SEMBRA TUTTO COSI’ NORMALE… IN APPARENZA! LA VERITA’ E’ CHE SIAMO IN EQUILIBRIO

Mauro Daltin a Udine con il suo ultimo libro Latitanze (Besa Editrice). L\’incontro si è svolto presso la Libreria Feltrinelli di via Canciani. Sono intervienuti Marina Giovannelli (scrittrice e critica) con le letture e le improvvisazioni dell\’attore Claudio Moretti.

 

L  A  T  I  T  A  N  Z  E

 
 
 
\"Latitanze«Un passo dietro l’altro in una cadenza ritmata, fatta di morbide ricadute sulla terra e di lievi voli in aria. Schiacciò con forza la testa del pagliaccio dalle calze blu che aveva in tasca. Uscì dal parco e proseguì lungo il fiume, oltre il ponte, oltre l’uomo con il berretto verde e la mezza sigaretta tra le labbra. A destra aveva l’acqua, a sinistra la terra scura. Davanti a lei solo ghiaia e foglie che si spezzavano sotto le scarpe».
 
Dieci racconti, dieci storie costrette in spazi e tempi circoscritti, in eterne latitanze quotidiane sospese fra reale e surreale, fra manie e abitudini.
Dieci fotografie minime catturate nel loro divenire senza, molto spesso, accennare a cause e conseguenze, a un prima o a un dopo. Il delitto, il sogno, la follia, l’assenza, il tempo sono le regioni in cui queste storie si addentrano.

E la mappa che si ricava è fatta di racconti brevi, short stories, per lo più giocati in presa diretta, dove echeggia la lezione carveriana, un minimalismo teso all’analisi minuta del reale, perché è lì che si nasconde il significato delle cose.
 
Latitanti sono le emozioni tenute a freno, le identità nascoste, le persone scomparse, quelle che stanno per lasciarci per andare altrove o da altri o quelle che stanno per morire. Nel racconto che dà nome alla raccolta del volume, latitante è il giovane Davide, sghemba creatura afflitta da un male incurabile, che confonde, in una dolente paranoia, fantasia e realtà. In “Ogni cosa al suo posto” un uomo celebra l’assenza della moglie (scomparsa, morta, andata altrove?) nella stessa camera d’albergo dove molti anni prima aveva festeggiato le nozze: strano anniversario di un uomo che prepara la cena per due, brindando al fantasma della partner. E ancora altre storie, altre solitudini, altri visi, altre vite, che ci fanno scoprire un autore in grado di giocare a suo piacimento con la realtà, la vita di ogni giorno, facendo veramente capire quanto essa sia ancora più avvincente e singolare di uno splendido film.
 
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Mauro Daltin a Udine con il suo ultimo libro Latitanze (Besa Editrice). L\’incontro si è svolto presso la Libreria Feltrinelli di via Canciani. Sono intervienuti Marina Giovannelli (scrittrice e critica) con le letture e le improvvisazioni dell\’attore Claudio Moretti.

 

L  A  T  I  T  A  N  Z  E

 
 
 
\"Latitanze«Un passo dietro l’altro in una cadenza ritmata, fatta di morbide ricadute sulla terra e di lievi voli in aria. Schiacciò con forza la testa del pagliaccio dalle calze blu che aveva in tasca. Uscì dal parco e proseguì lungo il fiume, oltre il ponte, oltre l’uomo con il berretto verde e la mezza sigaretta tra le labbra. A destra aveva l’acqua, a sinistra la terra scura. Davanti a lei solo ghiaia e foglie che si spezzavano sotto le scarpe».
 
Dieci racconti, dieci storie costrette in spazi e tempi circoscritti, in eterne latitanze quotidiane sospese fra reale e surreale, fra manie e abitudini.
Dieci fotografie minime catturate nel loro divenire senza, molto spesso, accennare a cause e conseguenze, a un prima o a un dopo. Il delitto, il sogno, la follia, l’assenza, il tempo sono le regioni in cui queste storie si addentrano.

E la mappa che si ricava è fatta di racconti brevi, short stories, per lo più giocati in presa diretta, dove echeggia la lezione carveriana, un minimalismo teso all’analisi minuta del reale, perché è lì che si nasconde il significato delle cose.
 
Latitanti sono le emozioni tenute a freno, le identità nascoste, le persone scomparse, quelle che stanno per lasciarci per andare altrove o da altri o quelle che stanno per morire. Nel racconto che dà nome alla raccolta del volume, latitante è il giovane Davide, sghemba creatura afflitta da un male incurabile, che confonde, in una dolente paranoia, fantasia e realtà. In “Ogni cosa al suo posto” un uomo celebra l’assenza della moglie (scomparsa, morta, andata altrove?) nella stessa camera d’albergo dove molti anni prima aveva festeggiato le nozze: strano anniversario di un uomo che prepara la cena per due, brindando al fantasma della partner. E ancora altre storie, altre solitudini, altri visi, altre vite, che ci fanno scoprire un autore in grado di giocare a suo piacimento con la realtà, la vita di ogni giorno, facendo veramente capire quanto essa sia ancora più avvincente e singolare di uno splendido film.
 
