PRESENTATO IL PIANO DI EVACUAZIONE DI MARINA VELKA E TARQUINIA

Il documento – finanziato dalla Regione Lazio e compilato su indicazioni
fornite dalla Provincia di Viterbo– detta tutte le azioni necessarie in caso
di eventi alluvionali, per garantire la sicurezza degli abitanti.

Aula consiliare del Comune di Tarquinia - L'Assessore alla Protezione Civile della Provincia di Viterbo Mauro Mazzola e il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo

Collaborazione diretta tra Comune di Tarquinia, Protezione civile della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo, coordinamento della Prefettura: ecco la base di partenza delle “Misure di prevenzione e piano di evacuazione per calamità idrogeologiche nel Comune di Tarquinia”, presentate nel corso di un’iniziativa pubblica alla presenza del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, l’assessore alla Protezione civile della Provincia Mauro Mazzola, il sindaco  di Tarquinia Alessandro Giulivi, l’assessore regionale Regino Brachetti, il capogruppo dei Ds in consiglio regionale Giuseppe Parroncini, il direttore regionale della Protezione civile Maurizio Pucci, il vice prefetto aggiunto Roberta Monni, il presidente dell’Università Agraria di Tarquinia Alessandro Antonelli, il disaster manager della Provincia Gaetano Bastoni e il redattore del piano Patrizio Zucca.
Il documento – finanziato dalla Regione Lazio e compilato su indicazioni fornite dalla Provincia – detta tutte le azioni necessarie in caso di eventi alluvionali, per garantire la sicurezza degli abitanti della zona di Marina Velka e Tarquinia lido. Ma non solo: dentro ci sono anche la descrizione dello scenario di rischio, dati e analisi delle recenti alluvioni, la rete delle infrastrutture, la pianificazione dell’emergenza, la delimitazione delle zone a rischio, le norme di riferimento, i numeri utili, i mezzi a disposizione – come elicottero, ambulanze, gommoni, autobus, fuoristrada, un gruppo elettrogeno, tende, sacchi a pelo e una cucina da campo mobile – fino alle caratteristiche del Marta.
Proprio su quest’ultimo punto, a Tarquinia è presente una stazione idrometrica controllata dall’Ardis 24 ore al giorno per un monitoraggio costante del livello delle acque del fiume.
Nel corso della presentazione nella sala del consiglio del Comune di Tarquinia, Pucci ha specificato che si tratta soprattutto di un piano di prevenzione, in modo che più persone in maniera organizzata possano risolvere un eventuale problema.

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Il documento – finanziato dalla Regione Lazio e compilato su indicazioni
fornite dalla Provincia di Viterbo– detta tutte le azioni necessarie in caso
di eventi alluvionali, per garantire la sicurezza degli abitanti.

Aula consiliare del Comune di Tarquinia - L'Assessore alla Protezione Civile della Provincia di Viterbo Mauro Mazzola e il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo

Collaborazione diretta tra Comune di Tarquinia, Protezione civile della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo, coordinamento della Prefettura: ecco la base di partenza delle “Misure di prevenzione e piano di evacuazione per calamità idrogeologiche nel Comune di Tarquinia”, presentate nel corso di un’iniziativa pubblica alla presenza del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, l’assessore alla Protezione civile della Provincia Mauro Mazzola, il sindaco  di Tarquinia Alessandro Giulivi, l’assessore regionale Regino Brachetti, il capogruppo dei Ds in consiglio regionale Giuseppe Parroncini, il direttore regionale della Protezione civile Maurizio Pucci, il vice prefetto aggiunto Roberta Monni, il presidente dell’Università Agraria di Tarquinia Alessandro Antonelli, il disaster manager della Provincia Gaetano Bastoni e il redattore del piano Patrizio Zucca.
Il documento – finanziato dalla Regione Lazio e compilato su indicazioni fornite dalla Provincia – detta tutte le azioni necessarie in caso di eventi alluvionali, per garantire la sicurezza degli abitanti della zona di Marina Velka e Tarquinia lido. Ma non solo: dentro ci sono anche la descrizione dello scenario di rischio, dati e analisi delle recenti alluvioni, la rete delle infrastrutture, la pianificazione dell’emergenza, la delimitazione delle zone a rischio, le norme di riferimento, i numeri utili, i mezzi a disposizione – come elicottero, ambulanze, gommoni, autobus, fuoristrada, un gruppo elettrogeno, tende, sacchi a pelo e una cucina da campo mobile – fino alle caratteristiche del Marta.
Proprio su quest’ultimo punto, a Tarquinia è presente una stazione idrometrica controllata dall’Ardis 24 ore al giorno per un monitoraggio costante del livello delle acque del fiume.
Nel corso della presentazione nella sala del consiglio del Comune di Tarquinia, Pucci ha specificato che si tratta soprattutto di un piano di prevenzione, in modo che più persone in maniera organizzata possano risolvere un eventuale problema.

