LIBRIVENDOLI – rubrica a cura di leggendogodendo.com

Scrittori, editori, librai:
stravagante circumnavigazione intorno all’universo libro. Povertà e miserie.

N I E N T E   A G L I   E D I T O R I ,   T U T T O   A I   L E T T O R I

di      F  E  L  I  C  E     S  C  I  P  I  O  N  I

Piazza Venezia - da www.romasegreta.itMi viene in mente la scritta che in piazza Venezia accompagnava una magnificente cacata:
“Qui l’ho fatta e qui la lascio, mezza al Duce e mezza al Fascio”.

Nell’impossibilità di individuare l’autore della goliardata, la piazza venne illuminata, come deterrente per scongiurare che il buio della notte favorisse il ripetersi di gesti oltraggiosi.

L’anonimo barricadiero, nient’affatto intimorito, si impegnò a confezionare in piazza Venezia – nello stesso punto e nella notte seguente alla messa in posa dei lampioni – una seconda magnificente cacata con la scritta così rielaborata: “Qui l’ho fatta in piena luce, niente al Fascio tutta al Duce”.

Beh, il 25 ottobre 2006 presso la sede del Governo a palazzo Ghigi, magari qualcuno dei presenti avesse fatto come fece quel tizio tanti anni fa in piazza Venezia!
Il 25 ottobre 2006, il Ministero per i Beni e per le Attività Culturali, nella spiegata veste dello stesso ministro, on.le Francesco Rutelli, in sintonia con il Centro del Libro, stilava con trenta Associazioni e Organizzazioni di categoria un Protocollo d’Intesa per la promozione della lettura.

Centro per il libro e la lettura - da www.governo.itLeggete e inorridite:
… Premesso che compito della Repubblica è di promuovere il libro e la lettura … i sottoscrittori convengono di promuovere campagne informative per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei prodotti editoriali e della lettura ….e di costituire un Osservatorio del Libro e della Lettura con il compito di studiare …
Le Istituzioni e le Associazioni convengono che, al fine di svolgere adeguatamente l’attività di coordinamento, il Centro possa avvalersi di un Consiglio, presieduto da una personalità in possesso di comprovati requisiti di capacità ed esperienza in relazione agli obiettivi generali del Centro scelta dal Ministero e composto da circa 30 rappresentanti di categorie e del Ministero. …

Un Centro, un Osservatorio, un Consiglio … per fare cosa, poi? Studiare e osservare, intanto, il libro e la lettura. Che abnormità! L’ennesimo inutile carrozzone, fumo negli occhi e spreco di risorse, distrazione di denaro pubblico! Una beffa giocata in casa. Ogni persona dotata di un minimo di buon senso non può che imbufalirsi alla lettura di questo proclama ridicolo quanto insignificante A Palazzo Chigi, come a Piazza Venezia, ci voleva proprio una viscerale cacata. Peccato che a nessuno dei presenti è scappata. Io ci avrei anche scritto:  “Qui l’ho fatta e qui la disfaccio, Mezza a Rutelli Mezza la lascio  E se poi qualcuno si fosse messo a protestare , ne avrei fatta ancora un’altra e ci avrei scritto:  Qui l’ho fatta e qui la rilascio Niente alla Margherita Tutta al Gesuita  Quella rima , dal duce, dal fascio e da Rutelli si è trasferita agli editori, fino a diventare  “Niente agli editori, tutto ai lettori”.

segue …>>

Scrittori, editori, librai:
stravagante circumnavigazione intorno all’universo libro. Povertà e miserie.

N I E N T E   A G L I   E D I T O R I ,   T U T T O   A I   L E T T O R I

di      F  E  L  I  C  E     S  C  I  P  I  O  N  I

Piazza Venezia - da www.romasegreta.itMi viene in mente la scritta che in piazza Venezia accompagnava una magnificente cacata:
“Qui l’ho fatta e qui la lascio, mezza al Duce e mezza al Fascio”.

