NOBEL PER LA LETTERATURA A ORHAN PAMUK

Ha subito un processo per aver parlato del massacro di un milione di armeni

Il riconoscimento allo scrittore turco autore di ‘Neve’ perché
”nella ricerca dell’anima melanconica della sua città natale ha
scoperto nuovi simboli dello scontro e dell’interrelazione delle culture”

Neve di Orhan Pamuk

(Adnkronos/Ign) – Il premio Nobel per la letteratura è andato allo scrittore turco Orhan Pamuk (vita e opere). Il riconoscimento dell’Accademia di Svezia è stato assegnato all’autore di ‘Neve’, perché ”nella ricerca dell’anima melanconica della sua città natale (Istanbul, ndr) ha scoperto nuovi simboli dello scontro e dell’interrelazione delle culture”.

Una notizia che riempie Pamuk di gioia ”per un onore tanto grande”, ma non manca di provocare una qualche preoccupazione al 54enne scrittore turco processato nel 2005 per ”insulti allo spirito turco”. ”Sfortunatamente il fatto che io sia il primo turco che riceve questo riconoscimento, lo trasforma in qualcosa molto particolare e politico e rischia di diventare una sorta di peso” ha spiegato l’autore di ‘Neve’ nell’intervista telefonica concessa all’Accademia di Svezia, pochi minuti dopo essere stato raggiunto a New York, dove è ‘visiting professor’ alla Columbia University, dalla notizia del Nobel.

Lo scrittore turco liquida in modo molto animato ”il mito di uno scontro tra Occidente e Oriente come una delle idee più pericolose degli ultimi 20 anni” e dice che l’aver assunto l’idea dell’esistenza di due poli opposti ha provocato ”la morte di troppe persone”. ”La cultura stessa significa mescolanza e unione di diverse influenze – afferma – e il mio lavoro è il miglior esempio di quanto possa essere fruttifera l’unione delle culture”.



Ha subito un processo per aver parlato del massacro di un milione di armeni

Il riconoscimento allo scrittore turco autore di ‘Neve’ perché
”nella ricerca dell’anima melanconica della sua città natale ha
scoperto nuovi simboli dello scontro e dell’interrelazione delle culture”

Neve di Orhan Pamuk

(Adnkronos/Ign) – Il premio Nobel per la letteratura è andato allo scrittore turco Orhan Pamuk (vita e opere). Il riconoscimento dell’Accademia di Svezia è stato assegnato all’autore di ‘Neve’, perché ”nella ricerca dell’anima melanconica della sua città natale (Istanbul, ndr) ha scoperto nuovi simboli dello scontro e dell’interrelazione delle culture”.

Una notizia che riempie Pamuk di gioia ”per un onore tanto grande”, ma non manca di provocare una qualche preoccupazione al 54enne scrittore turco processato nel 2005 per ”insulti allo spirito turco”. ”Sfortunatamente il fatto che io sia il primo turco che riceve questo riconoscimento, lo trasforma in qualcosa molto particolare e politico e rischia di diventare una sorta di peso” ha spiegato l’autore di ‘Neve’ nell’intervista telefonica concessa all’Accademia di Svezia, pochi minuti dopo essere stato raggiunto a New York, dove è ‘visiting professor’ alla Columbia University, dalla notizia del Nobel.

Lo scrittore turco liquida in modo molto animato ”il mito di uno scontro tra Occidente e Oriente come una delle idee più pericolose degli ultimi 20 anni” e dice che l’aver assunto l’idea dell’esistenza di due poli opposti ha provocato ”la morte di troppe persone”. ”La cultura stessa significa mescolanza e unione di diverse influenze – afferma – e il mio lavoro è il miglior esempio di quanto possa essere fruttifera l’unione delle culture”.

Nel 2002 Pamuk ha vinto anche un importante riconoscimento letterario italiano, il premio Grinzane Cavour. Allo scrittore turco è stata attribuita la sezione di narrativa straniera con il romanzo ‘Il mio nome è rosso’ (Einaudi).

