IL GIORNO DEL RICORDO

S O P R A V V I S S U T O A L L E F O I B E
La vicenda di Graziano Udovisi,
combattente italiano al confine orientale,
infoibato dai titini, miracolosamente sopravvissuto

Terminata la guerra si presenta al comando di zona, tenuto dai partigiani titini e italiani. Trattenuto, subì torture di ogni genere per alcuni giorni, poi venne infoibato insieme ad altri sventurati. Da quella voragine, riuscì miracolosamente a risalire. Ricorda come la fede gli abbia fatto forza permettendogli di uscire vivo da quell’inferno. Il suo racconto è ricco di particolari riguardo il disegno politico dei comunisti titini che perseguitavano in nome della loro nefasta utopia.
Dopo i titini arriva un’altra terribile insidia: la giustizia italiana. Dopo essere stato curato clandestinamente dalle profonde ferite subite nella foiba, venne tradito. Arrestato, processato, tradotto nelle prigioni di Padova, Venezia, Udine, Gorizia, Trieste. Subì una condanna di oltre tre anni.
Senza soldi e mezzi, con l’avvocato d’ufficio, che non riesce ad avere nemmeno l’appello, dovette subire il carcere. Ancora oggi la sua storia è contestata dai cosiddetti negazionisti. Graziano Udovisi risponde con lucidità ed estrema pacatezza lasciando intravedere una verità che va ben oltre ogni ragionevole dubbio.
segue … >>>

S O P R A V V I S S U T O A L L E F O I B E
La vicenda di Graziano Udovisi,
combattente italiano al confine orientale,
infoibato dai titini, miracolosamente sopravvissuto

Terminata la guerra si presenta al comando di zona, tenuto dai partigiani titini e italiani. Trattenuto, subì torture di ogni genere per alcuni giorni, poi venne infoibato insieme ad altri sventurati. Da quella voragine, riuscì miracolosamente a risalire. Ricorda come la fede gli abbia fatto forza permettendogli di uscire vivo da quell’inferno. Il suo racconto è ricco di particolari riguardo il disegno politico dei comunisti titini che perseguitavano in nome della loro nefasta utopia.
Dopo i titini arriva un’altra terribile insidia: la giustizia italiana. Dopo essere stato curato clandestinamente dalle profonde ferite subite nella foiba, venne tradito. Arrestato, processato, tradotto nelle prigioni di Padova, Venezia, Udine, Gorizia, Trieste. Subì una condanna di oltre tre anni.
Senza soldi e mezzi, con l’avvocato d’ufficio, che non riesce ad avere nemmeno l’appello, dovette subire il carcere. Ancora oggi la sua storia è contestata dai cosiddetti negazionisti. Graziano Udovisi risponde con lucidità ed estrema pacatezza lasciando intravedere una verità che va ben oltre ogni ragionevole dubbio.
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Frequenta il corso di Allievo Ufficiale a Pola dal gennaio al settembre 1944; diventa tenente della M.D.T. (Milizia Difesa Territoriale fino al 1945. Dall’ottobre 1943, è ufficiale comandante del Presidio di Portole d’Istria e di Rovigno d’Istria. A fine guerra, per salvare i suoi militi, si sposta da Rovigno a Pola su una motobarca. Venuto a conoscenza che i suoi soldati sono ricercati dagli slavi, il 5 maggio 1945 si presenta al Comando slavo (ubicato nella ex questura), raccontando di aver portato in salvo i suoi subalterni a Capodistria prima di raggiungere Pola. Il 13 maggio di quello stesso anno, viene rinchiuso in una cella di circa 16 mq, senza presa d’aria, insieme ad una trentina di soldati. Nella notte fra il 13 e il 14 maggio viene prelevato dalla cella e torturato insieme ad altri cinque commilitoni. Il 14 maggio viene trascinato sull’orlo della foiba di Fianona per essere trucidato. Riuscitosi a liberare i polsi dal fil di ferro che lo legavano, si getta nel baratro, prima che una raffica di mitra lo uccidesse. Nella foiba, a una profondità di venti-trenta metri c’è una pozza d’acqua. In questo modo si salva Risalendo, la sua mano incappa in una testa che prontamente afferra, salvando così un altro sventurato (Giovanni Radeticchio detto “Nini”).
Processato dagli italiani presso il Tribunale di Trieste (Trieste era sottoposta al Governo Militare Alleato) per “collaborazionismo col tedesco invasore”. Egli si difende dichiarando di aver difeso il suolo italiano dallo slavo invasore. Il Tribunale non crede al suo calvario, disconoscendo le foibe, e lo imprigiona prima a Padova, poi a Venezia, Udine, Gorizia, Trieste e Civitavecchia. Liberato nel 1947 a Civitavecchia senza alcuna carta di rilascio. Insegnante elementare, nel dopoguerra si stabilisce nel mantovano: Concoro, Gonzaga; poi nel reggiano: Novellara, Rubiera.
Studiosa del problema del “Confine orientale” dopo la II guerra mondiale, ha scritto un libro su Norma Cossetto, altra figura simbolo delle foibe, dal titolo La verità per la riconciliazione (Centro di Studi Storici Silentes Loquimur, Pordenone 2007).
È figlia di Giovanni, deportato a Mauthausen nel marzo del 1944 e liberato dagli americani nel maggio del 1945.
Rossana Mondoni
SOPRAVVISSUTO ALLE FOIBE
Presentazione di Luciano Garibaldi
Edizioni Solfanelli, Chieti 2009
[ISBN-978-88-89756-60-7]
Pagg. 126 – € 10,00
SOPRAVVISSUTO ALLE FOIBE
Presentazione di Luciano Garibaldi
Edizioni Solfanelli, Chieti 2009
[ISBN-978-88-89756-60-7]
Pagg. 126 – € 10,00