Nell’impossibilità di individuare l’autore della goliardata, la piazza venne illuminata, come deterrente per scongiurare che il buio della notte favorisse il ripetersi di gesti oltraggiosi.

L’anonimo barricadiero, nient’affatto intimorito, si impegnò a confezionare in piazza Venezia – nello stesso punto e nella notte seguente alla messa in posa dei lampioni – una seconda magnificente cacata con la scritta così rielaborata: “Qui l’ho fatta in piena luce, niente al Fascio tutta al Duce”.

Beh, il 25 ottobre 2006 presso la sede del Governo a palazzo Ghigi, magari qualcuno dei presenti avesse fatto come fece quel tizio tanti anni fa in piazza Venezia!
Il 25 ottobre 2006, il Ministero per i Beni e per le Attività Culturali, nella spiegata veste dello stesso ministro, on.le Francesco Rutelli, in sintonia con il Centro del Libro, stilava con trenta Associazioni e Organizzazioni di categoria un Protocollo d’Intesa per la promozione della lettura.

Centro per il libro e la lettura - da www.governo.itLeggete e inorridite:
… Premesso che compito della Repubblica è di promuovere il libro e la lettura … i sottoscrittori convengono di promuovere campagne informative per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei prodotti editoriali e della lettura ….e di costituire un Osservatorio del Libro e della Lettura con il compito di studiare …
Le Istituzioni e le Associazioni convengono che, al fine di svolgere adeguatamente l’attività di coordinamento, il Centro possa avvalersi di un Consiglio, presieduto da una personalità in possesso di comprovati requisiti di capacità ed esperienza in relazione agli obiettivi generali del Centro scelta dal Ministero e composto da circa 30 rappresentanti di categorie e del Ministero. …

Un Centro, un Osservatorio, un Consiglio … per fare cosa, poi? Studiare e osservare, intanto, il libro e la lettura. Che abnormità! L’ennesimo inutile carrozzone, fumo negli occhi e spreco di risorse, distrazione di denaro pubblico! Una beffa giocata in casa. Ogni persona dotata di un minimo di buon senso non può che imbufalirsi alla lettura di questo proclama ridicolo quanto insignificante A Palazzo Chigi, come a Piazza Venezia, ci voleva proprio una viscerale cacata. Peccato che a nessuno dei presenti è scappata. Io ci avrei anche scritto:  “Qui l’ho fatta e qui la disfaccio, Mezza a Rutelli Mezza la lascio  E se poi qualcuno si fosse messo a protestare , ne avrei fatta ancora un’altra e ci avrei scritto:  Qui l’ho fatta e qui la rilascio Niente alla Margherita Tutta al Gesuita  Quella rima , dal duce, dal fascio e da Rutelli si è trasferita agli editori, fino a diventare  “Niente agli editori, tutto ai lettori”.

