SEPARE'

ROMA – GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA – SALA DOSSIER

DAL 25 FEBBRAIO – 29 APRILE 2007

M  A  M  B  O  R

S E P A R E’.   0 G G E T T I  S C U L T O R E I

“Togliere  tutto  quello  che  non  serve  che  non  è  necessario.”
R. Mambor, Roma 1995
di    I L A R I A   G I O V I N A Z  Z O

Itinerari Delebili

Il 24 febbraio verrà inaugurata alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma l’installazione di Renato Mambor dal titolo Separé. L’opera è composta da coppie di elementi che mettono in relazione la figura umana con materiali, colori e tecniche diversi: attraverso vari pannelli, con al centro una sagoma d’uomo ritagliata e vuota, si possono osservare diversi fondali, di volta in volta decorati con stelle, carte topografiche, legname grezzo e altro. L’opera in sostanza, si compie nell’occhio dello spettatore, invitato ad attraversare visivamente lo spazio fra le sagome e i fondali e a percepirne la connessione armonica e non conflittuale.

“ Separé indica la prima lettura, nel quotidiano l’opera sembra formata da elementi separati. ” afferma Mambor. L’artista cerca la separazione togliendo l’io dal quadro, svuotandolo dal soggetto principale e permettendo allo spettatore di entrare nell’opera d’arte, che prende vita solo grazie all’azione di chi guarda. Ma la separazione è un inganno, poiché ciò che Mambor fa non è altro che: “mostrare l’apparente separazione per indicare una possibile unità”. Questa separazione non serve che ad evidenziare come, invece, in realtà, tutto è in relazione. Dunque la parola separazione sembra solo la chiave dell’opera mentre è sottinteso il concetto ben più sentito della relazione: Nell’installazione tutti i pannelli che presentano la figura umana si sono svuotati. Il vuoto permette all’aria, al nuovo, alla vita, di passarci in mezzo.

In mostra anche una selezione di opere grafiche, che raccontano il costante lavoro del maestro sulla figura umana, spersonalizzata e resa bidimensionale, come un’ombra, un ricalco e concretizzata negli Uomini Statistici, nei Timbri, nell’Osservatore, nel Decreatore e oggi nei Separè.

segue …>>

ROMA – GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA – SALA DOSSIER

DAL 25 FEBBRAIO – 29 APRILE 2007

M  A  M  B  O  R

S E P A R E’.   0 G G E T T I  S C U L T O R E I

“Togliere  tutto  quello  che  non  serve  che  non  è  necessario.”
R. Mambor, Roma 1995
di    I L A R I A   G I O V I N A Z  Z O

Itinerari Delebili

Il 24 febbraio verrà inaugurata alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma l’installazione di Renato Mambor dal titolo Separé. L’opera è composta da coppie di elementi che mettono in relazione la figura umana con materiali, colori e tecniche diversi: attraverso vari pannelli, con al centro una sagoma d’uomo ritagliata e vuota, si possono osservare diversi fondali, di volta in volta decorati con stelle, carte topografiche, legname grezzo e altro. L’opera in sostanza, si compie nell’occhio dello spettatore, invitato ad attraversare visivamente lo spazio fra le sagome e i fondali e a percepirne la connessione armonica e non conflittuale.

“ Separé indica la prima lettura, nel quotidiano l’opera sembra formata da elementi separati. ” afferma Mambor. L’artista cerca la separazione togliendo l’io dal quadro, svuotandolo dal soggetto principale e permettendo allo spettatore di entrare nell’opera d’arte, che prende vita solo grazie all’azione di chi guarda. Ma la separazione è un inganno, poiché ciò che Mambor fa non è altro che: “mostrare l’apparente separazione per indicare una possibile unità”. Questa separazione non serve che ad evidenziare come, invece, in realtà, tutto è in relazione. Dunque la parola separazione sembra solo la chiave dell’opera mentre è sottinteso il concetto ben più sentito della relazione: Nell’installazione tutti i pannelli che presentano la figura umana si sono svuotati. Il vuoto permette all’aria, al nuovo, alla vita, di passarci in mezzo.

In mostra anche una selezione di opere grafiche, che raccontano il costante lavoro del maestro sulla figura umana, spersonalizzata e resa bidimensionale, come un’ombra, un ricalco e concretizzata negli Uomini Statistici, nei Timbri, nell’Osservatore, nel Decreatore e oggi nei Separè.

segue …>>

Mambor

Renato Mambor (Roma, 1936) esordisce nel 1959, a ventitré anni, assieme a Cesare Tacchi, in mostra con Mario Schifano.

Negli anni Sessanta, dunque, diventa parte integrante della Scuola di Piazza del Popolo, che fu come la risposta italiana, tra metafisica e futurismo, alla Pop Art americana. Sagome e segnali stradali, ricalchi fotografici, timbri con omini, tele eseguite con rulli da tappezzeria, costituirono la sua cifra di riduzione stilizzata delle icone della cultura massmediale. Ma l’interesse per il teatro lo portò a privilegiare ricerche d’ambiente, con strutture come L’evidenziatore (1967), strumento meccanico per agganciare oggetti e spostarli nel mondo dell’arte. Nel 1975 fonda il gruppo Trousse per perseguire un teatro fortemente visivo ma attento alle dinamiche psicodrammatiche. Torna alla pittura negli anni Novanta sviluppando temi della percezione (L’Osservatore, il Decreatore). Nella performance Fasce di pensiero (1998) ribadisce il senso generale del suo lavoro: ritrovare dentro l’occhio lo sguardo che arriva alla coscienza.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito dalla Palombi Editore presentato dalla soprintendente Maria Vittoria Marini Clarelli, con un saggio di Achille Bonito Oliva, testo critico e intervista a firma delle due curatrici della mostra, e scritti dell’artista stesso.

Galleria nazionale d’arte moderna

Viale delle Belle Arti, 131 – 00196 – Roma
tel. 06/32298221
biglietti: € 9 (integrato biglietto del museo)

vernissage: 24 febbraio 2007

mikronet

Lascia un commento