PRESENTATO IL PIANO DI EVACUAZIONE DI MARINA VELKA E TARQUINIA
Il documento – finanziato dalla Regione Lazio e compilato su indicazioni
fornite dalla Provincia di Viterbo– detta tutte le azioni necessarie in caso
di eventi alluvionali, per garantire la sicurezza degli abitanti.
Proprio su quest’ultimo punto, a Tarquinia è presente una stazione idrometrica controllata dall’Ardis 24 ore al giorno per un monitoraggio costante del livello delle acque del fiume.
Nel corso della presentazione nella sala del consiglio del Comune di Tarquinia, Pucci ha specificato che si tratta soprattutto di un piano di prevenzione, in modo che più persone in maniera organizzata possano risolvere un eventuale problema.
Il documento – finanziato dalla Regione Lazio e compilato su indicazioni
fornite dalla Provincia di Viterbo– detta tutte le azioni necessarie in caso
di eventi alluvionali, per garantire la sicurezza degli abitanti.
Proprio su quest’ultimo punto, a Tarquinia è presente una stazione idrometrica controllata dall’Ardis 24 ore al giorno per un monitoraggio costante del livello delle acque del fiume.
Nel corso della presentazione nella sala del consiglio del Comune di Tarquinia, Pucci ha specificato che si tratta soprattutto di un piano di prevenzione, in modo che più persone in maniera organizzata possano risolvere un eventuale problema.
Sei mesi fa, inoltre, la Regione ha realizzato il primo intervento di manutenzione del fiume dopo almeno 10 anni di abbandono del territorio”. Marrazzo ha quindi ricordato con emozione i giorni dell’alluvione del 2005: “Quella sera qui a Tarquinia mi ha colpito una cosa in particolare: tutti dicevano che era già accaduto più volte. Ecco come mi sono convinto che era impossibile continuare così. Ma ora abbiamo un piano e lo testeremo”.
Quindi si è entrati nel vivo del piano.
“L’organizzazione – ha detto Mazzola – prevede un’area per i soccorsi e i mezzi di emergenza, una di attesa e un’altra di ricovero per la popolazione.
Per evitare problemi e agevolare anche l’operato di chi presta soccorso, sono state individuate vie di fuga preferenziali, a partire da Tuscania per arrivare fino a Tarquinia. Ulteriori risorse locali sono rappresentate da aeroporti ed eliporti, come la pista di atterraggio per ultraleggeri adiacente alle Saline o l’eliporto della Guardia di Finanza, a 600 metri in linea d’aria dal municipio ma non solo”.
Con l’allarme – che scatta con il fiume Marta a un livello di 8 metri – inizia l’uscita dei cittadini sia dalle zone interessate, sia da quelle a rischio. Viene aperta la sala di crisi in Prefettura, i Vigili del fuoco inviano ulteriori mezzi a sostegno di quelli a disposizione, si procede con la chiusura delle zone a rischio, che saranno poi presidiate dalle forze dell’ordine.
Nel piano è inoltre presente un’articolata fase post emergenza, “durante la quale Regione, Provincia, Prefettura, Comune e volontari – ha proseguito l’assessore provinciale alla Protezione civile – mettono a disposizione mezzi e materiali necessari. Viene quindi predisposto che ai cittadini impossibilitati a rientrare nelle proprie abitazioni sia trovata una collocazione in alberghi, c’è un controllo del territorio fino alla fine della situazione di emergenza, si chiude con il ripristino dei luoghi e il rientro dei cittadini nelle rispettive abitazioni”.
Parroncini ha sottolineato l’impegno della Regione per la salvaguardia dell’assetto idrogeologico territoriale. “Tarquinia si trova su un bacino complicato sotto questo punto di vista. Gli interventi messi in campo, a partire dal piano di evacuazione, passando per i lavori di sistemazione del tratto della foce del fiume, rappresentano un rilevante passo avanti per garantire l’economia della zona e la sicurezza dei cittadini”.
Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Viterbo