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Tutti i contributi pubblici, senza deroghe ed eccezioni, dovrebbero essere indirizzate a quelle uniche Istituzioni che realmente, oggettivamente, massimamente e totalmente rappresentano il cittadino lettore: Le Scuole, le Bibliotechee e, in parte, le Librerie.
 Tutto il resto è fumo negli occhi, vanità, speculazione, opportunismo, egualitarismo di facciata.
horror vacuiE’ necessario togliere scuola e biblioteche dall’horror vacui nel quale sono sprofondate. Non perché dispensino saperi, ma semplicemente perché educhino. Educhino a vivere, educhino al piacere di leggere un libro, le due facce della stessa medaglia. Non si deve chiedere altro né alla scuola né alle biblioteche.
La scuola di oggi, quella vera, quella bastonata dalle riforme ispirate da pedagogisti e didatti, signori strapagati che farebbero meglio a rimanere chiusi negli studioli universitari piuttosto che sfornare modelli validi nella teoria e inefficaci nella pratica, non può non produrre in un osservatore sinceramente attento, sgomento, nausea, repulsione, stanchezza.
Nella scuola di base non c’è una disciplina specifica che insegni “come si legge un libro”. E’ grave. Ancor più grave è che nelle programmazioni scolastiche delle scuole primarie e secondarie pullulano esperienze e progetti didattici finalizzati a trasmettere agli alunni (pardon, con la riforma Moratti si deve dire ragazzi) “il piacere di leggere”, ore e ore di attività che sommate insieme superano abbondantemente il monte ore di una singola materia.
Perché oggi nella scuola tutto deve essere rigorosamente interdisciplinare (e almeno multiculturale e multimediale) per essere in linea con lo spirito delle brillanti e argute riforme.
Le migliori pratiche della scuola italiana oggi si chiamano laboratori interdisciplinari, progettati affinché i ragazzi acquisiscano conoscenze e abilità senza fatica e divertendosi, attraverso l’esperienza ludica, gruppi di ricerca molto più confortanti della solitudine del lavoro individuale. Che idiozia, che pedagogia permissiva, che pericolosa illusione e che arrogante presunzione nel mettere a valore la possibilità di imparare senza sforzo, senza impegno, senza umiltà, nell’alimentare l’aspettativa di crescere, di maturare, di imparare a vivere senza affrontare un lungo tirocinio.

Bibliomania - da www.racine.ra.itInternet, fonte inesauribile di informazioni, , produce il risultato di trovare migliaia e migliaia di pagine web che descrivono rutilanti progetti didattici.
Ecco alcuni laboratori interdisciplinari dedicati al gusto di leggere, frutto dell’ingegno e della fantasia delle migliori menti pedagogiche.

“A che libro giochiamo?”
– Come rendere attraente il libro per appassionarsi alla lettura.

“Biblioteca, che passione!”
– Fare della biblioteca scolastica multimediale un luogo dinamico per l’apprendimento.

“Un libro per amico”
– La lettura come strumento per stimolare il piacere di apprendere e per favorire la maturazione socio-affettiva, o anche come stimolare la motivazione dell’apprendimento e sviluppare la creatività.

“Microprogetto. Percorso interdisciplinare di educazione alla lettura”
– laboratorio contenuto in un macroprogetto di Circolo.

“Educazione alla lettura”
– Il piacere della lettura per la crescita intellettiva, affettiva, morale.

“Progetto B. B come biblioteca” – Progetto educativo-didattico per la determinazione e la comprensione degli eventi educativi, la ricerca di significati, l’ideazione di percorsi e la sperimentazione di metodologie.

“Universo Lettura-Scrittura”
– Scrittura creativa quale momento del recupero del Sé e potenziamento delle capacità espressivo-comunicazionali. Creazione di un racconto breve.

“L’ora di narrativa”
– Uso didattico della narrativa. La naturale attrazione per il “romanzesco” come leva per la formazione linguistica ed extra-linguistica del preadolescente.

“Lo Spizzicalibro ovvero come stimolare a leggere il lettore inappetente”
– Laboratorio che nasce dall’esigenza di porre rimedio all’impoverimento del patrimonio lessicale degli alunni, alle difficoltà di comprensione della lingua scritta, alla loro incapacità di trarre piacere dalla lettura, perché privi degli strumenti di base per poterne fruire, […] dal dato di fatto che i ragazzi non sono motivati a leggere.

“Lettura creativa”
– Approccio e motivazione alla lettura. Integrazione, commistione, contaminazione tra nuovi media e strumenti di apprendimento tradizionali. Attivazione di strategie di apprendimento cognitivo-emotive.

“Viviamo nelle favole. Laboratorio di invito alla lettura”
– Promuovere la lettura e far acquisire la lingua attraverso le favole.

“Ulisse nell’isola dei Ciclopi”
– Creazione di un cartone animato per aumentare la motivazione alla lettura.

