PARLIAMONE…
Fratelli… mentre la bandiera rossa sventola alta…
e in nome del «realismo socialista», gli fu impedito
di portare a termine Il prato di Bezin
di R E N O B R O M U R O
Negli anni tra il 1930 e il 1940 il cinema sovietico dedicò molto spazio agli avvenimenti storici. In questo clima culturale, Eizenstein creò per lo schermo la figura di un grande patriota russo, il principe Alexander Nevsky, che nel 1242 condusse il popolo russo alla vittoria contro i cavalieri teutonici sul lago Peipus coperto di ghiaccio. Al genere storico si ricollegano anche La congiura dei Boiardi e Ivan il Terribile, forse il capolavoro di Eizenstein.
Alla realizzazione di parecchi suoi film diede un contributo prezioso Serghej Procofiev, che compose varie colonne sonore. Eizenstein mori a Mosca il 9 febbraio 1948, dopo due o tre anni di isolamento spirituale, amareggiato dalle troppe censure cui erano stati sottoposti i suoi lavori.
Fratelli… mentre la bandiera rossa sventola alta…
e in nome del «realismo socialista», gli fu impedito
di portare a termine Il prato di Bezin
di R E N O B R O M U R O
Negli anni tra il 1930 e il 1940 il cinema sovietico dedicò molto spazio agli avvenimenti storici. In questo clima culturale, Eizenstein creò per lo schermo la figura di un grande patriota russo, il principe Alexander Nevsky, che nel 1242 condusse il popolo russo alla vittoria contro i cavalieri teutonici sul lago Peipus coperto di ghiaccio. Al genere storico si ricollegano anche La congiura dei Boiardi e Ivan il Terribile, forse il capolavoro di Eizenstein.
Alla realizzazione di parecchi suoi film diede un contributo prezioso Serghej Procofiev, che compose varie colonne sonore. Eizenstein mori a Mosca il 9 febbraio 1948, dopo due o tre anni di isolamento spirituale, amareggiato dalle troppe censure cui erano stati sottoposti i suoi lavori.
Si recò in America con l’assistente Aleksandrov e l’operatore Tisse, ma non riuscì a realizzare che in parte il suo progetto di una colossale epopea messicana – dagli Aztechi a Pancho Villa – intitolata Que viva Mexico. I molti frammenti che ci restano (montati da altri in Lampi sul Messico, 1933, e Time in the Sun, 1940) sono documenti di straordinaria potenza figurativa. Ritornato in patria, si dedicò all’insegnamento e allo studio, ma fu posto sotto accusa al convegno dei cineasti del 1935: e, in nome del «realismo socialista», gli fu impedito di portare a termine II prato di Bezin (1935-37, tratto da un libro di Turgenev). Il «fotoflim» che ne fu, ricavato nei 1966 testimonia la maturità del progetto. Dopo lo stupendo contrappunto fra, suono e immagine di Aleksandr Nevskiì (1938), (1938), che fonde mirabilmente il racconto con la musica di Prokonev, Ivan il terribile (prima parte, 1944; seconda parte, parzialmente a colori, 1944-45) con la solenne grandiosità delle sue soluzioni figurative e ritmiche e la sua eccezionale capacità di analisi storico-ideologica coronava degnamente l’opera di Eizenstein.
La seconda parte (La congiura dei Boiardi) cadde sotto la censura delle autorità sovietiche, che sembra vi scorgessero (probabilmente a ragione) chiari riferimenti alla figura di Stalin. e che ne permisero la pubblicazione soltanto nel 1958.
Più su vi ho accennato a La Corazzata Potemhin, l’avete vista? E’ un film muto del 1925? “La storia inizia con l’equipaggio della corazzata che si rifiuta di mangiare la carne del rancio, chiaramente avariata. Il comandante Golikov, interpretato dal grande attore dell’epoca Vladimir Barskij, cerca di far rientrare questa protesta con la minaccia di una fucilazione, ma i marinai, guidati da Vakulincuk, interpretato dall’attore Aleksandr Antonov si ribellano. Una ventina di loro, però, resta intrappolata dai fucilieri guidati dal secondo, interpretato da Grigorij Aleksandrov: mentre il pope impartisce la sua benedizione, Golikov ne ordina l’esecuzione. Incitati da Vakulincuk anche i fucilieri si ammutinano, permettendo cosi all’equipaggio di gettare in mare i superiori: ma nella lotta Vakulincuk è ucciso dal secondo, il suo corpo senza vita viene deposto sul molo di Odessa, dove piano piano si raduna la popolazione, mentre sulla Potenkim si issa la bandiera rossa. Un’enorme folla inerme si raduna sulla grande scalinata che scende al porto, quando improvvisamente gli squadroni militari aprono il fuoco su di essa: una madre che risale i gradini col figlio morto in braccio per implorare pietà, è uccisa; un’altra, ferita abbandona la carrozzina col bambino, che precipita verso la morte; i cosacchi a cavallo caricano la folla. Per reazione dalla corazzata si cannoneggia il quartier generale di Odessa, frattanto è stata mandata una squadra navale contro la Potemkin per sedare l’ammutinamento ma dalla nave si alza il grido «Fratelli!»Fratelli!, e la corazzata può passare liberamente attraverso lo sbarramento e prendere il largo, mentre la bandiera rossa sventola alta.