LE ULTIME SFILATE DI ALTAROMALTAMODA
A chiudere la minikermesse romana così piena di polemiche, contestazioni e veleni distribuiti col sorriso sulle labbra, Renato Balestra, uno dei più amati e appassionati creatori che hanno contribuito a far conoscere lo stile italiano nel mondo, con la sua attesissima sfilata all’insegna dell’ottimismo.
« Fasciarsi la testa per la crisi e piangersi addosso non serve a niente» afferma lo stilista, « a Roma siamo alla frutta e se non ci si pone subito rimedio, la manifestazione è a rischio ».
« Fasciarsi la testa per la crisi e piangersi addosso non serve a niente» afferma lo stilista, « a Roma siamo alla frutta e se non ci si pone subito rimedio, la manifestazione è a rischio ».
L’ALTA MODA E’ GIA’ CULTURA
di Mariangiola Castrovilli
I quattro giorni di Altaroma, proseguono con Show case and more, comes’intitola l’interessante e diverso spettacolo composito dove Saverio Palatella ha fatto sfilare 20 capi rarefatti, tutti rigorosamente di cachemire e tutti bianchi perché “il bianco è purezza, candore, vuoto” come spiega lui stesso, mentre gli allievi dell’Accademia di Danza di Roma ballano al ritmo del sound elettronico-acustico di Alberto Fabbris. Il processo che permette alle sue candide maglie di essere in un unico pezzo, assolutamente prive di cuciture, si chiama Wholegarment, ed è uno dei più importanti contributi tecnologici nel campo della maglieria.
Al teatro Capranica, fuori calendario c’è Patty Pravo che al termine dell’applaudita sfilata, tutta un inno alla pace di Jamal Taslaq, sale sulla passerella ad abbracciare lo stilista palestinese che la vestirà a San Remo. La donna di Taslaq ultrafemminile ed elegante, indossa abiti ricamati e tempestati di pietre preziose, ispirati a Petra. Giovanna Furlanetto, giovane e dinamica imprenditrice di Furla è pronta a scommettere sui giovani creativi con il nuovo progetto Talent Hub, puntando su innovativi come Nicole Brundage, Courtney Crowford, il siberiano Max Kibardin ed i nostri Stefano Betterelli e le sorelle Lisa ed Alice Ferrari.
Bella e nuova la sfilata di Carlo Contrada per Nathu, per concezioni stilistiche e l’uso di materiali creati nel rispetto dell’ambiente e con il riciclo. In una collezione godibile, portabilissima e non solo indicazione da passerella, Contrada rilegge, sintetizzandolo, il guardaroba femminile con una diversa visione di forma e volumi. Asimmetrici top, con rouche e maniche a chimono, tagli innovativi per i pantaloni a vita alta e per gonne scivolate che regalano a tutte una svelta silhouette verticale. Bello anche il dettaglio couture di una grossa fettuccia di gros-grain a trattenere rouche e pieghe in posizioni strategiche.
E siamo ormai alle ultimissime ore di questa minikermesse della couture con Lorenzo Riva, compito gentiluomo dell’Alta moda, che ha mandato in passerella una collezione sofisticata e lussuosissima pensata con in mente Angelina Jolie, all’insegna di teneri colori pastello ed enormi, fascinosi cappelli a tesa larga. E mentre i motivi floreali e la rosa diventano il tema dominante le giacchine sono corte, e le svelte gonne che accarezzano i fianchi appena sotto il ginocchio. C’è anche Miss Italia, Miriam Leone a sfilare da vera dea per lui. Come sempre provocatore Riva ridimensiona il ruolo dei giovani, « teniamoli in cantina », ha detto, « e solo quando avranno fatto la loro bella gavetta, mettiamoli in passerella. Non hanno umiltà, in tanti credono di essere già arrivati e poi si bruciano nel giro di una stagione ».
Al Museo Boncompagni Ludovisi abbiamo ammirato poi venticinque abiti scultura realizzati nella migliore tradizione delle tele sartoriali, vero fiore all’occhiello dell’Accademia Koefia per valorizzare e raccontare il lato progettuale e creativo della moda nell’interessante mostra intitolata Sottopuntidarte-Sculture in tela.
Abed Mahfouz con citazioni colte, rende omaggio alla Carta Marmorizzata, l’antica tecnica di decorazione giapponese arrivata in Europa alla fine del 500. Ecco allora tutto un trionfo di pitture su stoffe, perle, ricami, piume e scintillanti Swaroswsky sugli abiti-arabesque nelle nuance rosa cipria, colore vedette illuminato però da gialli, blu e corallo. La sera poi rende la sua donna semplicemente irresistibile.
segue … >>>
A chiudere la minikermesse romana così piena di polemiche, contestazioni e veleni distribuiti col sorriso sulle labbra, Renato Balestra, uno dei più amati e appassionati creatori che hanno contribuito a far conoscere lo stile italiano nel mondo, con la sua attesissima sfilata all’insegna dell’ottimismo.
« Fasciarsi la testa per la crisi e piangersi addosso non serve a niente» afferma lo stilista, « a Roma siamo alla frutta e se non ci si pone subito rimedio, la manifestazione è a rischio ».
« Fasciarsi la testa per la crisi e piangersi addosso non serve a niente» afferma lo stilista, « a Roma siamo alla frutta e se non ci si pone subito rimedio, la manifestazione è a rischio ».