Bibliomania - da www.racine.ra.it“Libromania” e “Biblioteca in sezione” – Scoperta della lettura come piacere.

“Progetto LEGGER/mente”
– Fornire a bambini e ragazzi opportunità di lettura più ampie e più ricche di quelle normalmente offerte dalla scuola. Favorire la diffusione del libro e il piacere della lettura curando sia il contesto che strategie per un positivo approccio con queste attività.

“Lettura e catalogazione attraverso l’apprendimento cooperativo”
– Far nascere negli alunni il piacere della lettura attraverso la realizzazione di cataloghi che utilizzano linguaggi diversi destinati ai compagni di scuola.

“Dal racconto testuale al racconto per immagini” – Offrire ai ragazzi l’opportunità di conoscere e utilizzare una variegata gamma di linguaggi con i quali manifestare il proprio vissuto, la propria creatività ed inventiva.

“Leggere per… sapere, saper fare, saper essere”
– Rendere più coeso il Piano dell’Offerta Formativa, attivando una Progettazione in Rete, tra i plessi di Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria, finalizzata a stimolare negli alunni il Piacere alla Lettura.

Questo elenco è solo una goccia nell’oceano di internet. Ciascuno di questi laboratori richiede materiale e strumenti operativi (Cdrom, Cd musicali e videocassette, coreografie, pannelli, programmi informatici specifici…) e per fortuna anche qualche libro. Però il libro non sempre va inteso per quello che è, il libro deve farsi “ponte”, strumento di transizione e passaggio che consente di veicolare e costruire attività e percorsi interdisciplinari anche tra più classi, il libro è vettore di scambio.

LibriChe cos’è questa proliferazione, questa degenerazione di esperienze e di mercanzia? E’ questo il risultato delle autonomie scolastiche e della disponibilità di ingenti risorse economiche che la Comunità Europea ha liberato in favore non della scuola come Istituzione, ma dei singoli istituti scolastici che adottano progetti orientati, mirati, coordinati?
Al docente non si capisce bene che cosa resti da fare. Il suo ruolo diviene secondario, di esecutore o spettatore. E la capacità di un docente si misura in base alla quantità di materiale prodotto e mostrato. Sono i nuovi metodi scolastici che hanno soppiantato i vecchi metodi, la lezione frontale, lo studio individuale, l’interrogazione.
Dalla dittatura della lezione verbalistica, libresca e frontale siamo passati alla modellistica laboratoriale, progetti, teatro, animazione, cinema, musica, settimane bianche. Ma i nuovi studenti non sono affatto migliori e più preparati degli studenti di una volta.
(Se Cartesio potesse confrontare la validità degli attuali metodi scolastici con il suo Discorso sul metodo riuscirebbe ancora a scrivere che “il buon senso è la cosa al mondo meglio ripartita?”)

Una delle parole più ricorrenti del linguaggio didattico-pedagogico è “stimolare”. I ragazzi hanno davvero tutta questa necessità di essere stimolati? Non sono forse stimolati abbastanza? Il senso comune vorrebbe che la scuola stimolasse di più i ragazzi, portandoli a mostre, dibattiti, fiere del libro, musei della scienza, percorsi ambientali, festival del cinema, teatro, organizzando a scuola incontri con esperti, gemellaggi, feste interetniche di danza, cucina, musica del mondo…
I ragazzi sono già bombardati da miriadi di iperstimolazioni mediatiche. Non farebbe meglio, la Scuola, a de-stimolare i ragazzi, sottrarli da questo inutile incessante eccesso di stimoli creando filtri , barriere selettive e impermeabili? Possibile che nessun pedagogista, guardando seriamente alla sostanza delle offerte presenti sul mercato della cultura, non si accorga che i festival del libro e della scienza, le pagine culturali dei giornali, molti programmi radiotelevisivi, la cultura in rete, i laboratori multi/interdisciplinari si pieghino spesso alla moda della cultura come spettacolo, alla logica della chiacchiera e della superficialità, e che siano spesso totalmente privi di spessore?

