UN AUGURIO SINCERO PER UN NATALE OLTREPENSIERO

\"Nuovo

L’occhio attento alle nuove economie, alle nuove politiche, ai nuovi pensieri.

Ogni mattina nasciamo un’altra volta.
Ciò che facciamo oggi è ciò che conta davvero.

Nuovomondo vuole essere  un’osservatorio, una lente di ingrandimento, una postazione d’avanguardia dove scorgere ogni giorno i semi del cambiamento e del rinnovamento economico, politico e culturale.  Uno spazio aperto dove ospitare i fermenti positivi del nostro mondo, ma anche un pit-stop per riflettere e pensare e guardare con occhi nuovi alla realtà che ci circonda.
Sarebbe bello soltanto provare l’ebbrezza del gusto delle piccole cose, dei gesti semplici, delle parole ricche di significato, dell’abbraccio accogliente e sincero, abolendo la pratica malsana degli auguri forzati o della solidarietà da mercatino . . .
 
  

N A T A L E   D I   S E C O N D A   M A N O

( liberamente tratto dal titolo di una canzone di Francesco De Gregori )
 
 
 

\"\"Mancano pochi giorni a Natale. Il rituale folkloristico di ogni anno è già nella sua fase di pieno sviluppo. L’orgia festaiola è interrotta qua e là da qualche notizia sulla probabile flessione dei consumi dovuti alla crisi economica.
Niente d’allarmante in ogni caso. La soglia minima di regali è garantita. Si risparmia su tutto, ma non sul Natale.
Le televisioni entrano in pieno corto circuito. Cori di bambini ebbri di gioia, si rincorrono tra i vari canali per sponsorizzare il panettone o il profumo di turno.
Le città, come abili camaleonti, si trasformano in una pista da ballo infestata da luci psichedeliche. Pazienza se non ci sono i soldi per la “mondezza” o per riparare le strade, i sindaci assicurano l’arrivo d’alberi D.O.C. dalla Scandinavia e di angioletti dal sorriso conturbante che svolazzano sopra i viali.
Non parliamo poi del moltiplicarsi della stucchevole “bontà” d’occasione. Si parte con la maratona di Telethon, che s’inserisce tra l’inutile e scandalosa intervista a qualche reduce di Isola Famosa e l’ennesimo noioso siparietto del politico o del tele- parolaio di turno.
Non si riuscirà mai a capire come un’iniziativa di grande utilità, come quella di sostenere la ricerca per battere il flagello delle malattie genetiche, possa confondersi con le insulsaggini della Tv deficiente (nel senso etimologico: cioè gravemente carente di ogni contenuto).
Si passa poi alla beneficenza aristocratica di qualche club di finti nobili che dispensano aiuti economici ai poveri di turno come addobbo natalizio per la coscienza.     
\"\"Il mondo cattolico-barocco si spertica in raccolte di viveri o giocattoli per consentire anche a chi non se lo può permettere un Natale di livello. Con l’assicurazione che i bisognosi restino chiusi nelle loro case e non disturbino i baccanali in corso.
Da questa panoramica iniziale anche una persona poco attenta comprende come il quadro che ogni anno si presenta sotto i nostri occhi è sideralmente lontano, se non in aperto contrasto, con la notte di Betlemme. 
A questo punto non voglio aprire nessun discorso complicato di fede.
Parlo invece del Natale come fatto storico e non come epifania divina o rivelazione dall’alto.
L’evento che si è verificato circa 2000 anni fa, c’interpella tutti, al di là dai nostri orientamenti culturali, politici, religiosi.
Parlo, infatti, del mistero che si nasconde nelle piccole cose.
Il mistero è una realtà che riguarda ogni uomo. Chi non si confronta con il mistero, non si confronta con se stesso e con il mondo che gli sta intorno.
Possiamo allora leggere l’evento del Natale, al di là d’ogni dogma, come la sfida della piccolezza.

 

segue … >>>
 


\"Nuovo

L’occhio attento alle nuove economie, alle nuove politiche, ai nuovi pensieri.

Ogni mattina nasciamo un’altra volta.
Ciò che facciamo oggi è ciò che conta davvero.

Nuovomondo vuole essere  un’osservatorio, una lente di ingrandimento, una postazione d’avanguardia dove scorgere ogni giorno i semi del cambiamento e del rinnovamento economico, politico e culturale.  Uno spazio aperto dove ospitare i fermenti positivi del nostro mondo, ma anche un pit-stop per riflettere e pensare e guardare con occhi nuovi alla realtà che ci circonda.
Sarebbe bello soltanto provare l’ebbrezza del gusto delle piccole cose, dei gesti semplici, delle parole ricche di significato, dell’abbraccio accogliente e sincero, abolendo la pratica malsana degli auguri forzati o della solidarietà da mercatino . . .
 
