I FIGLI SO' FIGLI

« Filumena Marturano è una commedia sociale – dichiarò Eduardo De Filippo vuole essere la riabilitazione di una categoria di donne, vuole essere un grido di ribellione in questo mondo sconvolto e turbinoso che ci ha lasciato la guerra »

FILUMENA   MARTURANO   AL   TEATRO   ARGENTINA

di Claudia Benedetto

Filumena Marturano - Teatro Argentina - Roma

A Roma, al Teatro Argentina, andrà in scena fino al 16 novembre Filumena Marturano, commedia in tre atti che Eduardo De Filippo scrisse nel 1946 per la sorella Titina. Racconta l’attore: «L’idea di Filumena Marturano mi nacque alla lettura di una notizia; una donna a Napoli, che conviveva con un uomo senza esserne la moglie, era riuscita a farsi sposare soltanto fingendosi moribonda. Questo era il fatterello piccante, ma minuscolo; da esso trassi la vicenda ben più vasta e patetica di Filumena, la più cara delle mie creature».
De Filippo portò in scena uno dei problemi più dibattuti a quel tempo: i diritti dei figli illegittimi. Un anno dopo il 23 aprile 1947 l’Assemblea costituente sancì l’obbligo per i genitori di mantenere, educare e provvedere all’istruzione dei figli nati fuori dal matrimonio e nel 1955 verrà, inoltre, approvata la legge che abolirà l’uso dell’espressione figlio di N.N.

Filumena Marturano - Teatro Argentina - Roma

Protagonista omonima dell’opera è Filumena Marturano un tempo prostituta, poi amante e mantenuta del borghese e benestante Domenico Soriano. Per venticinque anni ha vissuto nella sua casa amministrandola come una vera e propria moglie mentre Domenico le affiancava altre, e più giovani, relazioni. Per poter diventare la signora Soriano inventa uno stratagemma: riesce a sposarsi in articulo mortis, cioè fingendosi in punto morte. Una volta scoperta la verità Domenico si rivolge ad un avvocato che non può che ammettere l’invalidità del matrimonio perché contratto con l’inganno. A questo punto Filumena sfoga tutto il suo disprezzo per una vita dissoluta e ingrata confessando di avere tre figli: Riccardo, Umberto e Michele. I ragazzi non sanno che Filumena è la loro madre e li ha aiutati nella crescita sottraendo ogni tanto piccole quantità di denaro a Domenico, il quale è ancora più sconvolto alla notizia che uno dei tre è suo figlio. In un primo momento non vuole crederci ma Filomena gli mostra una banconota da 100 lire, prezzo di una delle tante notti passate insieme, su un angolo della quale ha segnato la data del Filumena Marturano - Teatro Argentina - Romaconcepimento. Domenico alla fine acconsentirà a sposarla ma è deciso a sapere la verità su suo figlio. Filumena si mostra ostinata, perseverante e determinata nel volere realizzare il sogno di una vita: una famiglia. E’ irremovibile e non gli dirà mai la verità perché sa che l’amore esclusivo per uno solo di loro scatenerebbe una guerra tra i fratelli e perché i figli so’ figli”. Finalmente Filumena diverrà la signora Soriano e potrà dare sfogo alle lacrime trattenute per una intera vita confessando a Domenico: «Dummì, sto chiagnenno… Quant’è bello a chiàgnere!»

Filumena Marturano vide la sua prima rappresentazione il 7 novembre del 1946 con la Compagnia “Il Teatro di Eduardo con Titina De Filippo”, con grande successo personale di Titina.  
La commedia è l’opera maggiormente rappresentata del teatro di Eduardo ed ebbe anche due versioni cinematografiche ed una televisiva.
La prima del 1951, con la regia dello stesso De Filippo; la seconda è quella di Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica (1964) con Sofia Loren e Marcello Mastroianni.
La versione televisiva venne trasmessa dalla Rai il 5 febbraio 1962 con la memorabile interpretazione di Regina Bianchi nel ruolo della protagonista.

