TOSCANA – PITIGLIANO (GROSSETO)

 

LA VITA E’ TUTTA UN VIAGGIO

Rubrica a cura di Martina Campolongo

Partire é la più bella e coraggiosa di tutte le azioni. Una gioia egoistica forse, ma una gioia, per colui che sa dare valore alla libertà. Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri e tuttavia sentirsi a casa ovunque, e partire alla conquista del mondo.  

Isabelle Eberhardt

Pitigliano è un centro della provincia di Grosseto, in Toscana, che conta poco più di 4.000 abitanti e si trova a 313 metri sopra il livello del mare.

GALLERIA IMMAGINI   >>>

Pitigliano Panorama

Gli Etruschi sono stati tra i primi popoli che l’hanno abitata: lo testimoniano il tratto di mura a nord-ovest, presso la Porta di Sovana, le “vie cave” e le numerose necropoli nelle quali sono stati ritrovati corredi funerari, monili e doni votivi.
Ma a dare il nome alla cittadina sembra siano stati due romani, Petilio e Cigliano, che dopo aver rubato la corona d’oro appartenente alla statua di Giove statore situata in Campidoglio, sono fuggiti da Roma e hanno trovato rifugio nel comune toscano.

In seguito è passata sotto due importanti  famiglie: quella degli Aldobrandeschi, la maggiore dinastia dell’Italia centrale, che ha creato insieme alle limitrofe Sorano e Sovana una sorta di triangolo fortificato, e quella degli Orsini, una delle più antiche famiglie della nobiltà romana, schierata con i guelfi, che ha donato alla cittadina splendidi edifici rinascimentali.
Uno di questi, senza dubbio il più importante, è il Castello degli Orsini, originario del Duecento, con uno scenografico ingresso sormontato da una loggetta, grandi porticati, scalinate e un elegante cortile interno dove c’è un pozzo esagonale recante su ogni lato lo stemma degli Orsini.
Altre opere monumentali volute dalla famiglia sono il grandioso acquedotto seicentesco, la sinagoga, e la Chiesa di Santa Maria.
Intorno alla seconda metà del XVI secolo, sotto la protezione dei conti Orsini, si sono insediate numerose famiglie ebraiche le quali, fuggite da Roma, hanno creato a Pitigliano una comunità ebraica rinominandola  la “Piccola Gerusalemme”.
Alla sinagoga, che è stato il rifugio di questa minoranza, si accede attraverso un grande portale ad arco che da su un cortile aperto; sulla porta d’ingresso regna l’iscrizione: “E facciano per me un Santuario ed io abiterò in mezzo ad essi. Aprite per me le porte della giustizia. Questa è la porta che conduce al Signore”. Una lapide posta all’interno della sinagoga attribuisce la sua fondazione a Jeudà, figlio di Shebbetai.
La struttura è stata restaurata per quattro volte (nel 1756, nel 1835,nel 1931 e infine nel 1995) e si trova all’interno del ghetto ebraico costituito di vie piccolissime sormontate da archi incantevoli.
La comunità ebraica ha contraccambiato negli anni l’ospitalità degli abitanti del luogo offrendo preziosi contributi allo sviluppo sociale e culturale dell’intera popolazione.

segue …>>

 

LA VITA E’ TUTTA UN VIAGGIO

Rubrica a cura di Martina Campolongo

Partire é la più bella e coraggiosa di tutte le azioni. Una gioia egoistica forse, ma una gioia, per colui che sa dare valore alla libertà. Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri e tuttavia sentirsi a casa ovunque, e partire alla conquista del mondo.  

Isabelle Eberhardt

Pitigliano è un centro della provincia di Grosseto, in Toscana, che conta poco più di 4.000 abitanti e si trova a 313 metri sopra il livello del mare.

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Pitigliano Panorama

Gli Etruschi sono stati tra i primi popoli che l’hanno abitata: lo testimoniano il tratto di mura a nord-ovest, presso la Porta di Sovana, le “vie cave” e le numerose necropoli nelle quali sono stati ritrovati corredi funerari, monili e doni votivi.
Ma a dare il nome alla cittadina sembra siano stati due romani, Petilio e Cigliano, che dopo aver rubato la corona d’oro appartenente alla statua di Giove statore situata in Campidoglio, sono fuggiti da Roma e hanno trovato rifugio nel comune toscano.