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La Valle del Marta dopo una delle tante alluvioni - da www.fratellinussio.it

Siamo riusciti a sbloccare i fondi stanziati dal Governo per i danni subiti dai cittadini, pari a 600.000 euro – ha ricordato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Abbiamo stanziato finora oltre dieci milioni di euro per la messa in sicurezza del Marta ed è in corso la gara per i lavori.
 Sei mesi fa, inoltre, la Regione ha realizzato il primo intervento di manutenzione del fiume dopo almeno 10 anni di abbandono del territorio”. Marrazzo ha quindi ricordato con emozione i giorni dell’alluvione del 2005:Quella sera qui a Tarquinia mi ha colpito una cosa in particolare: tutti dicevano che era già accaduto più volte. Ecco come mi sono convinto che era impossibile continuare così. Ma ora abbiamo un piano e lo testeremo.
Prima di illustrare il lavoro, Mazzola ha voluto ringraziare soprattutto i volontari della Protezione civile, quindi il presidente Marrazzo, il prefetto Alessandro Giacchetti, il sindaco Giulivi e il direttore Pucci per la loro collaborazione.

Quindi si è entrati nel vivo del piano.
L’organizzazione – ha detto Mazzola – prevede un’area per i soccorsi e i mezzi di emergenza, una di attesa e un’altra di ricovero per la popolazione.
Per evitare problemi e agevolare anche l’operato di chi presta soccorso, sono state individuate vie di fuga preferenziali, a partire da Tuscania per arrivare fino a Tarquinia. Ulteriori risorse locali sono rappresentate da aeroporti ed eliporti, come la pista di atterraggio per ultraleggeri adiacente alle Saline o l’eliporto della Guardia di Finanza, a 600 metri in linea d’aria dal municipio ma non solo.
Con l’allarme – che scatta con il fiume Marta a un livello di 8 metri – inizia l’uscita dei cittadini sia dalle zone interessate, sia da quelle a rischio. Viene aperta la sala di crisi in Prefettura, i Vigili del fuoco inviano ulteriori mezzi a sostegno di quelli a disposizione, si procede con la chiusura delle zone a rischio, che saranno poi presidiate dalle forze dell’ordine.
Nel piano è inoltre presente un’articolata fase post emergenza, durante la quale Regione, Provincia, Prefettura, Comune e volontari – ha proseguito l’assessore provinciale alla Protezione civile – mettono a disposizione mezzi e materiali necessari. Viene quindi predisposto che ai cittadini impossibilitati a rientrare nelle proprie abitazioni sia trovata una collocazione in alberghi, c’è un controllo del territorio fino alla fine della situazione di emergenza, si chiude con il ripristino dei luoghi e il rientro dei cittadini nelle rispettive abitazioni.
Parroncini ha sottolineato l’impegno della Regione per la salvaguardia dell’assetto idrogeologico territoriale. Tarquinia si trova su un bacino complicato sotto questo punto di vista. Gli interventi messi in campo, a partire dal piano di evacuazione, passando per i lavori di sistemazione del tratto della foce del fiume, rappresentano un rilevante passo avanti per garantire l’economia della zona e la sicurezza dei cittadini.

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Viterbo

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