per assistere al concerto di Francesco di Giacomo (voce), Vittorio Nocenzi (tastiere), Rodolfo Maltese (chitarra) e Tiziano Ricci (basso), conosciuti ormai da più di 30 anni sia in Italia che all’estero come i componenti di una delle maggiori band del rock progressive internazionale.
Il Banco, infatti, ha ottenuto negli anni un enorme successo di pubblico e di critica in paesi stranieri quali Giappone, Messico e Argentina presentando alcuni precedenti album adattati in lingua inglese: “Banco”, “As in a last supper”, “Da qui messere si domina la valle”… E proprio dal concerto di maggior successo svolto in Giappone nel 1997, il gruppo trasse una compilation live intitolata “Nudo” contenente i brani “Il ragno”, “E mi viene da pensare”, “L’evoluzione”

Ho raggiunto Francesco di Giacomo, cantante del Banco, nello stand montato dietro l’enorme palco. Lui, figura alquanto imponente e dall’aria sostenuta, mi aspettava seduto su una piccola sedia bianca di plastica. Appena sono entrata mi ha invitato a prenderne un’altra per sedermi accanto a lui, rivelandomi in un confidenziale dialetto romanesco: “Nun me fido mai de ‘ste sedie, pare sempre che caschi pe’ terra…”. Ha chiesto a degli assistenti che erano fuori di portargli una bottiglia di acqua fresca “perché qui se more” e poi ha potuto cominciare la breve intervista, pochissimo prima di dar via al concerto.

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L’ INTERVISTA  A  FRANCESCO  DI  GIACOMO

Francesco Di Giacomo e Martina Campolongo

Dato che per motivi cronologici non ho assistito alla nascita del Banco, potrebbe raccontarmi brevemente quando e come si è formato il gruppo?

L’ idea del Banco nacque nel 1970 grazie ai fratelli Vittorio e Gianni Nocenti che a quel tempo tenevano audizioni per alcune case discografiche e registravano pezzi insieme ad altri cantautori del momento. Con loro mi conobbi al Festival Pop di Caracalla perché suonavo in gruppo di cui facevano parte anche Renato D’ Angelo, Marcello Todaro e Pierluigi Calderoni e insieme pubblicammo il primo album intitolato “Banco del Mutuo Soccorso”. Rodolfo Maltese entrò nel 1973 al posto di Marcello Todaro.
La stampa parlò subito molto bene di noi perché facevamo della musica totalmente diversa da quella che allora dettava la legge del mercato.
Fummo anche fortunati perché arrivammo in un momento di vuoto musicale in Italia.

Quanti dischi avete prodotto e quanti ne avete presentati all’estero?

Ne abbiamo realizzati più di 20, tra cui due in inglese, uno in giapponese, una colonna sonora per il film di Luigi Faccini e uno live. Per quanto riguarda l’estero, inizialmente negli Stati Uniti, Inghilterra e Giappone uscirono solo tre dischi ma in questi anni stanno uscendo anche tutti gli altri perché abbiamo potuto constatare che nella classifica dei gruppi progressive nel mondo sei dischi su dieci sono del Banco.

Ultimamente è uscita la raccolta completa di testi “…E mi viene da pensare” con foto e discografia del Banco…
Si, l’abbiamo inaugurata l’11 maggio a Ciampino presso la biblioteca “Pier Paolo Pasolini” e contiene la biografia di tutti i componenti del gruppo, sia gli attuali che i precedenti, i testi delle canzoni e la discografia completa. La prefazione è stata curata da Franco Vassia.

BMS

Le tappe del successo sono state caratterizzate anche da molte collaborazioni con autori musicali importanti…

Si. Ad esempio Tiziano Ricci ha lavorato con grandi orchestre sinfoniche e ha realizzato con Ron una importante tournè proprio nel momento di maggior successo del cantante.
Tutti noi abbiamo voluto dar vita a diverse collaborazioni perché crediamo che un musicista non si deve fermare all’orticello di casa, che è quello che coltiva da solo, ma deve andare oltre.

A livello personale qual è la collaborazione più interessante che ha avuto?

Per quanto mi riguarda, senza dubbio quella con Eugenio Finardi e un chitarrista che si chiama Marco Poeta con i quali ho suonato a Lisbona una musica portoghese molto particolare…

In tutti questi anni vi siete ispirati a dei generi musicali in particolar modo?

Mah… noi abbiamo un modo di guardare la vita attraverso la musica, non so se questo fa genere… Parlare di generi musicali da fastidio.

Avete in programma altre date oltre questa di Tarquinia?

Si, domani ci spostiamo al Nord per concludere lì la nostra tournè alla fine di settembre, poi la prima settimana di ottobre avremo qualche serata sporadica in giro per l’ Italia. La vita del musicista è cosi: un giorno a casa, due in una città, un altro giorno a casa e altri due in un’altra città ancora…

a cura di Martina Campolongo

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