Al suo attivo anche l’edizione 2005 del Premio per la Pace dei librai tedeschi. A lui è stato assegnato il prestigioso premio Friedenspreis des Deutschen Buchhandels durante una cerimonia che si è svolta, come di consueto, nell’ambito della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte. La decisione di premiare Orhan Pamuk fu presa un anno fa dai librai tedeschi anche per dare un forte segno di solidarietà allo scrittore turco perseguitato per le sue idee.

A novembre scorso a Pamuk è andato poi il premio ‘Medicis per il romanzo straniero’ per ‘Neve’ (pubblicato in francese dall’editore Gallimard). Si tratta di uno dei due principali riconoscimenti francesi riservati al romanzo straniero. ‘Neve’, pubblicato per la prima volta in Turchia nel 2002, rappresenta per la giuria del Prix Medicis ”un inno alla laicità, una riflessione sull’identità della società turca e sulla natura del fanatismo religioso”. Pure il prestigioso Prix Medicis è stato inteso un anno fa anche come un sostegno politico a Pamuk.

Lo scrittore era stato infatti accusato in un tribunale di Istanbul di aver ”offeso l’identità turca” per aver parlato con un giornale svizzero del massacro di un milione di armeni. Un processo interpretato come un attacco alla libertà di espressione e da subito seguito in Europa con molta attenzione perché considerato un test decisivo in vista dell’adesione della Turchia all’Ue. Pamuk era il più noto di un gruppo di oltre 60 tra scrittori ed editori contro i quali erano state mosse accuse analoghe in Turchia.

L’atteso processo si era aperto a Istanbul il 16 dicembre scorso e si era chiuso già al primo giorno dal giudice che aveva deciso l’aggiornamento al 7 febbraio in attesa di documenti dal ministero della Giustizia necessari alla prosecuzione del caso. Pamuk rischiava fino a tre anni di carcere per aver dichiarato al quotidiano svizzero ‘Tages Anzeiger’: ”Qui sono stati uccisi 30mila curdi e un milione di armeni e quasi nessuno si preoccupa di dirlo. Provo a farlo io”. Dichiarazioni considerate una violazione dell’articolo 301 del codice penale turco che punisce chi insulta la Repubblica, il Parlamento o qualunque organo dello Stato.

Poi a sorpresa, il 23 gennaio, era arrivata l’archiviazione del caso: in assenza del via libera del ministero della Giustizia per far partire il processo, i giudici avevano deciso di lasciar cadere il procedimento. Il via libera era stato richiesto per chiarire se Pamuk dovesse essere giudicato in base al vecchio codice penale turco o alla versione più recente. Una scelta, quella dei giudici, commentata positivamente a Bruxelles, dove il Commissario per l’Allargamento, Olli Rehn, l’aveva definita ”una buona notizia per la libertà di espressione in Turchia”.

L’annuncio era stato accolto con grande soddisfazione anche dallo scrittore, che però non aveva mancato di ricordare – per il tramite di una sua interprete e amica citata dalla BBC – che nel giro di poche settimane sarebbero stati aperti otto nuovi processi analoghi al suo e che proprio l’assenza del nome di Pamuk dal gruppo degli imputati avrebbe fatto diminuire le pressioni internazionali.

”In realtà la pressione internazionale dovrebbe essere maggiore – aveva dichiarato Maureen Freely – perché esiste una reale possibilità di convincere il governo a lasciar cadere queste norme una volta per tutte e fare della Turchia una democrazia secondo le linee guida europee”.

E le autorità di Ankara oggi hanno reagito positivamente alla notizia del Nobel. ”Sono molto felice e mi felicito con lui”, ha dichiarato il sottosegretario alla Cultura, Mustafa Isen, in un’intervista all’emittente televisiva Ntv. Il premio ”attirerà l’attenzione del mondo sulla letteratura turca e su altri autori turchi”, ha aggiunto precisando di essere ”interessato solo a Pamuk lo scrittore. Le sue altre azioni non mi interessano”.

mikronet

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