  

N A T A L E   D I   S E C O N D A   M A N O

( liberamente tratto dal titolo di una canzone di Francesco De Gregori )
 
 
 

\"\"Mancano pochi giorni a Natale. Il rituale folkloristico di ogni anno è già nella sua fase di pieno sviluppo. L’orgia festaiola è interrotta qua e là da qualche notizia sulla probabile flessione dei consumi dovuti alla crisi economica.
Niente d’allarmante in ogni caso. La soglia minima di regali è garantita. Si risparmia su tutto, ma non sul Natale.
Le televisioni entrano in pieno corto circuito. Cori di bambini ebbri di gioia, si rincorrono tra i vari canali per sponsorizzare il panettone o il profumo di turno.
Le città, come abili camaleonti, si trasformano in una pista da ballo infestata da luci psichedeliche. Pazienza se non ci sono i soldi per la “mondezza” o per riparare le strade, i sindaci assicurano l’arrivo d’alberi D.O.C. dalla Scandinavia e di angioletti dal sorriso conturbante che svolazzano sopra i viali.
Non parliamo poi del moltiplicarsi della stucchevole “bontà” d’occasione. Si parte con la maratona di Telethon, che s’inserisce tra l’inutile e scandalosa intervista a qualche reduce di Isola Famosa e l’ennesimo noioso siparietto del politico o del tele- parolaio di turno.
Non si riuscirà mai a capire come un’iniziativa di grande utilità, come quella di sostenere la ricerca per battere il flagello delle malattie genetiche, possa confondersi con le insulsaggini della Tv deficiente (nel senso etimologico: cioè gravemente carente di ogni contenuto).
Si passa poi alla beneficenza aristocratica di qualche club di finti nobili che dispensano aiuti economici ai poveri di turno come addobbo natalizio per la coscienza.     
\"\"Il mondo cattolico-barocco si spertica in raccolte di viveri o giocattoli per consentire anche a chi non se lo può permettere un Natale di livello. Con l’assicurazione che i bisognosi restino chiusi nelle loro case e non disturbino i baccanali in corso.
Da questa panoramica iniziale anche una persona poco attenta comprende come il quadro che ogni anno si presenta sotto i nostri occhi è sideralmente lontano, se non in aperto contrasto, con la notte di Betlemme. 
A questo punto non voglio aprire nessun discorso complicato di fede.
Parlo invece del Natale come fatto storico e non come epifania divina o rivelazione dall’alto.
L’evento che si è verificato circa 2000 anni fa, c’interpella tutti, al di là dai nostri orientamenti culturali, politici, religiosi.
Parlo, infatti, del mistero che si nasconde nelle piccole cose.
Il mistero è una realtà che riguarda ogni uomo. Chi non si confronta con il mistero, non si confronta con se stesso e con il mondo che gli sta intorno.
Possiamo allora leggere l’evento del Natale, al di là d’ogni dogma, come la sfida della piccolezza.

 

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\"\"Le nostre società sono sempre più ingigantite da bisogni insaziabili. Noi tutti siamo divorati da meccanismi che non riusciamo a controllare. Siamo dominati da una serie di “alter ego” che ci allontanano dal centro profondo del nostro essere.
Avremmo bisogno allora di un’oculata cura dimagrante e il Natale dovrebbe essere uno stimolo a questo percorso.
Nella martoriata terra di Palestina due millenni fa, alcune persone di poco conto, forse anche ladri (i nostri commoventi pastorelli del presepe), andarono dietro ad un sogno.  Per un istante credettero che un bambino più disgraziato di loro potesse fornirgli una chiave per risolvere i loro problemi.
Non pensarono di vincere al super-enalotto o di fare il colpo del secolo. Si fidarono del mistero rinchiuso dentro la loro condizione di piccolezza.
A questo punto la nostra storia s’interrompe, perché non voglio parlare di questioni teologiche di cui non sono competente.
Continuo invece a pensare al nostro Natale d’oggi.
Il recente rapporto FAO ha stimato che, entro la fine di quest’anno, il numero di affamati nel mondo sfiorerà il miliardo.
Nuovomondo è una rubrica nata per mettere in luce le correnti di cambiamento presenti nel mondo che ci circonda e non vuole nemmeno in quest’occasione tradire la sua vocazione.
Non possiamo in ogni caso tacere questo scandalo che ancora oggi pesa sulla coscienza di ognuno di noi.
La chiave per la soluzione dei problemi è in mano sicuramente alla politica. Solo in sede politica si possono attivare quelle manovre macro-economiche che possono far risollevare il Sud del Mondo.
Noi dobbiamo però fare la nostra parte di cittadini responsabili, accompagnando dal basso i processi avviati dall’alto, e denunciando a viso aperto i politici inadempimenti.

\"\"Nuovomomdo consiglia di cominciare dal Natale.

Raccomanda per queste feste una dura obiezione di coscienza su diversi fronti festaioli. Non si tratta chiaramente di avventurarci in digiuni pannelliani o in pratiche puritane d’abolizione del piacere.

Sarebbe bello soltanto provare l’ebbrezza del gusto delle piccole cose,  dei gesti semplici,  delle parole ricche di significato,  dell’abbraccio accogliente e sincero,  abolendo la pratica malsana degli auguri forzati o della solidarietà da mercatino.

Se riusciremo a cambiare la solita agenda della festa comandata, forse saremo più audaci su fronti maggiormente impegnativi.

Si tratta di diventare sanamente eretici. A meno di non accontentarsi, come canta De Gregori in una sua canzone, del solito Natale di seconda mano.

mikronet

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