CITY HIDE PROJECT 07

ROMA:
Festival di teatro, video, fotografia
Circolo degli artisti,  18 febbraio ‘07

Delitto sul PO

Il City Hide Project, festival di teatro, video, fotografia a carattere internazionale, avrà luogo il 18 Febbraio 2007 al Circolo degli Artisti, con ingresso libero dalle ore 17.

Il progetto del City Hide Project è quello di portare alla luce le realtà nascoste della produzione artistica contemporanea, disegnando una mappa il più possibile aggiornata sulle nuove tendenze e sulle attività indipendenti, marginali, sperimentali, nascoste e sensibili alle tematiche sociali. Questa seconda edizione è presentata in due appuntamenti:
La prima parte si è svolta a dicembre nel corso dell’Edge Meeting 2006, all’ex-mattatoio di Roma, nella quale sono stati presentati due spettacoli teatrali, una selezione di cortometraggi e un’esposizione fotografica di più autori.
Questa seconda parte propone nuovi materiali e collabora attivamente con il progetto di Arte nel Territorio portato avanti dal Circolo degli Artisti.
Ospiti della serata Flavia Mastrella e Antonio Rezza, esempio di una realtà artistica esterna ai circuiti istituzionali ma in grado di produrre spettacoli e video di forte impatto e seguito. Verranno proiettati alcuni loro cortometraggi, introdotti dallo scrittore Ugo Perri. 
L’evento è organizzato da Residui Teatro, DoppioSenso Unico e Laboratorio3, gruppi che lavorano in ambiti affini (teatro, video, fotografia) e che da tempo portano avanti una collaborazione sinergica di cui il City Hide è il momento più evidente.

city hide project06

Per informazioni: www.hideproject.cominfo@hideproject.com

Circolo degli artisti: via Casilina vecchia 42, Roma
Tel. 0664800215/3478138059

Circolo degli artisti Arte del Territorio

ROMA:
Festival di teatro, video, fotografia
Circolo degli artisti,  18 febbraio ‘07

Delitto sul PO

Il City Hide Project, festival di teatro, video, fotografia a carattere internazionale, avrà luogo il 18 Febbraio 2007 al Circolo degli Artisti, con ingresso libero dalle ore 17.

Il progetto del City Hide Project è quello di portare alla luce le realtà nascoste della produzione artistica contemporanea, disegnando una mappa il più possibile aggiornata sulle nuove tendenze e sulle attività indipendenti, marginali, sperimentali, nascoste e sensibili alle tematiche sociali. Questa seconda edizione è presentata in due appuntamenti:
La prima parte si è svolta a dicembre nel corso dell’Edge Meeting 2006, all’ex-mattatoio di Roma, nella quale sono stati presentati due spettacoli teatrali, una selezione di cortometraggi e un’esposizione fotografica di più autori.
Questa seconda parte propone nuovi materiali e collabora attivamente con il progetto di Arte nel Territorio portato avanti dal Circolo degli Artisti.
Ospiti della serata Flavia Mastrella e Antonio Rezza, esempio di una realtà artistica esterna ai circuiti istituzionali ma in grado di produrre spettacoli e video di forte impatto e seguito. Verranno proiettati alcuni loro cortometraggi, introdotti dallo scrittore Ugo Perri. 
L’evento è organizzato da Residui Teatro, DoppioSenso Unico e Laboratorio3, gruppi che lavorano in ambiti affini (teatro, video, fotografia) e che da tempo portano avanti una collaborazione sinergica di cui il City Hide è il momento più evidente.

city hide project06

Per informazioni: www.hideproject.cominfo@hideproject.com

Circolo degli artisti: via Casilina vecchia 42, Roma
Tel. 0664800215/3478138059

Circolo degli artisti Arte del Territorio

Atacama 

PROGRAMMA  CITY  HIDE  PROJECT 07

18  FEBBRAIO  2007 

ore 18          

Maestro d’ascia  (Luca Ricciardi)
Attraverso l’insegnamento del nonno, il giovane apprendista scopre quali siano i segreti ed i trucchi, per diventare maestro d’ascia. Il documentario fa parte del progetto “FILMARE IL LAVORO”, promosso dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

                        

L’ultimo Regalo  (Sabrina Erimacea)
E’ natale il giorno più atteso da Matteo, bambino di 7 anni il quale, con molta ansia, aspetta un regalo molto speciale. La classica giornata di natale con parenti.