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Mauro Daltin nasce nel 1976, in Friuli. Lavora nell’editoria da alcuni anni, prima al Touring Editore, poi alla Kappa Vu, mentre ora come editor e responsabile editoriale della casa editrice Ediciclo. Ha fondato e diretto, assieme all’amico e poeta Paolo Fichera, il quadrimestrale PaginaZero-Letterature di frontiera. Ha collaborato con le pagine culturali di settimanali e quotidiani e come autore con il Touring Club Italiano scrivendo la guida Friuli Venezia Giulia per la collana Tracce. Si è trovato a condurre, divertendosi molto, programmi radiofonici su letteratura, editoria e cultura sulle frequenze di Radio Onde Furlane. Spesso presenta e legge in pubblico, soprattutto con il progetto Diamo un calcio alle parole. Scrive racconti di narrativa e articoli che pubblica su riviste e in antologie. Ha pubblicato il libro L’eretico e il cattolico. Intervista a Elio Bartolini per la Kappa Vu edizioni. Nel 2008 la raccolta di racconti Latitanze per i tipi della Besa Editrice.
 
 

\"MauroLatitanze . . .

 

«Queste storie percorrono una strada di meta-realismo, oltre la realtà, verso un territorio dove i gesti hanno una tonalità e un peso incomprensibile per la logica comune.»
Elio Bartolini, scrittore

 

«C\’è un\’ansia di ricerca costante in questi racconti, vere e proprie ricognizioni ad ampio raggio nei territorio di un immaginario molto ricco […]. Una commistione di realismo e surrealismo, partendo da un approccio visivo per approdare a esiti più visionari…»
Dalla prefazione di Pietro Spirito, scrittore e giornalista

 

«Forse questo è prima di tutto un libro che racconta la mancanza di quella dimensione orizzontale, condivisa, senza la quale nessuna società, nemmeno la più semplice, è davvero realizzabile. Una mancanza che costringe tutti entro uno spazio angusto, soffocato, dove è possibile sopravvivere solo imparando quell’arte dell’apnea in cui sembrano maestri molti dei protagonisti di questi racconti di Mauro Daltin.»
Maurizio Mattiuzza, La poesia e lo spirito

 

«Il senso del limite, del confine, e la legittimazione di ciò che è oltre il muro: è questa, forse, la chiave di lettura più adeguata per comprendere questo libro di Mauro Daltin […]»
Luca De Clara, La Vita Cattolica

 
«C’è ironia e scavo, profumo di latte»
Monique Pistolato, scrittrice e operatrice culturale, Televenezia

 

«Una sorta di depistaggio da un quadro piuttosto preciso, da quello che è il nostro quotidiano teatro naturale. Se pensassimo ad un poeta, a paragone di questi racconti, verrebbe in mente Giampiero Neri. Come in Neri, in Daltin c’è un atteggiamento di calma stupefazione, quasi una saggezza che si nutre da uno stato di continuo allarme. In tutto c’è una serena inquietudine e si percepisce come per Daltin la scrittura non è che un modo di pensare, di vivere.»
Mary Barbara Tolusso, poetessa, critica, Il Piccolo

 

«Di Daltin s’è detto che ha appreso la lezione carveriana, ma a me pare che la sua visione sia più amara e priva di vie di fuga rispetto a quella dell’autore americano, mentre l’inquietante procedere del nostro, che ad ogni passo insinua abissi di incomprensione e di vacuità, di pericolo e di ossessione, mi sembra rimandare piuttosto ad altro maestro, al Julio Cortàzar di Bestiario. Ma Daltin cita in exergo De André e De Gregori.»
Marina Giovannelli, poetessa e critica, Il Nuovo Friuli

 

«In questa palude di normalità, coi personaggi più o meno consci della loro condizione, si percepisce comunque quella che Hanna Arendt definisce la banalità del male, una sensazione oscura di oppressione, una nube che annuncia la tempesta, una sorta di presentimento prima della tragedia.»
Valentina Viviani, Il Friuli

 

«Dieci racconti scritti sul filo dell\’immaginario teso ad indagare sotto il velo del reale. Brevi storie che spaziano nel quotidiano, e nel suo lato fantastico, senza arrendersi alle apparenze.»
Carta

 
 
 

LATITANZE di Mauro Daltin 
Pagine 120 – ISBN  978-88-497-0566-9 – euro 10,00
Besa Editrice, www.besaeditrice.it
Prefazione di Pietro Spirito 

 
La distribuzione nazionale è affidata a PDE.
 
Latitanze è anche un blog: http://latitanze.wordpress.com
 

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