I COLORI DELLA BIENNALE

\"\"

 …Il non finito di Ungapatchket …la semplicità di Aaron Betsky …la pioggia incessante …la voglia delle persone di esserci a tutti i costi …Greg Lynn e Frank O. Gehry che conversano amichevolmente.  Questa l’altra faccia della vernice dell’ 11. Mostra Internazionale di Architettura organizzata dalla Biennale di Venezia. Un simpatico ed avvincente viaggio dietro le quinte che il nostro inviato Claudia Domenicucci ci propone senza i filtri dell\’ufficialità tra curiosità, spigolature ed emozioni cogliendo i protagonisti del grande evento ed anche se stessa in tutta la loro e la propria spontaneità.

I   C O L O R I   D E L L A   B I E N N A L E

dal nostro inviato
Claudia Domenicucci

Eccoci qui…  L’ 11. Mostra Internazionale di Architettura ormai è nel pieno del suo svolgimento. Di parole per presentarla ne sono state spese forse troppe, l’abbiamo accompagnata passo passo fino alla cerimonia di premiazione e di apertura dello scorso 13 settembre. Conosciamo a memoria il titolo della mostra, le opere esposte e i nomi dei premiati; ma oltre questo? La premiazione, le persone ben vestite, le formalità da esplicare e le parole di circostanza, nascondono dietro una semplicità ed una naturalezza quasi sconvolgenti. Sono quelle situazioni che se non le vivi da vicino sembrano essere lontano dal tuo mondo anni luce; sono cose che si capiscono solo vivendo il prima di questi grandi eventi, poiché il presente di un evento è solo la parte finale di un lungo lavoro che lo precede, sia da parte delle istituzioni organizzative, sia degli architetti partecipanti, sia degli addetti ai lavori.

Io ho avuto la fortuna di vivere tutto questo e di respirarlo a pieni polmoni.

segue … >>>


\"\"

 …Il non finito di Ungapatchket …la semplicità di Aaron Betsky …la pioggia incessante …la voglia delle persone di esserci a tutti i costi …Greg Lynn e Frank O. Gehry che conversano amichevolmente.  Questa l’altra faccia della vernice dell’ 11. Mostra Internazionale di Architettura organizzata dalla Biennale di Venezia. Un simpatico ed avvincente viaggio dietro le quinte che il nostro inviato Claudia Domenicucci ci propone senza i filtri dell\’ufficialità tra curiosità, spigolature ed emozioni cogliendo i protagonisti del grande evento ed anche se stessa in tutta la loro e la propria spontaneità.

I   C O L O R I   D E L L A   B I E N N A L E

dal nostro inviato
Claudia Domenicucci

Eccoci qui…  L’ 11. Mostra Internazionale di Architettura ormai è nel pieno del suo svolgimento. Di parole per presentarla ne sono state spese forse troppe, l’abbiamo accompagnata passo passo fino alla cerimonia di premiazione e di apertura dello scorso 13 settembre. Conosciamo a memoria il titolo della mostra, le opere esposte e i nomi dei premiati; ma oltre questo? La premiazione, le persone ben vestite, le formalità da esplicare e le parole di circostanza, nascondono dietro una semplicità ed una naturalezza quasi sconvolgenti. Sono quelle situazioni che se non le vivi da vicino sembrano essere lontano dal tuo mondo anni luce; sono cose che si capiscono solo vivendo il prima di questi grandi eventi, poiché il presente di un evento è solo la parte finale di un lungo lavoro che lo precede, sia da parte delle istituzioni organizzative, sia degli architetti partecipanti, sia degli addetti ai lavori.

Io ho avuto la fortuna di vivere tutto questo e di respirarlo a pieni polmoni.

segue … >>>

 

Nei miei articoli precedenti ho cercato di presentare la mostra nel miglior modo possibile, documentando il tutto con descrizioni e foto. Adesso, a conclusione di questa mia avventura, ho deciso di farvi fare un ultimo giro per le sedi espositive dei Giardini e dell’Arsenale, alla ricerca di quelle situazioni più naturali e spontanee, che hanno dato all’ultimo giorno della vernice quel giusto colore che lo ha reso, almeno ai miei occhi, più vivo e umano, andando oltre la superficie dei grandi numeri, delle grandi opere, dei grandi personaggi, e dell’ indubbia grande architettura.\"\"\"\"
La prima sorpresa l’ho avuta nella quarta sala delle Corderie, occupata da Ungapatchket, l’ installazione presentata da Frank O. Gehry; una delle più imponenti dell’Arsenale, che a poche ore dall’ apertura della mostra ancora era in costruzione. Ponteggi, operai, attrezzi e tanta creta, hanno trasformato la sala in un cantiere e dato all’opera una veste meno aulica, più naturale. Una situazione inattesa e curiosa, che ha dato alle persone presenti la possibilità di assistere in tempo reale all’evoluzione dell’opera.