Where am I ?   (P.Del Fiol – D.Flacio)
Vincitore dell’ultimo Joe d’Amato Horror Festival, costantemente sospeso fra incubo e realtà, clustrofobico, un viaggio allucinante nella psiche umana. Liberamente tratto da una storia vera.

Italia 2006  (Daniele Carter)
La perdita di un paio di scarpe è l’inizio di un pessimo giorno.

Automorfosi  (Cristiano Panepuccia)
Silvano, impiegato mediocre, nota dei cambiamenti nel suo corpo. Parlandone con la moglie e col suo migliore amico, scopre che questi gli nascondono qualcosa relativa ad un periodo di cui lui non ricorda nulla. L’amnesia e l’aggravarsi dei suoi dolori lo porteranno a ritrovarsi solo e inascoltato, sopraffatto infine dalla violenta mutazione in un insetto.

Vacyo  (Inoa Frechilla – Eliana Alvarez)
La vita può arrivare a trasformarsi in un labirinto  nel quale la routine  ne  impedisce una soluzione.

Vendesi Ulivo  (Melania Catucci – Giuseppe Laruccia)
Dalla potatura alla vendita. Circa quattro mesi di girato da ottobre 2005 a gennaio scorso per dare corpo ad una dichiarazione d’amore per la cultura dell’ulivo, soprattutto quello secolare, e dell’oliva pugliese. E’ il video-documentario di 12 minuti girato dal polignanese Giuseppe Laruccia, insieme con Melania Catucci, nelle campagne del sud est Barese tra contadini, terra e tradizione.
Il documentario, con musiche originali dell’associazione culturale Maharajah, si occupa di più aspetti: quello storico e iconografico, quello squisitamente lavorativo, quello della commercializzazione e infine, l’aspetto più tragico per la regione, quello dell’espianto, quasi fosse sangue tolto alla Puglia.

Requiem  (Milo Busanelli)
Un uomo si risveglia in una stanza sconosciuta, dove incontra probabili conoscenti. Ogni volta che uno di questi scompare, una parte del suo corpo rimane immobilizzata.

In via d’estinzione  (Francesco Greco)
Un formicaio. Uno scarafaggio ribaltato sul dorso che tenta di riappoggiare le zampe al suolo. Gente che già dalle prime luci del giorno si appresta a tuffarsi nella quotidiana velocità di un mondo ostile all’istinto umano. Gente ormai priva di quella saggezza in via d’estinzione.

Ore 19       

I quaderni di Lia Traverso  (Carlotta Piraino)
Questo racconto nasce in un contesto universitario, durante un laboratorio di drammaturgia con Ascanio Celestini, in cui i partecipati erano chiamati a costruire racconti, raccogliendo memorie orali della storia del manicomio.
“I quaderni di Lia Traverso” nasce dall’incontro con un libro,  dal titolo “D’ogni dove chiusi si sta male”, in cui è pubblicato il contenuto di un quaderno scritto da una ragazza, Lia Traverso, mentre era ricoverata a Roma al Santa Maria della Pietà nel 1970. Attraverso i suoi scritti e le interviste allo psichiatra che li ha raccolti, la narrazione ricostruisce i momenti più significativi della sua vicenda umana tutta femminile, drammaticamente identica a quella di tanti altri uomini e donne senza nome che, come lei, hanno vissuto la dolorosa esperienza del manicomio

Ore 20          

Roberta  (Tonino Risuleo)
In una stanza di un appartamento di città vive un signore irascibile e al piano sopra il suo una studentessa di balletto moderno. I loro orari, purtroppo, non coincidono.
Questo brevissimo film è stato girato nell’estate del 1989 come prima esercitazione durante il corso di cinema della New York University. Con una piccola Arri BL 16 mm e tanta paura. Il film, muto all’origine, è stato riconfezionato e musicato per City Hide Project 06.

