IL CASO DEL DELFINO ANDREA RIPROPONE LA NECESSITA’ DI AREE PROTETTE

(G.C.) – Il delfino Andrea, che gioca per ore ed ore con i subaquei senza aver paura delle bolle dei respiratori, a tre miglia marine a largo della spiaggia di Rimini, mentre continua ad attirare le attenzioni dei media, compresa la RAI, di studiosi ed appassionati, fa riemergere con forza la necessità di realizzare, nelle acque della costa romagnola, un Parco Marino o un sistema di aree protette tra loro collegate, di cui si parla da anni. A tal proposito registriamo l’intervento del Dott. Amos Cardinali, Presidente dell’Associazione Sub Rimini “Gian Neri”.

Intanto la cronaca ridimensiona le fantasie (comprese quelle di Oltrepensiero.it) a cui si sono lasciati andare i più romantici intorno ad Andrea. Gli esperti della Fondazione Cetacea di Riccione, dopo accurate osservazioni, non hanno dubbi: si tratta di un esemplare maschile e non femminile. Particolare doveroso da specificare anche se nulla toglie alla peculiare rarità, per la specie di  appartenenza, del suo comportamento.
GALLERIA  IMMAGINI  BY  FILIPPO  IONI   …>>>

ASSOCIAZIONE SUB RIMINI GIAN NERI

U  N     P  A  R  C  O     M  A  R  I  N  O     P  E  R     R  I  M  I  N  I

di   Amos Cardinali

DELFINO ANDREA - IL SALTO

Il gruppo di lavoro che si è costituito per sviluppare questo progetto, dopo alcuni mesi di lavoro e di discussione, è giunto alle seguenti conclusioni, condivise da tutti i partecipanti.
Esiste indubbiamente la necessità di creare un’area protetta nella zona di mare Adriatico antistante la Provincia di Rimini per le sotto elencate motivazioni:

Ø      limitare la pesca professionale per favorire il ripopolamento delle specie ittiche;
Ø      creare una filiera Turistica di Qualità legata alle immersioni;
Ø      creare una più completa “immagine” turistica per il mare riminese legata non solo a spiaggia e ombrelloni;
Ø      creare siti idonei ed appetibili per il turismo subacqueo;
Ø      promuovere una cultura ‘amica’ del Mare;
Ø      creare siti interessanti per le varie forme di pesca-turismo.

A tal proposito sarebbe opportuno prevedere un “sistema” di aree protette, idealmente collegate fra di loro, che possa comprendere ambienti diversificati (manufatti, relitti, scogliere), così da aumentare la biodiversità e l’interesse turistico.

Dal punto di vista normativo esistono solo due possibilità per limitare la pesca professionale: l’area marina protetta (AMP) e la zona di tutela biologica (ZTB); poiché il nostro mare non ha caratteristiche naturali tali da permettere la costituzione di una AMP, dovremo perseguire la strada della ZTB, che ha comunque bisogno di un decreto ministeriale per essere istituita.

Poiché nel mare riminese a causa dell’assenza di rilievi non esistono siti naturali interessanti, in quanto il fondale è completamente piatto e formato solo da substrati molli (fango e sabbia) che non permettono lo sviluppo di forme viventi “turisticamente” interessanti, vi è la necessità di posizionare sul fondo marino dei manufatti che fungano da “reef” artificiale.

segue …>>>

ETG RIMINI - LA7 ROMAGNA
da   E’TG RIMINI  –  LA7 ROMAGNA 

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YouTube

  THE OLTREPENSIERO.IT WEB TV 


(G.C.) – Il delfino Andrea, che gioca per ore ed ore con i subaquei senza aver paura delle bolle dei respiratori, a tre miglia marine a largo della spiaggia di Rimini, mentre continua ad attirare le attenzioni dei media, compresa la RAI, di studiosi ed appassionati, fa riemergere con forza la necessità di realizzare, nelle acque della costa romagnola, un Parco Marino o un sistema di aree protette tra loro collegate, di cui si parla da anni. A tal proposito registriamo l’intervento del Dott. Amos Cardinali, Presidente dell’Associazione Sub Rimini “Gian Neri”.

Intanto la cronaca ridimensiona le fantasie (comprese quelle di Oltrepensiero.it) a cui si sono lasciati andare i più romantici intorno ad Andrea. Gli esperti della Fondazione Cetacea di Riccione, dopo accurate osservazioni, non hanno dubbi: si tratta di un esemplare maschile e non femminile. Particolare doveroso da specificare anche se nulla toglie alla peculiare rarità, per la specie di  appartenenza, del suo comportamento.
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ASSOCIAZIONE SUB RIMINI GIAN NERI

U  N     P  A  R  C  O     M  A  R  I  N  O     P  E  R     R  I  M  I  N  I

di   Amos Cardinali

DELFINO ANDREA - IL SALTO

Il gruppo di lavoro che si è costituito per sviluppare questo progetto, dopo alcuni mesi di lavoro e di discussione, è giunto alle seguenti conclusioni, condivise da tutti i partecipanti.
Esiste indubbiamente la necessità di creare un’area protetta nella zona di mare Adriatico antistante la Provincia di Rimini per le sotto elencate motivazioni:

Ø      limitare la pesca professionale per favorire il ripopolamento delle specie ittiche;
Ø      creare una filiera Turistica di Qualità legata alle immersioni;
Ø      creare una più completa “immagine” turistica per il mare riminese legata non solo a spiaggia e ombrelloni;
Ø      creare siti idonei ed appetibili per il turismo subacqueo;
Ø      promuovere una cultura ‘amica’ del Mare;
Ø      creare siti interessanti per le varie forme di pesca-turismo.

