FIRENZE – ACCADEMIA DELLE ARTI DEL DISEGNO
La mostra è organizzata dal Parco delle Colline Metallifere,
dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Grosseto.
dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Grosseto.
In esposizione anche il Master Plan del Parco e,
per la prima volta, il Codice Minerario Massetano
per la prima volta, il Codice Minerario Massetano
C O N L E F O T O D I B E R N A R D B A Y R I V I V O N O
I P A E S A G G I I N D U S T R I A L I D E L ‘ 9 0 0
di
ALESSANDRO BALDASSERINI
Organizzata dal Parco Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane, dalla Provincia di Grosseto e dalla Camera di Commercio, la mostra Paesaggi industriali del ‘900 in Toscana (Firenze, 5-31 marzo) è stata inaugurata lo scorso 5 marzo alle presso la Galleria dell’Accademia delle Arti del Disegno in via Ricasoli 68.
La rassegna – che a fine maggio verrà replicata a Charleroi, in Belgio, nel quadro delle manifestazioni per commemorare le tragedie minerarie di Marcinelle e Ribolla – è suddivisa in due sezioni: nella prima, ad essere protagoniste saranno 65 foto in b/n realizzate da Bernard Bay (Direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Tournai) dedicate a “Siderurgia e miniere nella Maremma Toscana”, che corredano il volume “Paesaggi industriali del ‘900” (Polistampa Editore) curato da Massimo Preite, che ripercorrono l’epopea mineraria del secolo scorso tra splendori e miserie, speranze e drammi attraverso l’atipico paesaggio toscano fortemente segnato dalla presenza dei pozzi estrattivi; nella seconda, saranno presentate le tavole del Master Plan del Parco delle Colline Metallifere, realizzato dai proff. Riccardo Francovich (Università di Siena) e Massimo Preite (Università di Firenze), nel quale si raffigurano le linee-guida di sviluppo futuro del territorio.
Ma, ad arricchire l’avvenimento, vi è stato un grande evento storico-culturale: l’esposizione al pubblico, in anteprima, del Codice Minerario Massetano – gelosamente custodito presso l’Archivio di Stato di Firenze -, la preziosa pergamena medievale risalente al 1294, che a fine marzo sarà trasferita a Massa Marittima in occasione della manifestazione “Di Terra e di Fuoco”.
Si tratta di uno dei primi documenti in Europa di regolamentazione dell’attività estrattiva e rappresenta la più significativa testimonianza dell’influente livello socio-economico raggiunto dal comune di Massa Metallorum, allora battente moneta.
Si tratta di uno dei primi documenti in Europa di regolamentazione dell’attività estrattiva e rappresenta la più significativa testimonianza dell’influente livello socio-economico raggiunto dal comune di Massa Metallorum, allora battente moneta.
Il Codice inserito nello statuto del Comune di Massa Marittima (1311 – 1325) è, senz’altro, uno dei più antichi testi di questo genere in Europa.
Esso garantiva la libertà di ricerca estrattiva ed imponeva che ogni fase dell’attività produttiva fosse seguita da appositi magistrati comunali.
segue …>>
La mostra è organizzata dal Parco delle Colline Metallifere,
dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Grosseto.
dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Grosseto.
In esposizione anche il Master Plan del Parco e,
per la prima volta, il Codice Minerario Massetano
per la prima volta, il Codice Minerario Massetano
C O N L E F O T O D I B E R N A R D B A Y R I V I V O N O
I P A E S A G G I I N D U S T R I A L I D E L ‘ 9 0 0
di
ALESSANDRO BALDASSERINI
Organizzata dal Parco Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane, dalla Provincia di Grosseto e dalla Camera di Commercio, la mostra Paesaggi industriali del ‘900 in Toscana (Firenze, 5-31 marzo) è stata inaugurata lo scorso 5 marzo alle presso la Galleria dell’Accademia delle Arti del Disegno in via Ricasoli 68.