Arrivata al Padiglione Italia, ai Giardini, tra la folla accorsa numerosa per assistere alla cerimonia di premiazione (tenutasi alla fine nel Teatro Piccolo Arsenale), si aggirava un simpatico Aaron Betsky, il direttore della mostra, intento a scherzare con gli architetti presenti, a giocare con le opere e ad illustrare i progetti in esposizione ad un privilegiato gruppo di persone.

 

\"\"

Continuando a ripercorrere quel giorno attraverso i ricordi, come non menzionare le persone che dalle ore 15.00, nonostante la pioggia ininterrotta, senzaperdersi d’animo, si sono posizionate davanti al Teatro Piccolo Arsenale, in attesa di poter entrare per assistere alla cerimonia di premiazione \"\"che sarebbe iniziata solo 2 ore più tardi.

Per non parlare degli addetti ai lavori, che in tempi record hanno posto rimedio (almeno in parte) all’emergenza pioggia e alla ristrettezza dei posti disponibili all’interno, con l’ allestimento di due gazebi e altrettanti schermi, per poter assistere all’evento anche dall’esterno.

Una volta dentro, anche se bagnati dalla testa ai piedi, è stato inevitabile cogliere anche dietro la formalità della cerimonia di premiazione, il calore di momenti più spontanei. Come quando, dopo la premiazione, Greg Lynn,\"\" il vincitore del Leone d’oro per il miglior progetto, \"\"si è fatto fotografare con la sua famiglia, alla quale poco prima aveva dedicato il premio. Poi di nuovo Lynn, che parla e scherza con Frank O. Gehry, suo caro amico (come spiega lo stesso Lynn, durante il suo discorso di ringraziamento); due conoscenti che si ritrovano a parlare del più e del meno…tenendo in mano due Leoni d’oro!

   

Ed infine lui… Frank O. Gehry l’uomo del Leone d’oro alla carriera, l’uomo per il quale è iniziata questa mia avventura a Venezia.

Ottant’anni il prossimo febbraio e una carriera di cinquant’anni alle spalle. Gehry si è presentato alla cerimonia di premiazione vestito nel suo solito completo nero, accompagnato dalla moglie Berta e da un gruppo di suoi collaboratori. Mentre era sul palco ha giocato con i fotografi, e a cerimonia conclusa è sceso in platea per esaudire alcune delle numerose richieste di foto ed interviste, da parte di chi, come me, sperava solo in un suo cenno. Io ci sono riuscita; è bastato dirgli un Frank please per ricevere un suo sorriso ed avere una foto insieme a ricordo di quel momento.\"\"\"\"

  

       

Ora il quadro è completo; il mio lavoro per l’11 Mostra Internazionale di Architettura è veramente finito.

Agli appassionati del settore spero di aver dato spiegazioni esaurienti; a chi si è trovato a scorrere queste pagine per caso, spero di aver suscitato un po’ di curiosità verso questo splendido mondo; a tutti, indistintamente, spero di aver trasmesso almeno un po’ della passione e delle tante emozioni che mi hanno accompagnato durante questo cammino, dal primo articolo scritto lo scorso 13 luglio fino alle ore 17.00 de\"\"l 13 settembre, quando uno dei miei sogni più grandi è uscito dal cassetto in cui era chiuso da 10 anni,  per diventare realtà: poter ringraziare l’uomo che con il suo lavoro mi ha regalato emozioni uniche. Grazie a tutti voi per aver sopportato spesso, se non sempre, la mia poca imparzialità durante la descrizione dei personaggi e delle opere esposte; grazie a Oltrepensiero per l’opportunità ed il sostegno dati; infine, un grande grazie va ad un caro amico, senza il quale questo mio sogno… forse, sarebbe rimasto ancora ben chiuso in quel cassetto.

\"\" 

PHOTO GALLERY … >>>

mikronet

Lascia un commento