A tal proposito sarebbe opportuno prevedere un “sistema” di aree protette, idealmente collegate fra di loro, che possa comprendere ambienti diversificati (manufatti, relitti, scogliere), così da aumentare la biodiversità e l’interesse turistico.

Dal punto di vista normativo esistono solo due possibilità per limitare la pesca professionale: l’area marina protetta (AMP) e la zona di tutela biologica (ZTB); poiché il nostro mare non ha caratteristiche naturali tali da permettere la costituzione di una AMP, dovremo perseguire la strada della ZTB, che ha comunque bisogno di un decreto ministeriale per essere istituita.

Poiché nel mare riminese a causa dell’assenza di rilievi non esistono siti naturali interessanti, in quanto il fondale è completamente piatto e formato solo da substrati molli (fango e sabbia) che non permettono lo sviluppo di forme viventi “turisticamente” interessanti, vi è la necessità di posizionare sul fondo marino dei manufatti che fungano da “reef” artificiale.

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Tali reef artificiali possono essere costituiti essenzialmente da:

Ø   
   manufatti in calcestruzzo, con varie forme geometriche;
Ø      manufatti in metallo, con varie forme geometriche;

Nella prima categoria sono comprese le piramidi formate da blocchi cubici di cemento, sovrapposti fra di loro, simili a quelle posizionate negli anni ’80 al largo di Miramare a circa 3 miglia dalla costa; le strutture formate da tralicci metallici anch’esse posizionate al largo di Miramare, inframmezzate alle piramidi; le strutture tipo “Tecnoreef” utilizzate nell’area di Casteldimezzo (in provincia di Pesaro) che oggi vanno per la maggiore e sono state recentemente impiegate in diverse esperienze volte al ripopolamento ed alla protezione di aree marine dalla pesca a strascico.

MAPPA PROVINCIA DI RIMINI

Tra i relitti possiamo invece annoverare gli scafi affondati ed i tralicci delle piattaforme dimesse, lasciate in loco o spostate in altra posizione dopo la loro dismissione, adeguatamente bonificate.

Tra i possiamo invece annoverare gli scafi affondati ed i tralicci delle piattaforme dimesse, lasciate in loco o spostate in altra posizione dopo la loro dismissione, adeguatamente bonificate.

Nella realizzazione di un “reef” artificiale idoneo per la pratica di immersioni di tipo turistico, occorre considerare che, date le peculiarità del nostro mare, sarebbero necessarie le seguenti condizioni:

Ø      posizionamento del reef su un fondale con profondità di almeno 20 metri e quindi distante circa 8 miglia dalla costa;
Ø      altezza del reef di almeno 5 – 6 metri; infatti altezze inferiori lascerebbero il reef in una zona di scarsa visibilità per la maggior parte dell’anno, vista la sospensione generalmente presente in prossimità del fondo.

Per fare in modo che la ZTB abbia anche una valenza dal punto di vista dell’immagine turistica e del pesca-turismo, oltre che una buona efficacia come ripopolamento ittico, occorre che essa abbia dimensioni significative (almeno 1 miglio marino quadrato).

Viste tutte queste premesse, il comitato ha formulato una serie di proposte che hanno lo scopo di costruire, nel tempo, un sistema di ZTB nel mare riminese, differenziate per profondità del fondale, distanza dalla costa e tipo di habitat, così da presentare la massima diversità possibile.
Le varie proposte possono anche essere sviluppate singolarmente, a seconda dei finanziamenti disponibili e delle necessarie autorizzazioni che occorrerà richiedere.
Tali proposte sono così riassumibili
  1. Riutilizzo dei manufatti già presenti nella zona, affondati negli anni passati; tale area potrebbe poi essere potenziata mediante affondamento di tralicci di piattaforme, così da intensificare le strutture presenti, oppure anche allargata mediante posizionamento di manufatti tipo Tecnoreef.
  2. Riutilizzo del relitto del peschereccio “Benvenuto” distante circa 6 miglia dalla costa, posizionato su un fondale di 15 metri; purtroppo il relitto si presenta già molto insabbiato, per cui sarebbe necessario che l’area venisse potenziata mediante affondamento di altri manufatti.
  3. Riutilizzo di piattaforme per l’estrazione del metano di prossima dismissione; opzione da valutare attentamente, poiché soggetta a molteplici problemi, dal logistico al legislativo.
  4. Posizionamento di manufatti in calcestruzzo (tipo piramidi, Tecnoreef o altro) alti almeno 6 metri su fondali profondi circa 20 metri.

Per quanto riguarda la proposta riportata nel punto 1, l’impatto economico iniziale sarebbe molto ridotto, in quanto il reef artificiale esiste già; si potrebbe quindi ipotizzare un’acquisizione della concessione da parte del Comune di Rimini che, in attesa di perfezionare l’iter per il riconoscimento come ZTB, potrebbe già destinarla agli scopi di cui sopra (subacquea e pesca-turismo), ovviamente regolamentandone gli accessi.

mikronet

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