IT'S NOT TOO LATE !
Non è troppo tardi per scegliere di cambiare strategie
energetiche utili alla tutela dell’ecosistema e del bioclima
Proprio in questi giorni sul New York Times un articolo era dedicato specificatamente alla questione dei mutamenti geografici che la Groenlandia sta vivendo in questi ultimi anni: alcune isole si inabissano, perché erano formate da ghiacci che gradatamente si stano sciogliendo nei flutti marini. Spesso per muoversi le comunità locali non usano più la slitta ma usano delle imbarcazioni, in quanto sempre maggiori canali sorgono. Un dato di fatto, è questo, che attiva subito l’allarme, la cui gravità è stata ben delineata nelle parole di Gore Vidal nella sua ultima lettera sull’emergenza ambientale e climatica: se si va avanti di questo passo con questo sviluppo e sistema di produzione di fonti di energia sicuramente entro 50 anni il genere umano o non esisterà più, oppure sarà in via di estinzione.
A Parigi si è riunito in questi giorni una pletora di scienziati, aderenti all’IPCC, un panel internazionale che osserva questi fenomeni, e che discuteranno sul tema del cambiamento climatico, considerando le diverse opzioni e scelte che politicamente, nel campo energetico, sarebbe opportuno intraprendere per risolvere la grave situazione ambientale.
Aumentano le emissioni di gas serra, il sistema di riscaldamento vigente nella sua massima parte consuma e spreca energia prodotta per i due terzi, mentre alcuni governi tentano di ripristinare vecchie centrali a carbone e si discute anche in Italia se è opportuno rilanciare impianti nucleari. Si stima in un documento di Greenpeace, che ha organizzato a Parigi la presa della Tour Eiffel, ossia, come sempre avviene nelle mobilitazioni della grande associazione di attivisti per l’ambiente, ragazze e ragazzi aderenti alla manifestazione si sono arrampicati sulla torre e hanno steso un grande lenzuolo con scritto: “It’s not too late!”, ossia non è troppo tardi per scegliere di cambiare strategie energetiche utili alla tutela dell’ecosistema e del bioclima.
Non è troppo tardi per scegliere di cambiare strategie
energetiche utili alla tutela dell’ecosistema e del bioclima
Proprio in questi giorni sul New York Times un articolo era dedicato specificatamente alla questione dei mutamenti geografici che la Groenlandia sta vivendo in questi ultimi anni: alcune isole si inabissano, perché erano formate da ghiacci che gradatamente si stano sciogliendo nei flutti marini. Spesso per muoversi le comunità locali non usano più la slitta ma usano delle imbarcazioni, in quanto sempre maggiori canali sorgono. Un dato di fatto, è questo, che attiva subito l’allarme, la cui gravità è stata ben delineata nelle parole di Gore Vidal nella sua ultima lettera sull’emergenza ambientale e climatica: se si va avanti di questo passo con questo sviluppo e sistema di produzione di fonti di energia sicuramente entro 50 anni il genere umano o non esisterà più, oppure sarà in via di estinzione.
A Parigi si è riunito in questi giorni una pletora di scienziati, aderenti all’IPCC, un panel internazionale che osserva questi fenomeni, e che discuteranno sul tema del cambiamento climatico, considerando le diverse opzioni e scelte che politicamente, nel campo energetico, sarebbe opportuno intraprendere per risolvere la grave situazione ambientale.
Aumentano le emissioni di gas serra, il sistema di riscaldamento vigente nella sua massima parte consuma e spreca energia prodotta per i due terzi, mentre alcuni governi tentano di ripristinare vecchie centrali a carbone e si discute anche in Italia se è opportuno rilanciare impianti nucleari. Si stima in un documento di Greenpeace, che ha organizzato a Parigi la presa della Tour Eiffel, ossia, come sempre avviene nelle mobilitazioni della grande associazione di attivisti per l’ambiente, ragazze e ragazzi aderenti alla manifestazione si sono arrampicati sulla torre e hanno steso un grande lenzuolo con scritto: “It’s not too late!”, ossia non è troppo tardi per scegliere di cambiare strategie energetiche utili alla tutela dell’ecosistema e del bioclima.
Come è facile dirlo: innanzitutto si ipotizza che se il 75 per cento dell’elettricità venisse prodotto tramite fonti rinnovabili e sostenibili, l’energia idrica, solare ed eolica, il 65% dell’attuale fabbisogno di approvvigionamento energetico sarebbe coperto, con, come conseguenza, la riduzione del 2% dell’aumento annuale del clima.
Il gioco di parole del nome del documento, ossia una rivoluzione evolutiva, è significativa degli impegni politici in termini di ambiente e di produzione energetica che i governi potrebbero assumere, modificando alla radice le logiche perverse e insensate, vetuste e ormai obsolete, dannose per la società e la salute degli esseri umani, che ancora perseverano, per interessi economici del grande capitale, come sottolineato da Gore Vidal, nel sistema di produzione dell’energia elettrica. Si passerebbe, così, dai fossili, materie sottoposte a esaurimento e inquinanti, alle materie naturali, non inquinanti, compatibili con il bioclima e, soprattutto, non esauribili, ossia sempre disponibili.
Ma la cecità dei governi non sembra ancora stimare l’importanza di queste scelte, che contribuirebbero altamente a ridurre le emissioni di gas serra e a provvedere al necessario risparmio di energia per l’umanità tutta: anche in Italia sembra accogliere una certa attenzione la proposta fatta dall’ENEL di convertire la centrale di Porto Torre in centrale a carbone, tornando, così, a un passato che non dovrebbe più esistere e sussistere, ma che continua a imperversare se si considera che il 17 per cento della produzione elettrica provvede l’utilizzo di questo materiale nocivo e dannoso per l’ecosistema e il benessere dell’uomo.
Attendiamo con particolare preoccupazione i dati raccolti da questo meeting dell’IPCC, ma siamo consapevoli che la battaglia per la conversione delle fonti di energia in fonti naturali, rinnovabili e sostenibili è ancora lunga, data l’assenza di un’adeguata volontà politica di rendere questo progetto fattibile e concreto.