La rassegna – che a fine maggio verrà replicata a Charleroi, in Belgio, nel quadro delle manifestazioni per commemorare le tragedie minerarie di Marcinelle e Ribolla – è suddivisa in due sezioni: nella prima, ad essere protagoniste saranno 65 foto in b/n realizzate da Bernard Bay (Direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Tournai) dedicate a “Siderurgia e miniere nella Maremma Toscana”, che corredano il volume “Paesaggi industriali del ‘900” (Polistampa Editore) curato da Massimo Preite, che ripercorrono l’epopea mineraria del secolo scorso tra splendori e miserie, speranze e drammi attraverso l’atipico paesaggio toscano fortemente segnato dalla presenza dei pozzi estrattivi; nella seconda, saranno presentate le tavole del Master Plan del Parco delle Colline Metallifere, realizzato dai proff. Riccardo Francovich (Università di Siena) e Massimo Preite (Università di Firenze), nel quale si raffigurano le linee-guida di sviluppo futuro del territorio.
Ma, ad arricchire l’avvenimento, vi è stato un grande evento storico-culturale: l’esposizione al pubblico, in anteprima, del Codice Minerario Massetano – gelosamente custodito presso l’Archivio di Stato di Firenze -, la preziosa pergamena medievale risalente al 1294, che a fine marzo sarà trasferita a Massa Marittima in occasione della manifestazione “Di Terra e di Fuoco”.
Si tratta di uno dei primi documenti in Europa di regolamentazione dell’attività estrattiva e rappresenta la più significativa testimonianza dell’influente livello socio-economico raggiunto dal comune di Massa Metallorum, allora battente moneta.
Si tratta di uno dei primi documenti in Europa di regolamentazione dell’attività estrattiva e rappresenta la più significativa testimonianza dell’influente livello socio-economico raggiunto dal comune di Massa Metallorum, allora battente moneta.
Il Codice inserito nello statuto del Comune di Massa Marittima (1311 – 1325) è, senz’altro, uno dei più antichi testi di questo genere in Europa.
Esso garantiva la libertà di ricerca estrattiva ed imponeva che ogni fase dell’attività produttiva fosse seguita da appositi magistrati comunali.
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Alla cerimonia di inaugurazione, hanno partecipato autorità istituzionali ed accademiche.
Oltre al Presidente del Parco, Hubert Corsi, sono intervenuti – tra gli altri – il Direttore generale della Soprintendenza ai Beni Culturali della Toscana Mario Lolli Ghetti, il Presidente onorario del Ticcih (il Comitato internazionale per la conservazione dei siti di archeologia industriale) Louis Bergeron, gli assessori regionali Anna Rita Bramerini (Turismo) e Riccardo Conti (Assetto del Territorio), l’Assessore alla Cultura della Provincia di Grosseto Cinzia Tacconi e il Direttore dell’Archivio di Stato di Firenze Rosalia Manno Tollu.
Oltre al Presidente del Parco, Hubert Corsi, sono intervenuti – tra gli altri – il Direttore generale della Soprintendenza ai Beni Culturali della Toscana Mario Lolli Ghetti, il Presidente onorario del Ticcih (il Comitato internazionale per la conservazione dei siti di archeologia industriale) Louis Bergeron, gli assessori regionali Anna Rita Bramerini (Turismo) e Riccardo Conti (Assetto del Territorio), l’Assessore alla Cultura della Provincia di Grosseto Cinzia Tacconi e il Direttore dell’Archivio di Stato di Firenze Rosalia Manno Tollu.
La serata è proseguita poi con un ricevimento a base di prodotti tipici delle Colline Metallifere nel Chiostro dell’Accademia delle Belle Arti, che per la prima volta apriva i suoi portoni ad un evento conviviale.
