DIARIO DALL’ INDIA

“ Ma in India può accadere anche che i bambini, per strada, ti salutino, correndo verso di te ed urlandoti ‘Halloooo, Mem!’.
E che non ti chiedano l’elemosina…
Perché chi crede che l’India sia ‘solo povera’ si sbaglia di grosso: io non ho mai visto tanta ricchezza d’animo, di spirito… Un cuore grande quanto quella straordinaria terra, bagnata dai monsoni, immersa nel fango e negli escrementi delle mucche sacre, che odora di cacca e disinfettante, ma anche di chapati e mango, tanto mango…
L’ananas, poi… ”

L A   C O N S A P E V O L E Z Z A   D E L   P R O P R I O   R E S P I R O

di     R E N O   B R O M U R O

Diario dall'India

Ho ricevuto, l’ultimo libro di Marcella Boccia «Diario dall’India» e grande è la meraviglia di quanti momenti: tempo e numeri, sono  univoci tra lo spirito di Marcella e il mio. Unica differenza: gli interessi del viaggio. Grazie alla EDARC Edizioni per avermi inviato il libro.

Marcella Boccia, è andata in India per approfondire la filosofia Yoga, io per conoscere il mondo poetico e la filosofia della poesia di Rabindranath Tagore che da Calcutta, dov’era nato, girò un po’ i Paesi più noti e civili del suo tempo fino a ricevere il Premio Nobel nel 1913 e per la necessità di vivere, un ritorno alla natura; una ricerca del benessere fisico, “nell’ambrosia dell’immortalità”, facendo passeggiate lungo la spiaggia a sud di Kovalam.
Marcella narra e il manufatto si presenta più come un romanzo di racconti di viaggio, senza preoccuparsi di scrivere pagine di un vero e proprio diario, mettendo in “luce” il suo impegno pacifista nella diffusione di una cultura di non violenza. Cosa facile per un personaggio tanto acclamato attraverso la Poesia e la canzone “rap”. Ella ci rende partecipi del suo stare in India, come maestra e direttore dello Shanti Ashram, riferendo con una narrazione scattante e dialogante lo stato delle scuole Yoga d’oggi.
E’ molto dentro, sentimentalmente e coinvolgente quando accenna alle città del famoso Triangolo d’Oro: Delhi, Jaipur e Rajasthan terra dei Maharaja e Agra col Taj Mahal, una delle sette meraviglie del mondo. Al fascino delle città e delle genti in special modo a quelle del Rajasthan in maniera approfondita, della valli dell’Indo isolate e immerse nel silenzio.
La stessa via che percorsi trentadue anni or sono, così diversa, cambiata in toto. Dello Stato indiano, decisamente ispirato al pluralismo linguistico e culturale e proteso ad una spiccata propensione razionalistica, come lo Yoga. Affermando che detta disciplina è più importante della medicina.
La medicina occidentale con un approccio riduzionista isola le parti malate e cura il sintomo con principi attivi spesso sintetici, mentre l’approccio con le medicine tradizionali è olistico, la diagnosi è totale e grand’attenzione è riservata all’ambiente e all’alimentazione. La medicina indiana invece, tende, attraverso lo Yoga, a rimuovere il sintomo eliminandone le cause prime con una terapia basata su esercizi appropriati, le sole che si basano sulla concezione della salute come lo stato d’equilibrio dei tre umori corporei (sangue, bile, muco) e dei cinque elementi principali che compongono il corpo umano come il cosmo, e cura ogni squilibrio patologico con medicine di tre categorie (vegetale, animale, minerale) per determinare equilibrio e temperamento individuale.

segue …>>

“ Ma in India può accadere anche che i bambini, per strada, ti salutino, correndo verso di te ed urlandoti ‘Halloooo, Mem!’.
E che non ti chiedano l’elemosina…
Perché chi crede che l’India sia ‘solo povera’ si sbaglia di grosso: io non ho mai visto tanta ricchezza d’animo, di spirito… Un cuore grande quanto quella straordinaria terra, bagnata dai monsoni, immersa nel fango e negli escrementi delle mucche sacre, che odora di cacca e disinfettante, ma anche di chapati e mango, tanto mango…
L’ananas, poi… ”

L A   C O N S A P E V O L E Z Z A   D E L   P R O P R I O   R E S P I R O

di     R E N O   B R O M U R O

Diario dall'India

Ho ricevuto, l’ultimo libro di Marcella Boccia «Diario dall’India» e grande è la meraviglia di quanti momenti: tempo e numeri, sono  univoci tra lo spirito di Marcella e il mio. Unica differenza: gli interessi del viaggio. Grazie alla EDARC Edizioni per avermi inviato il libro.

