POESIA COME VOCE DIALOGANTE
FAMILIARE, ALLUCINANTE E NECESSARIO
di Piero Vaglioni
Giulio Perrone Editore
Di fronte ai fenomeni più avvertiti del tramonto definitivo delle certezze, di un’estetica della disseminazione, di un comprendere la realtà urbana attraverso il frammentario e l’impermanente, la chiave linguistica resta tuttavia una via essenziale per ricondurre il senso entro il quadro dello scambio concreto, vale a dire di una comunità di parlanti che condividano esperienza e consapevolezza entro un territorio limitato e per questo percepito quale territorio concreto, comprensibile, del proprio quotidiano agire. In tale contesto la poesia di Piero Vaglioni ci appare ben situarsi, innanzitutto nel suo esser voce dialogante, aperta, senza rinviare a certe vie di fuga caratteristiche della postmodernità.
Ma ci sembra anche che questa poesia segnali in modo particolarmente pregnante l’incidenza dello spessore visivo, dato su cui non a caso insiste proprio l’ultimo Pasolini, per il quale la parola si fa strumento per evocare una situazione, una condizione, un trovarsi dentro coordinate spaziali e temporali chiare e definite.
Piero Vaglioni (Roma 1967) scrive, fotografa e insegna. Ha tradotto, tral’altro, Attenzioni – Prose Scelte 1968-1978 del Premio Nobel per la Letteratura 1995 Seamus Heaney per Fazi. Ha pubblicato su Nuovi Argomenti, Englishes, Cous Cous.Collabora all’organizzazione e alla cura di festival ed eventi culturali. Questa è la sua prima vera raccolta di poesie.
RECENSIONE A CURA DELLA LIBRERIA MONDADORI DI VIA PIAVE A ROMA
FAMILIARE, ALLUCINANTE E NECESSARIO
di Piero Vaglioni
Giulio Perrone Editore
Di fronte ai fenomeni più avvertiti del tramonto definitivo delle certezze, di un’estetica della disseminazione, di un comprendere la realtà urbana attraverso il frammentario e l’impermanente, la chiave linguistica resta tuttavia una via essenziale per ricondurre il senso entro il quadro dello scambio concreto, vale a dire di una comunità di parlanti che condividano esperienza e consapevolezza entro un territorio limitato e per questo percepito quale territorio concreto, comprensibile, del proprio quotidiano agire. In tale contesto la poesia di Piero Vaglioni ci appare ben situarsi, innanzitutto nel suo esser voce dialogante, aperta, senza rinviare a certe vie di fuga caratteristiche della postmodernità.
Ma ci sembra anche che questa poesia segnali in modo particolarmente pregnante l’incidenza dello spessore visivo, dato su cui non a caso insiste proprio l’ultimo Pasolini, per il quale la parola si fa strumento per evocare una situazione, una condizione, un trovarsi dentro coordinate spaziali e temporali chiare e definite.
Piero Vaglioni (Roma 1967) scrive, fotografa e insegna. Ha tradotto, tral’altro, Attenzioni – Prose Scelte 1968-1978 del Premio Nobel per la Letteratura 1995 Seamus Heaney per Fazi. Ha pubblicato su Nuovi Argomenti, Englishes, Cous Cous.Collabora all’organizzazione e alla cura di festival ed eventi culturali. Questa è la sua prima vera raccolta di poesie.
RECENSIONE A CURA DELLA LIBRERIA MONDADORI DI VIA PIAVE A ROMA