Un giorno qualunque  (Daniele Esposito)
Cinque giovani partono per una gita, ma un imprevisto farà cambiare i loro programmi.

Þröng sýn – hidebound  (G.A.Gudmundsson – T.Thoroddsen)
Hidebound tells of Aron, a young man who is concerned with communications and the human situation in today’s society. He decides to conduct an experiment and observe the reactions of other people to it. Through this unique experiment we meet several characters who each tells us a different story.

L’orologiaio  (Vincenzo Mancuso)
Una giorno all’interno di un piccolo laboratorio di orologi. Girato nel Rione Monti a Roma, il documentario mostra la passione di due giovani artigiani per gli orologi e la loro precisione. Il documentario fa parte del progetto “FILMARE IL LAVORO”, promosso dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

Zorro of the Liffey  (Vanessa Gildea)
A short documentary about one of Dublin’s most colourful characters – an artist who works with found objects from the river bed of the Liffey known by locals as Zorro.

White Dress  (Vanessa Gildea)
The white dress is the story of a little girl on her communion day but unlike other little girls she is making her communion all on her own.

Ore 21          

La Cama  (Compagnia Atacama)
Il luogo da dove prende il via questa creazione è intimo, fa parte di un interno, la cama in spagnolo, il letto.
Come se non esistesse altra dimensione spaziotemporale tutto accade sopra/ sotto/ dentro/ intorno/ il letto.
Su un letto si nasce, si muore, si consuma l’amore, la malattia, il riposo, la follia.
Il letto è un ponte per l’inconscio, luogo del sonno, del sogno, dell’incubo.
Luogo dei sensi, del desiderio, delle passioni, delle trasgressioni.
Molto della vita, dell’importante della vita, avviene sopra o dentro o intorno ad un letto.
Così il letto diviene mondo, unico luogo, pretesto ispiratore. Prigione, rifugio.
Due personaggi, un uomo e una donna,
e il mondo oscuro di quelli che vivono sotto il letto…
il sonno e il risveglio, i sogni e gli incubi, la solitudine, l’amore, il desiderio, la passione, l’imbarazzo, il disagio, il rifiuto, la malattia.
I piani della realtà e del sogno si confondono, è reale colui che sogna o l’oggetto del suo sogno? E ancora è colui che sogna a sognare l’oggetto del suo sogno o viceversa, è l’oggetto del sogno a sognare di essere colui che sogna?
Indagare sull’essere umano, sfidare la vertigine che viene a guardarci dentro.
Azioni, immagini, situazioni, scorrono liberamente, si associano senza rispettare le consequenzialità di una storia, le leggi logiche della narrazione.
Il letto e le qualità del letto indirizzano la ricerca sul linguaggio fisico, sul movimento, guidano la sperimentazione sul segno coreografico.
L’atmosfera è ironica, grottesca, tragicomica.

Ore 22          

Ospiti Flavia Mastrella, Antonio Rezza
Il piantone, Schizzopatia, Hai mangiato?, Fiorenzo, Porte, L’handicappato, Evolutio, Larva

Fotografia:  

Roma Antica  (Marcella Persichetti)
Uno dei tanti laboratori di riproduzione di sculture classiche che si trovano alle porte della città. Entrando nel magazzino all¹aperto si trovano copie di grandi opere poste casualmente una accanto all¹altra o addirittura una sull¹altra: la Bocca della Verità con sullo sfondo una Venere ed un Bronzo di Riace, Paolina Bonaparte distesa sulla grande iscrizione Roma Caput Mundi oppure  la statua di una fanciulla colta nel momento del risveglio che guarda da una rete metallica un panorama di periferia urbana. Queste atmosfere mi hanno richiamato alla mente certe vedute di Roma, in cui bellezza, storia  e squallore coesistono nello stesso paesaggio.