Accademia delle Arti del Disegno – Firenze
BERNARD BAY
Bernard Bay è direttore dell’Académie des Beaux-Arts di Tournai. Nel 1982 ottiene il Premio dell’Asahi Shimbun du 42° Salone Internazionale di Fotografia del Giappone. Partecipa alle edizioni degli Archives de Wallonie con le esposizioni : Les Sidérurgistes (1984 et 1989), Le Roton, dernier Charbonnage de Wallonie (1985), L’Héritage des Gueules Noires (1994). Realizza campagne fotografiche nei più importanti bacini minerari europei che hanno dato luogo a numerose pubblicazioni: Mines et Mineurs de Sardaigne (1997), Archeologia industriale in Amiata (a cura di Massimo Preite, 2002), La route du charbon (documentario realizzato con Laurent Stine nel 2001 per la RTBF e FR3 Nord-Pas de Calais).
Fotografie di Bernard Bay figurano nelle collezioni della Fondazione André Renard di Liegi, nel Laboratorio Novecento di Torino, del Musée de l’Elysée di Losanna, dell’International Library of Photography della Houston Foto Fest (USA) e in altre collezioni private.
Fotografie di Bernard Bay figurano nelle collezioni della Fondazione André Renard di Liegi, nel Laboratorio Novecento di Torino, del Musée de l’Elysée di Losanna, dell’International Library of Photography della Houston Foto Fest (USA) e in altre collezioni private.
UNA PROPOSTA DI PERCORSO ATTRAVERSO LA MEMORIA
(Hubert Corsi) Ci sono cose, eventi che non lasciano traccia di sé e scompaiono dalla storia. Ci sono invece cose che rimangono visibili davanti agli occhi e alla memoria per troppo tempo; allora anch’esse rischiano di scomparire, come delle immagini sovraesposte alla luce e quindi sbiancate, rese evanescenti.
Ci sono cose che non esistono più, perché a un certo punto hanno smesso di servire, hanno esaurito il loro ruolo. Questo vale per un castello medievale diroccato come per una miniera abbandonata. Essi hanno perduto il loro senso originario per acquisirne un altro, di volta in volta diverso.
La miniera, luogo del lavoro e dell’economia, può trasformarsi in un’ingombrante maceria, oppure in un prezioso luogo della memoria.
Ma per riuscire a restituire una funzione alle cose estinte bisogna dar loro un nuovo senso, un significato, un motivo, una direzione, una chiave di lettura comprensibile e giustificata.
Questo è un Parco tematico ed in particolare un Parco nazionale minerario di nuova generazione, nato dalla collaborazione tra Enti Locali, Regione Toscana e Stato per sviluppare un territorio riscoprendo la sua dimensione immateriale, coniugando storia e natura, integrando l’offerta archeomineraria, quella ambientale e paesaggistica.
Un Parco minerario non è un prodotto turistico da usare, ma un prodotto culturale in grado di consentire un percorso di conoscenza del territorio. La nostra è una proposta di percorso attraverso la memoria, il presente, il futuro di un popolo e di una terra straordinaria. Buon viaggio.
Ci sono cose che non esistono più, perché a un certo punto hanno smesso di servire, hanno esaurito il loro ruolo. Questo vale per un castello medievale diroccato come per una miniera abbandonata. Essi hanno perduto il loro senso originario per acquisirne un altro, di volta in volta diverso.
La miniera, luogo del lavoro e dell’economia, può trasformarsi in un’ingombrante maceria, oppure in un prezioso luogo della memoria.
Ma per riuscire a restituire una funzione alle cose estinte bisogna dar loro un nuovo senso, un significato, un motivo, una direzione, una chiave di lettura comprensibile e giustificata.
Questo è un Parco tematico ed in particolare un Parco nazionale minerario di nuova generazione, nato dalla collaborazione tra Enti Locali, Regione Toscana e Stato per sviluppare un territorio riscoprendo la sua dimensione immateriale, coniugando storia e natura, integrando l’offerta archeomineraria, quella ambientale e paesaggistica.
Un Parco minerario non è un prodotto turistico da usare, ma un prodotto culturale in grado di consentire un percorso di conoscenza del territorio. La nostra è una proposta di percorso attraverso la memoria, il presente, il futuro di un popolo e di una terra straordinaria. Buon viaggio.