LA MIA RESISTENZA NON ARMATA
Sofferenze e sacrifici taciuti o dimenticati :
la storia degli oltre 600.000 IMI “internati militari italiani”
Lo scopo della mostra e del libro è soprattutto di portare una testimonianza diretta sulla storia degli oltre 600.000 IMI “internati militari italiani”, fatti prigionieri in Italia e all’estero, che ebbe caratteristiche del tutto particolari nell’ampio panorama dei prigionieri di guerra della Germania nazista. Storia, ancora oggi, poco conosciuta.
Il sacrificio che implicò il rifiuto della stragrande maggioranza degli IMI di aderire alla Repubblica di Salò, viene finalmente interpretata come una “Resistenza senz’armi”, che costò la vita a più di 60.000 uomini.
La maggior parte dei disegni e degli appunti sono pubblicati nel libro, Natale Borsetti. La mia Resistenza non armata. Appunti e Disegni di un militare italiano nei lager nazisti della Germania dal 1943 al 1945, a cura di A.Borsetti Venier, edito da Morgana Edizioni. Il libro comprende anche i saggi dello storico Ivano Tognarini, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e di Claudio Di Scalzo, scrittore e critico d’arte.
Con il Patrocinio di:
Regione Toscana – Provincia di Pisa
Centro per l’Arte Otello Cirri, Via della Stazione Vecchia 6
Inaugurazione della mostra:
sabato 13 gennaio 2007 ore 17.00
Durata della mostra: 13 gennaio – 4 febbraio 2007
Autore: Natale Borsetti
Titolo mostra: La mia Resistenza non armata
Appunti e Disegni di un militare italiano prigioniero nei lager della Germania dal 1943 al 1945
Curatore: Alessandra Borsetti Venier
Interventi di:
– Paolo Marconcini
sindaco di Pontedera
– Daniela Pampaloni
assessore alla Cultura di Pontedera
– Nicola Landucci
assessore alla Cultura della Provincia
di Pisa
– Giorgio Vecchiani
presidente ANPI Pisa
– Dino Carlesi
critico d’arte
– Franco Manfriani
critico letterario
– Alessandra Borsetti Venier
curatore ed editore
Luigi Puccini, Daniela Bernadini, Mariella Marinari insegnanti
Proiezioni e letture degli studenti dell’ITIS Marconi di Pontedera
Musiche originali di Gianluca Venier
dal martedì al sabato 9.00-12.30 e 16.00-19.00 ingresso libero
Per informazioni:
Centro per l’Arte Otello Cirri Via della Stazione Vecchia 6,
56025 Pontedera (Pisa) Tel. 0587 57282
silvia.guidi@comune.pontedera.pi.it – www.comune.pontedera.pi.it
info@morganaedizioni.it – www.morganaedizioni.it
Sofferenze e sacrifici taciuti o dimenticati :
la storia degli oltre 600.000 IMI “internati militari italiani”
Lo scopo della mostra e del libro è soprattutto di portare una testimonianza diretta sulla storia degli oltre 600.000 IMI “internati militari italiani”, fatti prigionieri in Italia e all’estero, che ebbe caratteristiche del tutto particolari nell’ampio panorama dei prigionieri di guerra della Germania nazista. Storia, ancora oggi, poco conosciuta.
Il sacrificio che implicò il rifiuto della stragrande maggioranza degli IMI di aderire alla Repubblica di Salò, viene finalmente interpretata come una “Resistenza senz’armi”, che costò la vita a più di 60.000 uomini.
La maggior parte dei disegni e degli appunti sono pubblicati nel libro, Natale Borsetti. La mia Resistenza non armata. Appunti e Disegni di un militare italiano nei lager nazisti della Germania dal 1943 al 1945, a cura di A.Borsetti Venier, edito da Morgana Edizioni. Il libro comprende anche i saggi dello storico Ivano Tognarini, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e di Claudio Di Scalzo, scrittore e critico d’arte.