Piazza Navona n.6  (Renata Romagnoli)
Assioma di confluenze culturali, contaminazioni artistiche, transito turistico, Piazza Navona è attraversata quotidianamente da migliaia di persone. Passi lenti e veloci sui sampietrini dell’antico stadio agonale. Lo sguardo è catturato dall’orizzonte di edifici antichi, dai volumi delle fontane, dai movimenti degli artisti di strada. Storico punto di incontro anche per manifestazioni politiche e sit-in. Le voci, lo scroscio dell’acqua, la musica dei suonatori. Reale e, allo stesso tempo, onirica la visione della sequenza  fotografica che parte dall’inquadratura dei passi sul suolo,  per soffermarsi sui dettagli anatomici di quei personaggi che popolano la piazza, contribuendo con la loro presenza e il loro lavoro artistico a dare all’atmosfera un pizzico in più di magia.  Il volto del mimo che interpreta Charlie Chaplin, la mano del chitarrista,  la fiaccola accesa del giocoliere, la mummia dorata di Tutankhamen che, proprio come la rappresentazione del Nilo nella vicina fontana berniniana dei Quattro Fiumi, ha il volto celato. La tecnica della doppia esposizione contribuisce a raccontare storie nelle storie. Anche i piani emotivi si sovrappongono.

Accesso  (Stefano Marzoli)
Vivo un mondo sovrastrutturato dalla tecnologia e dal potere. All’economia di mercato tradizionale si è sostituita lo scambio nel cyberspazio: la nuova città. Immateriale versus materiale. Come sostiene Rifkin non ci si chiede più – cosa vorrei possedere che ancora non ho? ma – cosa voglio provare che ancora non ho provato?. L’accesso scavalca e fagocita il possesso. Il capitalismo muta in rete, compratori e fornitori si chiamano server e client. Vivo un mondo in cui entrata ed uscita, apertura e chiusura, sembrano equivalere. Non c’è tempo. Niente significato. Solo accesso. L’elaborazione del vissuto ci viene servita già predigerita dalla nuova industria culturale. Le forme dell’architettura del Der Neue Zollhof  di Dusseldorf, realizzata da Frank O. Gehry, sono la metafora di questo tempo. Del mio tempo. Linee morbide, sfuggenti ed armoniche. Finestre. Centinaia di finestre che rimandano all’incessante nostra opera di accesso. In/out. On/off. Passato/futuro. Vivo un mondo confuso. Sottile. Caduco.

Roma Caput Mundi  (Silvia Zannoni)

L’obiettivo che mi pongo con la presentazione delle sei foto scelte, è quello di dare una rappresentazione di una delle innumerevoli facce di Roma: quella di una città aperta al nuovo, al visitatore, allo straniero.  Nelle foto non c’è presenza umana ma due luoghi caratterizzanti questo volto della città: il Colosseo, da una parte, luogo simbolo della città turistica e, dall’altra, il Rione Esquilino che, con il cuore pulsante a Piazza Vittorio, è il quartiere più multietnico della città.

Sri Lanka  (Egle Picozzi)

“Mi emoziono profondamente
E scelgo di dar voce a qualsiasi cosa mi provochi
Un brivido, una lacrima, un sorriso.

Fotografo il silenzio,
l’assenza, le persone che non ci sono più,
ciò che resta dei loro sentimenti,
della loro vita.

Ritagli di spazi,
pezzi di esistenza.”

(Pietro Botte)
(Alessandro De Filippo)

Ufficio stampa Residui Teatro
Responsabile Antonella D’Ascenzi
tel/fax ufficio 0664800215 ore 10-14
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