Marcella Boccia, è andata in India per approfondire la filosofia Yoga, io per conoscere il mondo poetico e la filosofia della poesia di Rabindranath Tagore che da Calcutta, dov’era nato, girò un po’ i Paesi più noti e civili del suo tempo fino a ricevere il Premio Nobel nel 1913 e per la necessità di vivere, un ritorno alla natura; una ricerca del benessere fisico, “nell’ambrosia dell’immortalità”, facendo passeggiate lungo la spiaggia a sud di Kovalam.
Marcella narra e il manufatto si presenta più come un romanzo di racconti di viaggio, senza preoccuparsi di scrivere pagine di un vero e proprio diario, mettendo in “luce” il suo impegno pacifista nella diffusione di una cultura di non violenza. Cosa facile per un personaggio tanto acclamato attraverso la Poesia e la canzone “rap”. Ella ci rende partecipi del suo stare in India, come maestra e direttore dello Shanti Ashram, riferendo con una narrazione scattante e dialogante lo stato delle scuole Yoga d’oggi.
E’ molto dentro, sentimentalmente e coinvolgente quando accenna alle città del famoso Triangolo d’Oro: Delhi, Jaipur e Rajasthan terra dei Maharaja e Agra col Taj Mahal, una delle sette meraviglie del mondo. Al fascino delle città e delle genti in special modo a quelle del Rajasthan in maniera approfondita, della valli dell’Indo isolate e immerse nel silenzio.
La stessa via che percorsi trentadue anni or sono, così diversa, cambiata in toto. Dello Stato indiano, decisamente ispirato al pluralismo linguistico e culturale e proteso ad una spiccata propensione razionalistica, come lo Yoga. Affermando che detta disciplina è più importante della medicina.
La medicina occidentale con un approccio riduzionista isola le parti malate e cura il sintomo con principi attivi spesso sintetici, mentre l’approccio con le medicine tradizionali è olistico, la diagnosi è totale e grand’attenzione è riservata all’ambiente e all’alimentazione. La medicina indiana invece, tende, attraverso lo Yoga, a rimuovere il sintomo eliminandone le cause prime con una terapia basata su esercizi appropriati, le sole che si basano sulla concezione della salute come lo stato d’equilibrio dei tre umori corporei (sangue, bile, muco) e dei cinque elementi principali che compongono il corpo umano come il cosmo, e cura ogni squilibrio patologico con medicine di tre categorie (vegetale, animale, minerale) per determinare equilibrio e temperamento individuale.

segue …>>

Marcella Boccia

Gli esercizi Yoga hanno forti risvolti terapeutici. Tendono al controllo fisico, psichico e spirituale di corpo e mente. Lo Yoga ritiene che la salute si recuperi con posture del corpo e respirazione corretta, dando particolare importanza all’esame del polso e ricollegando la circolazione del sangue (che è stata scoperta in India) alla circolazione dei cinque soffi vitali, presenti in ogni organismo, con diverse funzioni. Nello Yoga i processi fisiologici, primo fra tutti quello respiratorio, sono intesi come processi psichici che nascono da una natura universale alla quale l’uomo ha accesso e con il quale esisteva una primordiale unità.

Molto soggettive, rileva convintissima, della propria guarigione che consiste fondamentalmente in una trasmutazione psichica raggiunta con un’iniziazione mistico-ascetica. La salute è l’anticamera della liberazione psichica e anche la medicina tende, infatti, attraverso il sacrificio, a restituire l’individuo alla primordiale identità.

Di questa fusione tra antica filosofia indiana e pensiero occidentale è un importante esempio di Aurobindo, che partecipò alle lotte politiche indiane e si ritirò poi a Pondicherry, dove creò una comunità ispirata alla sua filosofia, nata dall’incontro tra cultura orientale e filosofia occidentale, in particolare Bradley e Bergson, e di tendenza spiritualistico-evoluzionistica.

Non importa quanto grande sia la determinazione a lasciare da parte pregiudizi culturali sane abitudini, perché l’India riesce in ogni modo a meravigliare con la sua vastità, il suo clamore e la sua complessità.
In questo paese nulla è mai esattamente come ci si aspettava; ci si può  attendere soltanto l’inaspettato, che accompagna ogni esperienza.
Tra tutti gli stati indiani, il Rajasthan, è quello che meglio rappresenta l’immagine classica e fantastica dell’India: uomini baffuti con colorati turbanti, vestiti con larghe casacche con le gambe fasciate dai leggendari jodhpuri; donne avvolte in colorati tessuti ricamati con fili di seta; piccoli villaggi di case dipinte nel deserto; grandi e lussuose regge di principi e maharajah costruite con marmi bianchi al centro d’incantati laghi artificiali. Affascinanti leggende, eroiche e romantiche, ancora risuonano dai suoi altrettanto affascinanti edifici che testimoniano un glorioso passato.