Con il Patrocinio di:
Regione Toscana – Provincia di Pisa
Centro per l’Arte Otello Cirri, Via della Stazione Vecchia 6
Inaugurazione della mostra:
sabato 13 gennaio 2007 ore 17.00
Durata della mostra: 13 gennaio – 4 febbraio 2007
Autore: Natale Borsetti
Titolo mostra: La mia Resistenza non armata
Appunti e Disegni di un militare italiano prigioniero nei lager della Germania dal 1943 al 1945
Curatore: Alessandra Borsetti Venier
Interventi di:
– Paolo Marconcini
sindaco di Pontedera
– Daniela Pampaloni
assessore alla Cultura di Pontedera
– Nicola Landucci
assessore alla Cultura della Provincia
di Pisa
– Giorgio Vecchiani
presidente ANPI Pisa
– Dino Carlesi
critico d’arte
– Franco Manfriani
critico letterario
– Alessandra Borsetti Venier
curatore ed editore
Luigi Puccini, Daniela Bernadini, Mariella Marinari insegnanti
Proiezioni e letture degli studenti dell’ITIS Marconi di Pontedera
Musiche originali di Gianluca Venier
dal martedì al sabato 9.00-12.30 e 16.00-19.00 ingresso libero
Per informazioni:
Centro per l’Arte Otello Cirri Via della Stazione Vecchia 6,
56025 Pontedera (Pisa) Tel. 0587 57282
silvia.guidi@comune.pontedera.pi.it – www.comune.pontedera.pi.it
info@morganaedizioni.it – www.morganaedizioni.it
Dalle parole e dalle immagini si comprende molto bene che i passaggi, da un punto di vista concettuale, non furono semplici e lineari perché era davvero difficile capire quanto profonde fossero le responsabilità nell’avere scatenato la guerra, nell’avere attaccato popoli e nazioni nell’illusione di chissà quali conquiste, di chissà quali traguardi imperiali di dominio e di conquista.
Gli IMI nei campi avevano solo doveri e nessun diritto, erano fuori della protezione della Croce Rossa Internazionale e non erano protetti dalle leggi internazionali sui prigionieri di guerra. Le loro condizioni di vita erano sempre più insopportabili. Erano circondati dall’odio e dalla rabbia dei tedeschi che vedevano in loro dei traditori per il semplice fatto di aver giurato fedeltà a quel re che aveva sottoscritto l’armistizio con gli alleati, con i nemici anglo-americani…
Il viaggio di Natale Borsetti, raccontato con grande raffinatezza delle parole e delle immagini, davvero straordinarie, ci fa percorrere, quasi vedere molti di questi passaggi. I volti, le scene, i paesaggi che escono dalla matita o dal pennino a china, sono di una efficacia impressionante e non possono non commuovere chiunque li osservi, anche se quei momenti e quelle esperienze non li ha vissuti. È un grande regalo, soprattutto per i più giovani, per chi non può avere la memoria di quei fatti e di quei tempi, ma deve averne la coscienza…
Ricordava un ufficiale di Kiev con cui si bisbigliavano senza guardarsi, incontrandosi come per caso, perché se si veniva sorpresi era la cella di rigore o la fucilazione immediata. Ma la sfida era orgogliosa e i due si scambiavano anche versi di poeti francesi con il piacere così di staccarsi dal fango e dalla miseria nella quale come bestie erano stati ridotti…
In quei luoghi aveva vissuto in condizioni disumane eppure riusciva a trasmetterne perfino la bellezza: nelle notti, oltre trenta gradi sotto zero. Poi, la mattina, il sole. La brina vestiva ogni filo spinato, ogni ragnatela, ogni palo secco di bianca lanugine, di gemme lucenti. Il lager era racchiuso in uno scrigno dalla bellezza incomparabile, ma mille ufficiali italiani erano dentro quello scrigno, condannati a morire di fame e d’inedia…
Come se avesse voluto salvaguardare in sé un’area di attività culturale sul versante opposto della verità, per non morire di verità!”.
da Alessandra Borsetti Venier, “Introduzione in forma di tenero ricordo” in Natale Borsetti, La mia Resistenza non armata, Morgana Edizioni, 2005.
In un Novecento addolcito da tanti diari intimi ermetici e reso aspro da altrettanti diari neorealistici c’è anche chi ha custodito in silenzio quanto vissuto nei lager tedeschi raccontandolo su dei foglietti anche disegnati, per consegnarcelo nel nuovo secolo. Abbiamo così un libro illustrato che può diventare una narrazione simbolica ed emblematica sulla tragedia dei deportati IMI in Germania.
Nei fogli disegnati da Borsetti c’è l’urgenza del racconto in pochi tratti. E dico racconto rivolto agli altri suoi compagni di sventura delimitati dal perimetro del campo, dalle sagome delle baracche sia negli interni che negli esterni, dai vialetti recintati con filo spinato. E mai un tedesco: la presenza del male non ha diritto alla rappresentazione. Racconto che attinge alle risorse dell’estetica. E qui sta la necessità di farli conoscere, dunque non solo una preziosa testimonianza, e già questo sarebbe molto, ma anche qualcosa che va oltre il raccontare comune per farsi interpretazione. In questi disegni, infatti, nulla è irrilevante. E proprio perché lo scopo del disegnatore non è soltanto la biografia personale o la comunicazione immediata. Qui le cose da dire e il modo di dirle si mischiano in un equilibrio puntuale e drammatico insieme. Raccontano insomma un’infinità di bagliori spirituali, umani, concreti, e questo avviene con la scabra essenzialità del segno quasi come fa il respiro che evidenzia la vitalità del vissuto. L’artisticità emerge proprio perché Borsetti non si è posto questo problema”.