In seguito è passata sotto due importanti  famiglie: quella degli Aldobrandeschi, la maggiore dinastia dell’Italia centrale, che ha creato insieme alle limitrofe Sorano e Sovana una sorta di triangolo fortificato, e quella degli Orsini, una delle più antiche famiglie della nobiltà romana, schierata con i guelfi, che ha donato alla cittadina splendidi edifici rinascimentali.
Uno di questi, senza dubbio il più importante, è il Castello degli Orsini, originario del Duecento, con uno scenografico ingresso sormontato da una loggetta, grandi porticati, scalinate e un elegante cortile interno dove c’è un pozzo esagonale recante su ogni lato lo stemma degli Orsini.
Altre opere monumentali volute dalla famiglia sono il grandioso acquedotto seicentesco, la sinagoga, e la Chiesa di Santa Maria.
Intorno alla seconda metà del XVI secolo, sotto la protezione dei conti Orsini, si sono insediate numerose famiglie ebraiche le quali, fuggite da Roma, hanno creato a Pitigliano una comunità ebraica rinominandola  la “Piccola Gerusalemme”.
Alla sinagoga, che è stato il rifugio di questa minoranza, si accede attraverso un grande portale ad arco che da su un cortile aperto; sulla porta d’ingresso regna l’iscrizione: “E facciano per me un Santuario ed io abiterò in mezzo ad essi. Aprite per me le porte della giustizia. Questa è la porta che conduce al Signore”. Una lapide posta all’interno della sinagoga attribuisce la sua fondazione a Jeudà, figlio di Shebbetai.
La struttura è stata restaurata per quattro volte (nel 1756, nel 1835,nel 1931 e infine nel 1995) e si trova all’interno del ghetto ebraico costituito di vie piccolissime sormontate da archi incantevoli.
La comunità ebraica ha contraccambiato negli anni l’ospitalità degli abitanti del luogo offrendo preziosi contributi allo sviluppo sociale e culturale dell’intera popolazione.

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Da visitare:
– la Chiesa di San Rocco, è la Chiesa più antica del paese, risalente al XII secolo; si pensa che sul luogo dove attualmente sorge la costruzione ci fosse stata, in tempo etrusco, un tempio sacro.
– Le Cantine, si estendono per tutto il sottosuolo del paese rappresentando una seconda città, attraversata da cunicoli intercomunicanti, da pozzi posti su diversi livelli, da tombe e colombari. Ogni abitazione possiede una cantina che scende sempre più in profondità fino alla stanza del “bottaio” dove il vino è conservato ad una temperatura molto fresca.
– Le vie cave, sono corridoi scavati nella viva roccia di cui non si conosce ancora la loro funzione. Si sa soltanto che sono dei percorsi tracciati dagli etruschi per circa venti metri nella roccia, lunghi un chilometro e larghi tre metri. Grazie alla particolare escursione termica, si è sviluppato negli anni un prezioso orto botanico naturale.
– Il Poggio Strozzoni, conosciuto anche come Parco Orsini, il cui nome deriva da un’antica credenza che indica il posto dove il conte Orso Orsini strangolò la moglie.
E’ possibile anche visitare il Museo Archeologico all’aperto “Alberto Manzi”: è un itinerario della civiltà etrusca interamento ricostruito, con finalità didattico-informative. Lungo il percorso si trovano una capanna protostorica del XI secolo a.C. e una casa etrusca di età arcaica.
La via cava del Gradone collega questa “città” alla “Città dei morti” che propone temi relativi alla sepoltura e al culto dei defunti con le numerose tombe della necropoli del Gradone, in un percorso fisico e spirituale che oscilla tra la vita e la morte.
Tra le feste caratteristiche di Pitigliano va nominata la torciata di San Giuseppe, risalente al medioevo:  la notte del 19 marzo la via cava di San Giuseppe è attraversata da una processione di giovani che, correndo, portano sulle spalle delle grandi torce formate da fasci di canne fino ad arrivare nella parte vecchia del paese dove danno fuoco ad una grande pira purificatrice, simbolo di rinnovamento e di buon auspicio.
Per ulteriori informazioni: www.comune.pitigliano.gr.it

Martina Campolongo
Martina Campolongo, nata a Tarquinia il 20-9-1984, dopo aver conseguito il diploma di Maturità Classica è laureanda in Scienze e Tecniche della Comunicazione.
Collabora con alcune riviste telematiche tra le quali Oltrepensiero, Civonline ed il periodico Proposta. Le sue passioni sono scrivere e viaggiare. Il viaggio che più l’ha affascinata è stato quello in Egitto. 

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