La magia del Rajasthan è rinomata in tutto il mondo non solo per la sua eredità storica e culturale che lo rende un enorme museo a cielo aperto, ma anche per le sue lussureggianti foreste che contrastano con aree desertiche e dune sabbiose; offre qualcosa per tutti, bisogna solo decidere cosa. Ecco perché Marcella Boccia lo evidenzia con semplicità: «Ma in India può accadere anche che i bambini, per strada, ti salutino, correndo verso di te ed urlandoti ‘Halloooo, Mem!’. E che non ti chiedano l’elemosina… Perché chi crede che l’India sia “solo povera” si sbaglia di grosso: io non ho mai visto tanta ricchezza d’animo, di spirito… Un cuore grande quanto quella straordinaria terra, bagnata dai monsoni, immersa nel fango e negli escrementi delle mucche sacre, che odora di cacca e disinfettante, ma anche di chapati e mango, tanto mango…  L’ananas, poi…»

Ad un certo punto, quasi fosse una notizia senza importanza accenna al tempo e lo fa due volte; una si riferisce al viaggio in aereo e l’altro quando il pensiero corre alle persone uccise dai terroristi e che con la sua amica Angela, potrebbe incappare, glielo fa credere l’autista fraintendendo il loro volere. Dicevo che accenna al clima due volte: «Nel corso dell’anno si ha una temperatura costante. Nei mesi invernali la massa continentale si raffredda velocemente ed aumenta la pressione atmosferica. La differenza di temperatura e di pressione favoriscono la formazione di correnti d’aria che soffiano da nord-est in direzione dell’oceano dove si instaura una pressione più bassa. In estate avviene il procedimento inverso».

Si passa, nella seconda parte del racconto del viaggio, alla filosofia Yoga, una  filosofia complessa, iniziatica, che si apprende solo da un maestro, non è niente di tutto questo e contemporaneamente è tutto questo insieme: Yoga deriva dalla radice sanscrita Yug, che significa unire, legare insieme; il corpo e l’anima, i muscoli e lo spirito. Significa anche riuscire, attraverso la respirazione, a controllare le emozioni e la volontà. Marcella Boccia assicura che lo yoga permette di migliorare la qualità della vita. I praticanti sono tanti ed in continuo aumento; in America vi si dedicano in massa circa quindici milioni di persone. E pensare che fino al 1968 era pressoché sconosciuto: in quel periodo fu il fascino dell’India a far conoscere all’Occidente una nuova spiritualità e con essa lo Yoga.
Da allora il numero di praticanti cresce continuamente; in Italia si è diffuso anche tra gli uomini, all’inizio restii a praticare una disciplina all’apparenza poco razionale. Oggi le proporzioni tra i praticanti maschi e femmine sono alla pari ed è cambiata la visione che si ha dello Yoga. Anche se ancora tanti si avvicinano a questa attività fisica con idee distorte e distanti dalla sua essenza.
Nella pratica ognuno è in grado di scoprirla: se si fa correttamente, già dalla prima volta si sente che il movimento non si svolge solo a livello fisico; la consapevolezza del proprio respiro, che si raggiunge attraverso le tecniche che vengono insegnate, permette di passare dai movimenti meccanici alla naturalezza del gesto, che procura una miglior stabilità nervosa, indice di equilibrio psico-fisico, e permette di distaccarsi dalla routine quotidiana. Nella mia scuola di recitazione è il primo passo che insegno ai futuri attori, perché con la respirazione, si acquista consapevolezza del proprio corpo; Yoga dunque ginnastica del corpo e dello spirito insieme,per raggiungere benessere,equilibrio e padronanza di sé e del palcoscenico.

Marcella Boccia
dialoga, e non poco, anche con disegni per poter fare pratica, sull’effetto terapeutico, ed i primi risultati sono definiti incoraggianti, anche se chi sostiene la validità dello Yoga si scontra con la visione occidentale (agli antipodi di quella orientale) della medicina, della malattia e della sua cura.
Lo Yoga è benefico per i muscoli, ma anche per lo spirito. Insegna a mantenere le corrette posture corporee, ma anche ad esplorare il proprio animo. Più che una ginnastica o una filosofia, è un modo di vivere.
E’ dimostrato che gli esercizi di respirazione diminuiscono la pressione del sangue e abbassano il livello degli ormoni dello stress. Stirare il corpo attraverso le posizioni dello yoga stimola un migliore drenaggio dei vasi linfatici, il sistema che rimuove le scorie corporali. Mantenere le posizioni rafforza il tono muscolare che accresce il benessere fisico e protegge delicate giunture da possibili lesioni.
Il libro è arricchito da liriche pregevoli e da un glossario sanscrito molto interessante.

Marcella Boccia – DIARIO DALL’INDIA – EDARC Edizioni  – Firenze 2007
Pag.  194 – € 12,00

                                                                                                                                                      

Reno  Bromuro

mikronet

Lascia un commento