BLITZ ANTITERRORISMO: 15 ARRESTI – 70 GLI INDAGATI

Pm Boccassini: ”Stavano per agire: un sequestro o una gambizzazione”
Tra gli obiettivi: casa Berlusconi, Libero, Ichino

In manette persone accusate di reati di associazione sovversiva e
banda armata e altri delitti connessi: si tratta di militanti vicini alle Br.
Ci sono anche alcuni sindacalisti

Il Pm Ilda Bocassini(Adnkronos/Ign) – Quindici arresti sono stati eseguiti nei confronti di persone accusate di associazione sovversiva e banda armata e altri delitti connessi, nell’ambito della vasta operazione della Polizia condotta in diverse regioni del nord Italia. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip milanese Guido Salvini su richiesta del pm Ilda Boccassini (nella foto), sono state eseguite dalla Polizia delle questure di Milano, Padova (6 gli arresti nel capoluogo veneto), Torino (2 arresti) e Trieste, con il coordinamento della Direzione centrale della Polizia di Prevenzione. Gli indagati sarebbero, secondo fonti legali, una settantina.

”Siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista”, ha detto il ministro dell’Interno Giuliano Amato, soddisfatto per l’operazione delle forze dell’ordine.

Nel corso della conferenza stampa, il pm Ilda Boccassini ha spiegato: Abbiamo deciso di intervenire ora perché alcune azioni stavano per entrare in fase operativa, tra queste un attentato a un quotidiano nazionale con sede a Milano previsto per Pasqua. C’erano poi altre azioni per finanziarsi, compreso un sequestro di persona”. Il magistrato ha parlato anche dell’ipotesi di una gambizzazione per la quale propendevano alcuni dei terroristi. Gli uomini finiti in manette ”si sentivano in guerra contro lo Stato, erano pericolosi. Erano persone disposte a tutto, persone che credevano nel loro progetto. E’ stata un’indagine pericolosissima, un’indagine con delle vite umane in gioco”.

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Pm Boccassini: ”Stavano per agire: un sequestro o una gambizzazione”
Tra gli obiettivi: casa Berlusconi, Libero, Ichino

In manette persone accusate di reati di associazione sovversiva e
banda armata e altri delitti connessi: si tratta di militanti vicini alle Br.
Ci sono anche alcuni sindacalisti

Il Pm Ilda Bocassini(Adnkronos/Ign) – Quindici arresti sono stati eseguiti nei confronti di persone accusate di associazione sovversiva e banda armata e altri delitti connessi, nell’ambito della vasta operazione della Polizia condotta in diverse regioni del nord Italia. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip milanese Guido Salvini su richiesta del pm Ilda Boccassini (nella foto), sono state eseguite dalla Polizia delle questure di Milano, Padova (6 gli arresti nel capoluogo veneto), Torino (2 arresti) e Trieste, con il coordinamento della Direzione centrale della Polizia di Prevenzione. Gli indagati sarebbero, secondo fonti legali, una settantina.

”Siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista”, ha detto il ministro dell’Interno Giuliano Amato, soddisfatto per l’operazione delle forze dell’ordine.

Nel corso della conferenza stampa, il pm Ilda Boccassini ha spiegato: Abbiamo deciso di intervenire ora perché alcune azioni stavano per entrare in fase operativa, tra queste un attentato a un quotidiano nazionale con sede a Milano previsto per Pasqua. C’erano poi altre azioni per finanziarsi, compreso un sequestro di persona”. Il magistrato ha parlato anche dell’ipotesi di una gambizzazione per la quale propendevano alcuni dei terroristi. Gli uomini finiti in manette ”si sentivano in guerra contro lo Stato, erano pericolosi. Erano persone disposte a tutto, persone che credevano nel loro progetto. E’ stata un’indagine pericolosissima, un’indagine con delle vite umane in gioco”.

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E tra gli obiettivi che emergono nell’ordinanza del gip milanese Salvini, ci sarebbe stata la casa di Silvio Berlusoni in via Rovani a Milano, le sedi Mediaset e l’emittente Sky oltre al professor Pietro Ichino e alcuni ex dirigenti della Breda. E ancora: la sede del quotidiano fondato da Vittorio Feltri, Libero, in Viale Maino, e quella dell’Eni a San Donato Milanese (che doveva essere colpita con un’autobomba). Stando ai piani del gruppo terroristico, l’attentato al quotidiano di Feltri sarebbe dovuto avvenire nei giorni precendenti alla Pasqua.