segue … >>>

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FILUMENA   MARTURANO   AL   TEATRO   ARGENTINA

di Claudia Benedetto

Filumena Marturano - Teatro Argentina - Roma

A Roma, al Teatro Argentina, andrà in scena fino al 16 novembre Filumena Marturano, commedia in tre atti che Eduardo De Filippo scrisse nel 1946 per la sorella Titina. Racconta l’attore: «L’idea di Filumena Marturano mi nacque alla lettura di una notizia; una donna a Napoli, che conviveva con un uomo senza esserne la moglie, era riuscita a farsi sposare soltanto fingendosi moribonda. Questo era il fatterello piccante, ma minuscolo; da esso trassi la vicenda ben più vasta e patetica di Filumena, la più cara delle mie creature».
De Filippo portò in scena uno dei problemi più dibattuti a quel tempo: i diritti dei figli illegittimi. Un anno dopo il 23 aprile 1947 l’Assemblea costituente sancì l’obbligo per i genitori di mantenere, educare e provvedere all’istruzione dei figli nati fuori dal matrimonio e nel 1955 verrà, inoltre, approvata la legge che abolirà l’uso dell’espressione figlio di N.N.

Filumena Marturano - Teatro Argentina - Roma

Protagonista omonima dell’opera è Filumena Marturano un tempo prostituta, poi amante e mantenuta del borghese e benestante Domenico Soriano. Per venticinque anni ha vissuto nella sua casa amministrandola come una vera e propria moglie mentre Domenico le affiancava altre, e più giovani, relazioni. Per poter diventare la signora Soriano inventa uno stratagemma: riesce a sposarsi in articulo mortis, cioè fingendosi in punto morte. Una volta scoperta la verità Domenico si rivolge ad un avvocato che non può che ammettere l’invalidità del matrimonio perché contratto con l’inganno. A questo punto Filumena sfoga tutto il suo disprezzo per una vita dissoluta e ingrata confessando di avere tre figli: Riccardo, Umberto e Michele. I ragazzi non sanno che Filumena è la loro madre e li ha aiutati nella crescita sottraendo ogni tanto piccole quantità di denaro a Domenico, il quale è ancora più sconvolto alla notizia che uno dei tre è suo figlio. In un primo momento non vuole crederci ma Filomena gli mostra una banconota da 100 lire, prezzo di una delle tante notti passate insieme, su un angolo della quale ha segnato la data del Filumena Marturano - Teatro Argentina - Romaconcepimento. Domenico alla fine acconsentirà a sposarla ma è deciso a sapere la verità su suo figlio. Filumena si mostra ostinata, perseverante e determinata nel volere realizzare il sogno di una vita: una famiglia. E’ irremovibile e non gli dirà mai la verità perché sa che l’amore esclusivo per uno solo di loro scatenerebbe una guerra tra i fratelli e perché i figli so’ figli”. Finalmente Filumena diverrà la signora Soriano e potrà dare sfogo alle lacrime trattenute per una intera vita confessando a Domenico: «Dummì, sto chiagnenno… Quant’è bello a chiàgnere!»

Filumena Marturano vide la sua prima rappresentazione il 7 novembre del 1946 con la Compagnia “Il Teatro di Eduardo con Titina De Filippo”, con grande successo personale di Titina.  
La commedia è l’opera maggiormente rappresentata del teatro di Eduardo ed ebbe anche due versioni cinematografiche ed una televisiva.
La prima del 1951, con la regia dello stesso De Filippo; la seconda è quella di Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica (1964) con Sofia Loren e Marcello Mastroianni.
La versione televisiva venne trasmessa dalla Rai il 5 febbraio 1962 con la memorabile interpretazione di Regina Bianchi nel ruolo della protagonista.

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Regia
Francesco Rosi

Cast
Lina Sastri, Luca De Filippo, Nicola Di Pinto, Antonella Morea,
Giuseppe Rispoli, Gioia Miale, Daniele Russo, Antonio D’Avino,
Chiara De Crescenzo, Carmine Borrino, Silvia Maino

Scene
Enrico Job
 
Costumi
Cristiana Lafayette

Luci
Stefano Stacchini

Teatro Argentina
Roma  –  Via di Torre Argentina n° 52

Informazioni
tel. 066875445 oppure www.teatrodiroma.net

Orari spettacolo
martedì, mercoledì, venerdì, sabato ore 21:00
giovedì, domenica ore 17:00

 lunedì riposo
Filumena Marturano - Teatro Argentina - Roma 

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