Libro - da www.clickati.comLa cultura dello studio dovrebbe andare in un’altra direzione, quella dell’approfondimento, dell’appagamento intellettuale e del senso critico.
Laboratori interdisciplinari, gite, incontri con esperti, internet, teatro, cinema sono solo una pretenziosa perdita di tempo quando sortiscono gli effetti di sottrarre ore di lezione per l’insegnamento delle discipline fondamentali e di licenziare studenti con difficoltà di comprensione di un testo scritto.
Basterebbe che la scuola riuscisse a far capire ai ragazzi che leggere un buon libro è sempre la cosa migliore. Vi sembra poco? E’ tutto, in realtà.
Per riuscirci occorrono docenti motivati sul serio, e non ridotti dagli specialisti pedagoghi della comunicazione ad una fantomatica figura dalle caratteristiche cooperative metacognitive e che, prima di iniziare a svolgere il proprio lavoro in classe, debba sottoscrivere un contratto formativo con le famiglie e con i propri studenti, che contenga gli obiettivi prefissati, i contenuti, le metodologie, le modalità di verifica del percorso intrapreso e degli esiti conseguiti. Secondo i luminari così si migliora la qualità dell’offerta formativa.
In pratica un insegnante deve sottoscrivere una resa incondizionata ai genitori, perché l’alleanza genitori-insegnante non esiste più, soppiantata dalla nuova aberrante alleanza genitori-figli.
Gli insegnanti restano tuttavia il nodo cruciale di una vera scuola efficiente ed essi devono essere i primi a convincersi. Non solo devono credere che insegnare Petrarca, Leopardi, Platone, … consenta ai ragazzi di costruirsi un’identità personale ricca di valore. Devono saperlo. E per saperlo devono aver provato in prima persona l’emozione, la soddisfazione di aver capito l’essenza di una poesia, la profondità di un pensiero, aver compreso il significato della storia…

Bibliotecario - da blocs.tinet.orgL’attività docente è complessa, ma non è un impiego qualunque.
Bisogna assicurare agli insegnanti una retribuzione adeguata, perché una funzione così totalizzante sul piano intellettuale non può essere affrontata con le giuste motivazioni da chi fatica a far tornare i conti per arrivare a fine mese.
Dove trovare i fondi per pagare i docenti? E’ sufficiente abolire ogni forma di finanziamento pubblico destinato alle iniziative culturali, comprese quelle editoriali e compresi i finanziamenti a molti laboratori didattici interdisciplinari e molti centri di documentazione/educazione, insidiosi succedanei delle biblioteche pubbliche. Nessun finanziamento perché sottintendono logiche di mercato o logiche ideologiche o semplicemente perché sono inutili. Ognuno, sia chiaro, è libero di fare cultura in ogni forma e ognuno è libero di fruirne come crede, ma interamente a proprie spese. La cultura come altre attività di natura economica dovrebbe sostenersi con quello che i clienti-consumatori sono disposti a pagare.
E i bibliotecari? Come devono essere i bibliotecari? Un uomo di cultura, al quale ho rivolto la domanda, mi ha risposto ridendo: con la gobba, gli occhiali e l’odore di muffa, appassionati di tassonomia e che vadano a letto presto.
Lo Stato dovrebbe investire molto in questa categoria che, guarda caso, è costituita dalle persone più tristi, frustrate ed ipocondriache in cui ci è dato imbatterci. In piena antitesi con la definizione di Borges sul libro: una delle occasioni di gioia che abbiamo noi uomini.  Non c’è che dire: i bibliotecari costituiscono la più bella reclame al libro inteso come espressione di piacere, divertimento, evasione, scambio.  Andiamo a scovare questi bibliotecari – compito facile – e proponiamoli come impiegati per gli Uffici delle Entrate.

Felice Scipioni  fescipi@tin.it

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