L’ALTA MODA E’ GIA’ CULTURA
di Mariangiola Castrovilli
I quattro giorni di Altaroma, proseguono con Show case and more, comes’intitola l’interessante e diverso spettacolo composito dove Saverio Palatella ha fatto sfilare 20 capi rarefatti, tutti rigorosamente di cachemire e tutti bianchi perché “il bianco è purezza, candore, vuoto” come spiega lui stesso, mentre gli allievi dell’Accademia di Danza di Roma ballano al ritmo del sound elettronico-acustico di Alberto Fabbris. Il processo che permette alle sue candide maglie di essere in un unico pezzo, assolutamente prive di cuciture, si chiama Wholegarment, ed è uno dei più importanti contributi tecnologici nel campo della maglieria.
Al teatro Capranica, fuori calendario c’è Patty Pravo che al termine dell’applaudita sfilata, tutta un inno alla pace di Jamal Taslaq, sale sulla passerella ad abbracciare lo stilista palestinese che la vestirà a San Remo. La donna di Taslaq ultrafemminile ed elegante, indossa abiti ricamati e tempestati di pietre preziose, ispirati a Petra. Giovanna Furlanetto, giovane e dinamica imprenditrice di Furla è pronta a scommettere sui giovani creativi con il nuovo progetto Talent Hub, puntando su innovativi come Nicole Brundage, Courtney Crowford, il siberiano Max Kibardin ed i nostri Stefano Betterelli e le sorelle Lisa ed Alice Ferrari.
Bella e nuova la sfilata di Carlo Contrada per Nathu, per concezioni stilistiche e l’uso di materiali creati nel rispetto dell’ambiente e con il riciclo. In una collezione godibile, portabilissima e non solo indicazione da passerella, Contrada rilegge, sintetizzandolo, il guardaroba femminile con una diversa visione di forma e volumi. Asimmetrici top, con rouche e maniche a chimono, tagli innovativi per i pantaloni a vita alta e per gonne scivolate che regalano a tutte una svelta silhouette verticale. Bello anche il dettaglio couture di una grossa fettuccia di gros-grain a trattenere rouche e pieghe in posizioni strategiche.
E siamo ormai alle ultimissime ore di questa minikermesse della couture con Lorenzo Riva, compito gentiluomo dell’Alta moda, che ha mandato in passerella una collezione sofisticata e lussuosissima pensata con in mente Angelina Jolie, all’insegna di teneri colori pastello ed enormi, fascinosi cappelli a tesa larga. E mentre i motivi floreali e la rosa diventano il tema dominante le giacchine sono corte, e le svelte gonne che accarezzano i fianchi appena sotto il ginocchio. C’è anche Miss Italia, Miriam Leone a sfilare da vera dea per lui. Come sempre provocatore Riva ridimensiona il ruolo dei giovani, « teniamoli in cantina », ha detto, « e solo quando avranno fatto la loro bella gavetta, mettiamoli in passerella. Non hanno umiltà, in tanti credono di essere già arrivati e poi si bruciano nel giro di una stagione ».
Al Museo Boncompagni Ludovisi abbiamo ammirato poi venticinque abiti scultura realizzati nella migliore tradizione delle tele sartoriali, vero fiore all’occhiello dell’Accademia Koefia per valorizzare e raccontare il lato progettuale e creativo della moda nell’interessante mostra intitolata Sottopuntidarte-Sculture in tela.
Abed Mahfouz con citazioni colte, rende omaggio alla Carta Marmorizzata, l’antica tecnica di decorazione giapponese arrivata in Europa alla fine del 500. Ecco allora tutto un trionfo di pitture su stoffe, perle, ricami, piume e scintillanti Swaroswsky sugli abiti-arabesque nelle nuance rosa cipria, colore vedette illuminato però da gialli, blu e corallo. La sera poi rende la sua donna semplicemente irresistibile.
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40 chili di bellezza da sogno per il vestito da sposa del libanese Tony Ward che ti fa desiderare di dire si a qualcuno pur di indossarlo, tutto un’incrostazione di splendide luminosissime perle veree cristalli, mentre per gli altri, dai tailleur all’abito patchwork, esguito con tremiladuecento intarsi, non c’è bisogno di anelli per …sognare. Bella anche la collezione presentata fuori calendario dal siriano Rami Al Ali stilista molto apprezzato dalle signore del Golfo che ha presento una romantica passerella dai sapori orientali per bellezza di tessuti e ricami, ma di gusto europeo per i sapienti tagli sartoriali.
A chiudere la minikermesse romana così piena di polemiche, contestazioni e veleni distribuiti col sorriso sulle labbra, Renato Balestra, uno dei più amati e appassionati creatori che hanno contribuito a far conoscere lo stile italiano nel mondo, con la sua attesissima sfilata all’insegna dell’ottimismo. « Fasciarsi la testa per la crisi e piangersi addosso non serve a niente» afferma lo stilista, « a Roma siamo alla frutta e se non ci si pone subito rimedio, la manifestazione è a rischio ». E delicata ma puntuale la sua critica a commento del calendario di questi giorni, coniugato tra arte e moda « con le mostre non si costruisce una settimana di haute couture, né si salva la manifestazione. L’alta moda è già cultura e gli eventi culturali, magari non in seconda battuta come le mostre su Avendon e la Vreeland, arrivata dopo Milano, Parigi e Londra, devono restare a coronamento ».
Che la festa cominci dunque ed è subito un’apoteosi di colori, di palme, di fiori awaiani disseminati un po’ dovunque, dalle maliziose profonde scollature agli eleganti completi in maglia di seta e sulle camice indossate anche, con lavorazione diversa, dai suoi elegantissimi boy. Da avere subito poi i corti spencer in colori golosi di lucente raso traforato da abbinare a svelte gonne o candidi abitini bon ton. Ma è la sua donna di notte che incanta, affascina e seduce tutta avvolta in tessuti più leggeri di un sospiro e più soavi di un sogno. Per non parlare della sottile poesia della sua sposa, un inno alla speranza accarezzata in un delicato rosa mandorlo in fiore.