PER IRIS NOELIA PALACIOS CRUZ, POPOSTA LA MEDAGLIA D'ORO AL VALOR CIVILE

“…la bambina si e’ tuffata per fare il bagno insieme alla sua ‘tata’, ma
una volta in acqua, il mare mosso e il vento hanno messo le due
in difficolta’. La baby sitter e’ riuscita a mettere in salvo la piccola,
facendola salire su uno scoglio.
Lei, invece, non ce l’ha fatta ed e’ annegata”                       leggi qui la notizia …>>>

IL COMMENTO DI GICAR

PER QUEL CAPRICCIO DEL DESTINO CHE NON CAPIREMO MAI…

La mamma della bambina salvata dalla baby sitter nel mare dell'Argentario - Da Repubblica.it

Questa tragedia ci manda davvero oltrepensiero. Di come una tata, straniera in terra straniera, si possa affezionare così tanto alla famiglia presso la quale lavora e della ragazzina che gli è stata affidata fino a raggiungere l’estremo sacrificio. E certo, in questa stroria, si va al di là, troppo al di là,  del rapporto di lavoro, della fiducia e dei permessi di soggiorno che non ci sono, in questo caso per ragioni apparentemente incomprensibili.
Per l’Argentario avrebbe dovuto essere un fine settimana di festa grande, con fuochi d’artificio e concerti, per salutare l’estate che se ne va. Ma, insieme ad essa, se ne andata anche lei, una ragazza honduregna di ventisette anni, orfana di padre e che insieme alla madre doveva mantenere anche altri tre piccoli fratelli. Avrebbe dovuto laurearsi in Economia e Commercio e da due anni lavorava con un’agiata famiglia romana che, sulla Costa d’Argento, ha una villa sul mare dove trascorrere le vacanze. Quel mare amico nel quale chissà quante volte avevano preso il bagno, anche per giocare un po’, come tutti fanno, con le onde spumeggianti. Sicuramente i fondali, che conoscevano a menadito, stavolta hanno tradito.
Un giorno, Letizia (oggi 11 anni), che mai vorremmo leggesse queste parole, spiegherà, racconterà, se ne farà una ragione, di come mai, su quello scoglio, è rimasta solo lei e non anche Iris. Pensiamo a quali ricordi si trascinerà dietro nella vita, per una vita che vivrà grazie ad una ragazza d’oltreoeano.
Argentario - Cala del BovePer Iris Noelia Palacios Cruz è stata proposta la massima onorificenza alla memoria: la Medaglia d’Oro al Valor Civile e la sua famiglia sembra non rimarrà sola in termini di aiuti, stando alle dichiarazioni della madre di Letizia e dei Comuni di Roma e Monte Argentario.
E’ una storia che ha finito con il commuovere tutti, al di là delle mille tragedie che questo mare ha già vissuto.
A noi resta solo la considerazione di toccare con mano come, tra gli irregolari che sono in Italia, vi sia anche tanta brava gente disposta ad esercitare lavori che noi non vogliamo più fare, a guadagnare quel tanto che basta ed a sacrificarsi per noi senza girarsi dall’altra parte, fino a morire.
Chissà quali sogni e quali speranze, come quelli di Iris, accompagnano questa gente per scegliere il nostro paese come nuova patria e scappare dalla loro! Tanto basta per capire quali livelli, per noi incomprensibili, possa raggiungere la disperazione.
Finisce così, questa estate 2006, in terra di Maremma, con un capriccio del destino che non capiremo mai. Con una madre a disperarsi per la figlia che non ha più e l’altra a piangere, invece, per poterla abbracciare ed averla ancora con se.



“…la bambina si e’ tuffata per fare il bagno insieme alla sua ‘tata’, ma
una volta in acqua, il mare mosso e il vento hanno messo le due
in difficolta’. La baby sitter e’ riuscita a mettere in salvo la piccola,
facendola salire su uno scoglio.
Lei, invece, non ce l’ha fatta ed e’ annegata”                       leggi qui la notizia …>>>

IL COMMENTO DI GICAR

PER QUEL CAPRICCIO DEL DESTINO CHE NON CAPIREMO MAI…

La mamma della bambina salvata dalla baby sitter nel mare dell'Argentario - Da Repubblica.it

Questa tragedia ci manda davvero oltrepensiero. Di come una tata, straniera in terra straniera, si possa affezionare così tanto alla famiglia presso la quale lavora e della ragazzina che gli è stata affidata fino a raggiungere l’estremo sacrificio. E certo, in questa stroria, si va al di là, troppo al di là,  del rapporto di lavoro, della fiducia e dei permessi di soggiorno che non ci sono, in questo caso per ragioni apparentemente incomprensibili.
Per l’Argentario avrebbe dovuto essere un fine settimana di festa grande, con fuochi d’artificio e concerti, per salutare l’estate che se ne va. Ma, insieme ad essa, se ne andata anche lei, una ragazza honduregna di ventisette anni, orfana di padre e che insieme alla madre doveva mantenere anche altri tre piccoli fratelli. Avrebbe dovuto laurearsi in Economia e Commercio e da due anni lavorava con un’agiata famiglia romana che, sulla Costa d’Argento, ha una villa sul mare dove trascorrere le vacanze. Quel mare amico nel quale chissà quante volte avevano preso il bagno, anche per giocare un po’, come tutti fanno, con le onde spumeggianti. Sicuramente i fondali, che conoscevano a menadito, stavolta hanno tradito.
Un giorno, Letizia (oggi 11 anni), che mai vorremmo leggesse queste parole, spiegherà, racconterà, se ne farà una ragione, di come mai, su quello scoglio, è rimasta solo lei e non anche Iris. Pensiamo a quali ricordi si trascinerà dietro nella vita, per una vita che vivrà grazie ad una ragazza d’oltreoeano.
Argentario - Cala del BovePer Iris Noelia Palacios Cruz è stata proposta la massima onorificenza alla memoria: la Medaglia d’Oro al Valor Civile e la sua famiglia sembra non rimarrà sola in termini di aiuti, stando alle dichiarazioni della madre di Letizia e dei Comuni di Roma e Monte Argentario.
E’ una storia che ha finito con il commuovere tutti, al di là delle mille tragedie che questo mare ha già vissuto.
A noi resta solo la considerazione di toccare con mano come, tra gli irregolari che sono in Italia, vi sia anche tanta brava gente disposta ad esercitare lavori che noi non vogliamo più fare, a guadagnare quel tanto che basta ed a sacrificarsi per noi senza girarsi dall’altra parte, fino a morire.
Chissà quali sogni e quali speranze, come quelli di Iris, accompagnano questa gente per scegliere il nostro paese come nuova patria e scappare dalla loro! Tanto basta per capire quali livelli, per noi incomprensibili, possa raggiungere la disperazione.
Finisce così, questa estate 2006, in terra di Maremma, con un capriccio del destino che non capiremo mai. Con una madre a disperarsi per la figlia che non ha più e l’altra a piangere, invece, per poterla abbracciare ed averla ancora con se.

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