Gli arrestati (alcuni dei quali ‘incastrati’ anche da filmati, girati delle forze dell’ordine, in cui compaiono mentre effettuano delle esercitazioni paramilitari) sono militanti di una organizzazione terroristica, attestata ideologicamente sulle posizioni ‘dell’ala movimentista’ delle Brigate Rosse, la cosiddetta ‘seconda posizione’. E’ una frazione minoritaria derivante dalla scissione delle Brigate Rosse del 1984 con la conseguente suddivisione in due filoni principali: militaristi e movimentisti. L’obiettivo che animava l’organizzazione eversiva era la costituzione di cellule rivoluzionarie in tutte le fabbriche.

Tra le persone colpite dall’ordine di custodia cautelare, ci sono alcuni sindacalisti della Cgil, già sospesi, e Alfredo Davanzo, ritenuto uno dei capofila di ‘seconda posizione’. Davanzo, che nell’82 era stato condannato a 10 anni di carcere per rapina a mano armata, si è dichiarato prigioniero politico. C’è anche il nome di Bruno Ghirardi, ex esponente dei Colp (Comunisti organizzati per la liberazione del proletariato), organizzazione che operò in Italia e in Francia attraverso l’alleanza con Action Directe negli anni ’80. Ghirardi era stato condannato a 23 anni di carcere nel 1984. Gli altri 13 finiti in carcere sono: Davide Bertolato, Amarilli Claudio, Massimiliano Gaeta, Claudio Latino, Alfredo Mazzamauro, Valentino Rossin, Davide Rotondi, Federico Salotto, Andrea Scantamburlo, Vincenzo Sisi, Alessandro e Massimiliano Toschi, Salvatore Scivoli.

La Boccassini ha spiegato che i ‘capi’ erano quattro: Alfredo Davanzo, che stava in Friuli e viveva come fosse latitante malgrado non avesse provvedimenti restrittivi dopo il suo ritorno in Italia dalla latitanza francese; Davide Bortolato, che guidava l’organizzazione a Padova; mentre Vincenzo Sisi e Claudio Latino erano i capi di Torino e Milano.

Nel corso del blitz di oggi sono state eseguite, in varie città italiane, oltre 80 perquisizioni, estese anche al Centro Popolare Occupato ‘Gramigna’, alla sede dei Comitati Proletari per il Comunismo di Padova, al Centro Proletario ‘Ilic’ e al Centro ‘La Fucina’ di Sesto San Giovanni. Nel corso delle perquisizioni, trovati molto materiale ed armi.

Nell’operazione sono stati impiegati oltre 500 operatori della Polizia di Stato, unità cinofile antisabotaggio, elicotteri e nuclei artificieri. L’indagine, diretta da Ilda Boccassini, è stata avviata dalla Digos di Milano nell’agosto del 2004, in seguito al rinvenimento, in una cantina, di documentazione di natura eversiva e di materiale riconducibile ad attività illegali (passamontagna, attrezzatura tecnica per fiamma ossidrica, timer ed altra strumentazione elettronica). In particolare, gli inquirenti si sono insospettiti per il ritrovamento di una bicicletta, assemblata in modo anomalo con una telecamera nel fanale e una trasmittente nel telaio. Al centro dell’inchiesta c’è anche la rivista ‘Aurora’. L’opuscolo marxista, sopra la cui testata ci sarebbe la stella a cinque punte, era stata oggetto di una relazione semestrale dei servizi di sicurezza al Parlamento nel 2005.

L’avvocato milanese Giuseppe Pelazza, difensore di Vincenzo Sisi (54 anni, delegato Filcem Cgil alla Ergom di Borgaro Torinese), uno dei due arrestati dalla Digos di Torino, commenta ‘a caldo’ le contestazioni al suo cliente. ”Da un primo esame mi pare ci sia una paradossalità del capo d’imputazione”. Secondo Pelazza, poi, il provvedimento del gip milanese evidenzia ”storture processuali, come per esempio il divieto per 5 giorni ai colloqui con il mio assistito di cui non se ne capisce la ragione e l’impulso significativo dato all’inchiesta da un’informativa del Sisde che non può avere ruolo processuale e sulle cui fonti non è possibile avere informazioni”

mikronet

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